"Eucaristia e sacerdozio nell'Anno della Fede"

A Salerno la “lectio magistralis” del cardinale Antonio Cañizares Llovera

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L’Associazione Culturale “Veritatis Splendor”, in collaborazione con l’Associazione “Ecclesia Studio”, ha organizzato a Salerno lo scorso mercoledì 23 gennaio alle ore 17.30, presso il Salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile, un incontro sul tema: “Eucarestia e Sacerdozio nell’Anno della Fede”, allo scopo di incoraggiare e promuovere una riflessione teologica sul sacramento dell’Amore.

L’occasione è stata offerta dallapresentazione dei recenti volumi di don Mauro Gagliardi: Introduzione al Mistero Eucaristico. Dottrina, liturgia, devozione (Lindau, Torino 2012); In memoria di me. Il sacerdote fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa il sacerdote (Cantagalli, Siena 2012); Il sacerdote nella Celebrazione Eucaristica (Fede e Cultura, Verona 2012). L’autore, ordinario di Teologia Dogmatica presso il Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma è anche consultore della Congregazione per il Culto e dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

Dopo i saluti di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Luigi Moretti, Arcivescovo di Salerno, il Prof.Marco Di Matteo, presidente dell’associazione “Veritatis Splendor”, nella sua introduzione ha sottolineato come la riflessione sulla centralità dell’Eucaristia e del Sacramento dell’Ordine nella vita della Chiesa sia particolarmente urgente nell’Anno della Fede indetto da Sua Santità Benedetto XVI.

D’altra parte in una fase della vita della Chiesa in cui si tende a valorizzare, in conformità alle indicazioni del Concilio Vaticano II, il sacerdozio comune dei fedeli, si avverte l’esigenza di riaffermare una verità forse oggi un po’ offuscata nelle comunità cristiane, ossia che il Sacerdozio dei battezzati per essere esercitato necessita del sacerdozio ministeriale, perché ha bisogno della mediazione sacerdotale di Cristo, che si rende presente efficacemente mediante il sacerdozio ministeriale.

Successivamente l’architetto Paolo Calderaro, membro dell’Associazione “Ecclesia Studio”, ha richiamato la necessità di intendere la Chiesa non come un edificio tra tanti, ma come luogo privilegiato, al contempo segno e simbolo delle realtà celesti. Egli ha sottolineato inoltre il compito fondamentale dell’arte sacra, che è quello di veicolare attraverso la bellezza i contenuti della fede. Nella sua lectio magistralis, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ha focalizzato, nella prima parte della sua relazione, l’attenzione del pubblico sul legame tra il mistero pasquale e quello eucaristico e nella seconda parte sul rapporto tra il sacerdozio e l’Eucaristia.

«Il mistero eucaristico non solo evoca il mistero pasquale, ma lo rende sacramentalmente presente. La Chiesa vive di questo sacrificio – ha detto il porporato – che attualizza agli uomini di oggi la riconciliazione realizzata da Cristo una volta per tutte». Ha poi ribadito in maniera icastica che questo mistero è davvero «il sommo bene della Chiesa». Vincolo d’unità, tale sacramento incorpora a Cristo chi ne partecipa, coinvolgendo conseguentemente il fedele in quell’imperativo della carità che, senza il sostegno della grazia di Cristo, non riuscirebbe a realizzare con le sole proprie forze.

«Ecco perché – ha ricordato ancora il card. Cañizares – tutta la vita cristiana nasce e si muove proprio a partire dall’Eucaristia e tende all’Eucaristia, testimoniata dall’amore vissuto nei confronti del prossimo in quello stesso amore ricevuto da Dio in Cristo. Per questo motivo è soprattutto il sacerdote, partecipe dell’unico e sommo sacerdozio di Gesù Cristo, sacrificio e sacerdote, vittima e altare, ad esser chiamato nel mistero che celebra a vivere una “vita eucaristica”, donando quotidianamente la propria vita a Dio e ai fratelli. Se questo significa essere amici di Gesù, allora Eucaristia e sacerdozio costituiscono un binomio inscindibile».

Alla luce di quanto evidenziato – per dirla con un simpatico aneddoto menzionato da Don Mauro Gagliardi in conclusione – furono quanto mai opportune le parole pronunciate da San Giovanni d’Avila a un suo confratello che celebrava la Messa distrattamente e in maniera un po’ sciatta: “Trattalo bene, perché è un grande Signore!”.

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Fabio Piemonte

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