"Essere Agostiniano è essere parte della Chiesa"

Intervista al Priore Generale uscente dell’Ordine di Sant’Agostino, padre Robert F. Prevost

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Padre Robert F. Prevost, attuale Priore Generale, è nato a Chicago il 14 settembre 1955. Dopo lo studio della teologia negli Stati Uniti, ha studiato Diritto Canonico a Roma. Ha lavorato come promotore vocazionale nella sua provincia, e nel Vicariato di Chulucanas, Perù, come formatore, professore e parroco. Era nel suo terzo anno come Padre Provinciale nella Provincia di Chicago quando è stato eletto Priore Generale nel 2001. Nel 2007 è stato rieletto per un secondo periodo di sei anni.

Siamo alla vigilia del Capitolo Generale. Quali sono i temi che verranno discussi e i compiti di questo Capitolo?

“Un Capitolo Generale è il momento di massima importanza nella vita dell’Ordine. È la riunione dei rappresentanti di tutte le Circoscrizioni dell’Ordine: vi partecipano i Padri Provinciali, i Superiori maggiori e i Delegati di tutte le Provincie e i Vicariati. È una riunione a livello globale della comunità agostiniana. Il Capitolo ha diversi compiti ma credo che sia importante sottolineare questa espressione di unità dell’Ordine, la presenza di rappresentanti dell’Ordine provenienti da tutto il mondo. Una delle prime responsabilità è l’elezione del nuovo Priore Generale; il suo mandato è di sei anni e fra le responsabilità che i Padri Capitolari si dovranno assumere è scegliere chi fra i membri dell’Ordine potrà essere il prossimo Priore Generale, cioè la persona che porterà avanti il programma capitolare e anche la vita dell’Ordine cercando soprattutto sempre di promuovere la comunione e l’unità degli Agostiniani. Il Capitolo prepara un programma, cioè prende le decisioni per la vita dell’Ordine nel prossimo periodo. Fra i temi che verranno affrontati, un approfondimento di ciò che chiamiamo la “ristrutturazione dell’Ordine”, cioè  la ricerca di una migliore definizione delle strutture interne dell’Ordine perché possano svolgere un sempre migliore servizio per i luoghi di missione dove lavoriamo. Saranno presentate tutte le circoscrizioni dell’Ordine con  forse un’enfasi maggiore su alcune missioni oggi viste con più urgenza e importanza, vi saranno proposte di studiare la possibilità di nuove missioni per l’Ordine, si rifletterà sulla possibilità dell’Ordine di rispondere alle necessità della Chiese nei diversi luoghi. Credo poi che il momento storico che la Chiesa sta vivendo debba entrare nello studio, nella riflessione e nelle preghiere dei Padri Capitolari. Celebriamo questo Capitolo oggi che tutta la Chiesa vive la novità di un nuovo Papa e del programma che Egli sta proponendo ricordandoci che la Chiesa non dovrebbe essere troppo chiusa in se stessa ma deve andare fuori, aprirsi, verso le periferie e verso gli altri. Credo che l’insistenza di Papa Francesco sull’importanza della missionarietà della Chiesa, la solidarietà con i più bisognosi, il cercare quanti ne sono fuori per farli entrare nella vita della Chiesa, sono elementi che dovranno far parte del nostro programma capitolare. C’è un Instrumentum laboris già preparato che parla del processo di rinnovamento dell’Ordine che continua dal Concilio Ecumenico Vaticano II: ricordiamo infatti la nuova redazione delle Costituzioni alla luce del Concilio che diede come frutto le Costituzioni del 1968 rinnovate nel Capitolo del 2007. Un ulteriore aspetto sarà domandarci come vivere oggi lo spirito agostiniano affinché come Ordine possiamo essere promotori della Nuova Evangelizzazione, annunciare la Parola di Dio”.

Oggi dove l’Ordine è impegnato maggiormente?

“L’impegno è maggiore ovunque e per ragioni differenti. Certamente, per le sfide che si pongono innanzi alla Chiesa oggi, penso che l’impegno che stiamo assumendo in Africa sia molto importante. Vogliamo contribuire di più alle missioni della Chiesa e nella predicazione della Parola, nei paesi dove già ci troviamo e anche in nuovi luoghi. Proprio in  questi mesi stiamo aprendo nuove case in alcuni paesi dell’Africa. Prosegue il nostro impegno in Asia e nelle Filippine. Altre sfide importanti attendono l’Ordine in Europa, dove vanta una lunga tradizione oggi offuscata da un calo di vocazioni ma dove la necessità di annunciare la Parola è sempre grande e credo che il Capitolo vorrà dedicarvi uno spazio di lavoro. Altre realtà vive l’Ordine negli Usa  dove negli ultimi anni abbiamo visto un aumento significativo delle vocazioni: si stanno aprendo nuove porte e si presentano nuove possibilità di servizio. L’America Latina è molto importante, anche per l’elezione del primo Papa latino-americano: nei paesi dove stiamo lavorando ci sono sfide grandi e possibilità grandi di rispondere ad esse per il numero di giovani frati che ci sono. Da qui emerge  la necessità di formare nella maniera migliore i nostri giovani frati”.

