Essere visti da Dio solo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

Seguendo il filo conduttore di una giustizia superiore a quella di scribi e farisei, dopo aver riletto i punti nevralgici del Decalogo, Gesù affronta qui le tre pratiche classiche della religione ebraica: elemosina, preghiera, digiuno e, senza abolire e senza aggiungere, propone un modo diverso di praticarle. 

Meditazione

All’inizio del discorso della montagna Gesù aveva detto di non essere venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento alla Legge e ai Profeti. Questo è vero non solo perché Gesù non ha aggiunto né abolito comandamenti, né opere di pietà come quelle considerate in questa pagina di Vangelo, ma anche perché Gesù riprende, approfondendoli, molti insegnamenti dalla Toràh (la Leggedi Mosè), dai Profeti e dai Salmi. Lungo i secoli molte volte gli insegnamenti della Scrittura si erano opposti ad una religione che periodicamente scivolava nell’esteriorità e nell’ipocrisia, tradendo lo spirito dell’Alleanza siglata da Dio con Israele. L’invito di Gesù a fare le opere buone nel nascondimento a prima vista sembra contrastare con quanto detto nel precedente passo di Mt 5,16 dove i discepoli sono invitati a stare sul candelabro perché gli uomini vedano le loro buone opere e diano gloria al Padre. Ma la contraddizione è solo apparente. Di quale luce hanno bisogno gli uomini? Chi opera per farsi vedere e lodare dagli uomini di luce ne irradia poca; altra è la luce di chi opera solo per piacere a Dio e non cerca ostentazione. La luce che proviene dall’elemosina fatta senza suonare la tromba è la luce che si accende sul volto di chi riceve un gesto di amore; la luce della preghiera fatta nel segreto della propria stanza è la stessa luce che brillava sul volto di Mosè dopo che aveva parlato col Signore, una luce intensa che gli Israeliti non potevano fissare (Es 34-35). La luce di chi durante i tempi di digiuno si lava il volto e si profuma la testa è la luce di chi ha compreso che il Signore ci propone sempre strade di gioia, anche e specialmente nei cammini di conversione, perché sono i percorsi che dalla schiavitù ci portano verso nuovi spazi di libertà. 

Preghiera

Donaci, o Signore, di pregare con gioia, la gioia dell’incontro con un Amico, di non pregare per forza, anche se abbiamo bisogno di essere fedeli a un ritmo di preghiera per la nostra vita. Donaci di scoprire quanto superfluo entra ancora nella nostra casa e nel nostro ventre, per essere più generosi nel condividere con chi ha fame. 

Agire

Poiché non è facile riconoscere quanto di superfluo possiedo, provo a dare in dono qualcosa che finora mi sembra necessario. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorArrigo Miglio, arcivescovo di Cagliaritratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione