Esperto vaticano afferma: “Il New Age nega i contenuti rivelati della fede cristiana”

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 24 giugno 2004 (ZENIT.org).- Si è concluso il 16 giugno in Vaticano, l’incontro interdicasteriale sul tema del New Age, una sfida per i cristiani.

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Al Simposio che fa seguito al documento, intitolato Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul New Age hanno partecipato esponenti del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, del Pontificio Consiglio della Cultura, del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Per conoscere meglio le ragioni dell’incontro, i temi discussi e le azioni pastorali indicate, ZENIT ha intervistato don Alessandro Olivieri Pennesi, docente presso l’ Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ecclesia Mater” della Pontificia Università Lateranense, specialista del tema e partecipante all’incontro interdicasteriale.

Ci spiega perchè la diffusione del New Age rappresenta una “sfida” per i cristiani?

Don A. Olivieri Pennesi: Il New Age costituisce una grande sfida per il cristianesimo. Non solo perchè si sta diffondendo a livello planetario ma soprattutto perché incorpora elementi del cristianesimo, modificandone il loro significato originario, ad esempio Gesù Cristo non è più considerato Figlio di Dio e unico Salvatore del mondo.

C’è la perdita del concetto di “verità”, siamo in pieno soggettivismo. Dio ha mille sfaccettature (energia cosmica, extra-cosmica, una Mente, il Tutto, siamo noi stessi…?).

Se Gesù Cristo non è più il Salvatore, si va alla ricerca di altre salvezze che diventano “autosalvezze” attraverso metodi, meditazioni, pratiche varie anche magiche. È svuotato il senso dell’attesa escatologica, in quanto alla salvezza si perverrà comunque dopo una serie, forse lunghissima, di reincarnazioni.

Forse lo scoglio più grande da affrontare è indubbiamente quello della perdita della coscienza di verità che rende vano ogni tentativo di usare i paradigmi della ragione.

E’ vero che il pensiero debole ed un approccio particolarmente emotivo alla spiritualità New Age, sono fenomeni abbastanza diffusi anche nel mondo cattolico?

Don A. Olivieri Pennesi: Alcuni hanno affermato che il New Age “è un fenomeno tipico della cultura postmoderna, basata sul pensiero debole, sul relativismo etico e sul consumismo”, non posso che condividere questa affermazione.

Il pensiero del New Age si diffonde sottilmente e quasi impercettibilmente in molte forme e per molte vie, ha afferma il segretariato per l’ecumenismo e il dialogo dei Vescovi italiani, ed è presentato connotandosi con i tratti dell’amore universale e della difesa della natura.
Questa proposta può trarre in inganno, in quanto presenta alcune mete sulle quali è facile convenire: armonia tra uomo e natura, presa di coscienza e impegno per rendere migliore il mondo, mobilitazione di tutte le forze del bene per un nuovo progetto unitario di vita.

Il New Age svuota della sua verità, singolarità e pienezza di significato l’evento salvifico di Cristo; infatti l’uomo, secondo tale orientamento di pensiero, può divenire capace, attraverso determinate tecniche, di fare esperienza del divino senza l’ ausilio della grazia divina, realizzando con le proprie forze la sua salvezza, dalla quale dipende l’armonia universale.

Il documento della Congregazione per la dottrina della fede dell’89, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della meditazione cristiana, è un testo di riferimento sull’attenzione da porre alla riattualizzazione delle antiche gnosi, dove la salvezza avverrebbe attraverso la conoscenza, esoterica, per pochi.

Circa le pratiche New Age (o gnostiche, che è dire più o meno lo stesso) a livello di base, vi sono innumerevoli esempi. Per farne uno, l’ultimo testo vaticano sul New Age richiama l’uso, in allarmante espansione, dell’enneagramma: un simbolo originalmente di carattere iniziatico sviluppatosi in ambito esoterico-sincretistico, divenuto successivamente sistema di classificazione della personalità in nove tipi psicologici, che serve per la ricerca di un’autorealizzazione per via esoterica e/o magica.

Siamo in piena gnosi. In ambiti cristiani angloamericani tale metodo ha spazio nel campo della guida e della direzione spirituali per cui i vescovi statunitensi hanno creato un’apposita commissione per discernere il fenomeno

Quali sono le caratteristiche concettuali che definiscono il New Age? E quali le principali differenze che contraddistinguono la dottrina Cristiana?

Don A. Olivieri Pennesi: Un autore americano, Douglas R. Groothuis, ha riconosciuto sei caratteristiche del pensiero New Age: tutto è uno; tutto è Dio; l’umanità è Dio; dobbiamo trasformare la nostra coscienza; tutte le religioni sono una. Possiamo sintetizzare in sette punti ciò che generalmente i new agers affermano:

1. Non esiste una fonte di autorità esteriore – solo interiore (“il dio dentro” di noi). La verità come realtà oggettiva non esiste afferma una delle più note porta voce del New Age: l’attrice Shirley MacLaine.

2. Si confondono il Creatore con la Sua creazione credendo che Dio sia parte della creazione e non separato da essa. Essi adottano dalle religioni orientali il credo del monismo – che “tutto è Uno” – una sola essenza nell’universo, tutti e tutto facenti parte di questa essenza.

3. Cristo è una sorta di energia piuttosto che un individuo. Quest’idea di coscienza cristica asserisce che Gesù non è stato l’unico Cristo, ma che Egli si predispose per ricevere la “coscienza di Cristo”, così come probabilmente fecero Budda, Krishna e Mohammed. Questo è un noto insegnamento dell’occultismo gnostico che ha le sue radici nelle religioni misteriche babilonesi.

4. Riguardo al peccato, mentre viene taciuto il riferimento al peccato di Adamo, si afferma, come prospetta Un corso in miracoli, che il problema principale dell’uomo è l’ignoranza della sua divinità. Ogni percepibile mancanza che l’uomo crede di avere è più una mancanza di conoscenza; con ciò viene eliminato il bisogno di salvezza e di un Salvatore.

5. L’aderente del New Age attinge ciò che ritiene suo bene dove lo trova. La sua moralità si dà i suoi criteri confidando in ciò che “sente” come bene.

6. Il tradizionale modo di vedere la personificazione del male come il diavolo o Satana è chiaramente assente dalla letteratura New Age. Piuttosto, Satana è descritto come possente essere di luce e “sovrano dell’umanità”, come afferma Alice Bailey, una delle principali ispiratrici del movimento New Age. In quanto alla storia e al compito di Lucifero, Benjamin Creme, noto conferenziere del movimento, sostiene : “Lucifero venne dal pianeta Venere 18 milioni e mezzo di anni fa; è il direttore dell’evoluzione del nostro pianeta, è l’Agnello del sacrificio e il figliol prodigo. Lucifero fece un sacrificio incredibile, un sacrificio supremo per il nostro pianeta”.

7. I New Agers riprendono l’antica dottrina delle religioni orientali sulla reincarnazione modificandola sostanzialmente al fine di raggiungere una perfezione tramite gli innumerevoli cicli di morte e rinascita. A ciò si affianca la pratica del cosiddetto “channelling” (canalizzazione) tramite cui entità disincarnate guiderebbero l’evoluzione spirituale dell’ umanità.

8. Nel documento redatto dal Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso “Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age” é scritto “Il New Age ha una preferenza marcata per le religioni orientali e precristiane, perché le considera incontaminate da distorsioni giudaico-cristiane. Quindi tributa grande rispetto agli antichi riti agresti e ai culti legati alla fertilità”. Poco più avanti si critica ‘Gaia’, la
Madre Terra.

Sembra evidente, quindi, una denuncia di certe ideologie animaliste e ambientaliste che tendono a riproporre una forma moderna di panteismo neopagano, qual è il suo parere in proposito?

Don A. Olivieri Pennesi: La divinizzazione della natura, nota anche come “ipotesi Gaia“, in omaggio alla mitologia greca, è il frutto del passaggio da una giusta tutela dell’ambiente a forme di protezione che mi sembra ricordi la riverenza per le vacche sacre degli indù.

Essa segna l’influsso delle idee New Age nel movimento ecologico, a partire dalla prima “Giornata della Terra“, nel 1970, quando il pianeta fu riconosciuto come essere vivente, degno di adorazione. L’incompatibilità di questa venerazione con gli insegnamenti cristiani risulta evidente ed è sottolineata dagli stessi sostenitori di Gaia.
Il cardinale Georges Cottier ha dichiarato che la New Age é “incompatibile con la dottrina cattolica”, quali sono le ragioni di una condanna così esplicita?

Don A. Olivieri Pennesi: E’ vero. Il Cardinale afferma che “le tesi principali della New Age sono incompatibili con il cristianesimo, molto di più, sono opposte”.

Secondo il documento vaticano Gesù Cristo portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul New Age: “È difficile separare i singoli elementi della religiosità New Age, per quanto innocenti possano apparire, dal quadro di riferimento dominante che permea l’intero pensiero globale del movimento New Age.

La natura gnostica di questo movimento ci richiede di giudicarlo nella sua interezza. Dal punto di vista della fede cristiana, non è possibile isolare alcuni elementi della religiosità New Age come accettabili per i cristiani, mentre ne rifiutiamo altri. Poiché il movimento New Age dà grande importanza alla comunicazione con la natura e alla conoscenza cosmica di un bene universale, e facendo così nega i contenuti rivelati della fede cristiana, non si può giudicare come positivo o innocuo.” (n.4)

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ZENIT Staff

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