Un bilancio al termine del secondo mandato?

“Sto portando a termine 12 anni nell’ufficio di Priore Generale… ho molta gratitudine per aver ricevuto la fiducia e l’appoggio dell’Ordine in tutti questi anni per potere compiere questo servizio. È stata un’opportunità bellissima. Durante questi anni ho avuto l’opportunità di vedere e conoscere personalmente le missioni dell’Ordine. Ho potuto aiutare le persone, accompagnare i confratelli e insieme a loro vedere dove l’Ordine può camminare. Stiamo camminando, non possiamo restare fermi: questo concetto per me è importante, accompagnare l’Ordine, continuare il rinnovamento e allo stesso tempo camminare in avanti vedendo nuove possibilità. Un elemento che potrei sottolineare in questi anni è che siamo riusciti ad aumentare la promozione della collaborazione in tutto l’Ordine a livello internazionale. Sono stati creati organismi di collaborazione a livello continentale in tutti continenti. Esisteva già l’OALA, Organizzazione degli  Agostiniani in America Latina, poi un piccolo gruppo in America del Nord. Ora abbiamo organizzazione degli Agostiniani che servono per unire non solo spiritualmente ma efficacemente nelle missioni  in Asia, Africa, Europa dove le strutture di dialogo, di  collaborazione, di  missione sono più unite. Penso che questo sia stato un elemento importante. Ci conosciamo meglio e  quindi lavoriamo meglio insieme. Tra le altre iniziative che voglio qui ricordare,  le  nuove missioni e l’appoggio a missioni che si trovano in difficoltà: l’Ordine ha potuto rinnovare e migliorare il suo impegno in luoghi come l’Algeria dove si vivono le tensioni fra Occidente e Medio Oriente.  Non è facile vivere in situazione anche di violenza come in Nord Nigeria… Ecco credo che sia compito importante del Priore Generale accompagnare i confratelli in queste situazioni e dare un appoggio reale in queste circostanze”.

Cosa significa essere Priore Generale alla luce dell’insegnamento di Sant’Agostino?

“Ci vorrebbe una tesi per esprimere tutto ciò… In prima battuta, essere agostiniano e frate agostiniano significa amare la Chiesa. Il rapporto fra l’Ordine e il resto della Chiesa è una cosa che da una parte sembra logica e quasi non ci sarebbe neanche il bisogno di dirlo, ma allo stesso tempo occorre alimentare questo aspetto: è una ricerca continua per capire come servire la Chiesa, come collaborare sempre meglio con la Chiesa, a livello universale e anche a livello locale dove siamo presenti. Essere membro di un ordine religioso non significa essere separato o al margine dalla Chiesa universale: anzi è esserne al cuore. Questo è l’amore che  Agostino ci insegna: amare Cristo è amare la Chiesa. Essere Agostiniano è essere parte della Chiesa. Poi uno degli elementi del pensiero di Agostino che mi piace molto è l’idea della necessità di continuare sempre a camminare, di non fermarsi nel cammino. C’è un sermone molto bello dove Agostino parla di questo pellegrinaggio che è la vita cristiana, il cammino che ci porta e che vuole accogliere tutti – l’accoglienza è molto importante nel nostro spirito – per un cammino che ci porta verso il regno di Dio. Nel sermone 306 Agostino dice che in questo cammino non ci si deve c
omportare come coloro che vogliono fermarsi o come coloro che vogliono deviare dal cammino o addirittura tornare indietro. Tutti devono camminare e progredire, chi più velocemente e  chi meno, verso il Regno. Credo che questo sia importante per noi Agostiniani: non possiamo fermarci o deviare dal cammino. Occorre continuare sempre, anche con sacrifici e difficoltà, ma continuare sempre, essere sempre convinti della necessità di camminare. Un altro elemento che ho visto con molto interesse nella recente Giornata Mondiale della Gioventù: il Papa ha parlato dell’importanza del dialogo. Credo che il nostro Ordine, il nostro stile di vita, ha qualcosa che può contribuire alla vita della Chiesa e della società: il dialogo per promuovere la comunione, la volontà di ascoltare tutti. Ho menzionato prima l’accoglienza, cercare come invitare altri a far parte di questa esperienza, di questa realtà, di questa vita che è della Chiesa, conoscere Gesù Cristo, però non chiudendo le porte ma aprendole, promuovere il dialogo come strumento che aiuterà sempre a promuovere autentica pace e comunione nella Chiesa e nel mondo. Occorre essere chiari, bisogna insegnare sempre la verità, ma per arrivare a quello occorre promuovere questo spirito di fraternità e dialogo con tutti, camminando verso la meta”.

Un augurio per la prossima Festa di Sant’Agostino?

Per info: http://augustinians.net

(Fonte: Curia Generalizia dell’Ordine di Sant’Agostino)

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ZENIT Staff

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