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Esercizi Spirituali. Meditazione sull'unità dei cristiani attorno alla Cena del Signore

“Il pane e il corpo, il vino e il sangue”: su questo tema è incentrata la meditazione di stamattina nel corso degli Esercizi Spirituali per il Papa e la Curia Romana

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Qual è il nostro rapporto con il cibo? Attorno alla cena noi cristiani troviamo unità o siamo divisi? Versando il suo sangue, Gesù ha dato il perdono di Dio? Sono queste le tre domande che stamattina, 7 marzo 2017, ha rivolto al Papa e alla Curia Romana padre Giulio Michelini, che nella Casa Divin Maestro di Ariccia sta guidando gli Esercizi Spirituali di Quaresima.
La meditazione odierna è incentrata sul tema “Il pane e il corpo, il vino e il sangue” a commento del brano evangelico dell’Ultima cena secondo San Matteo.
Come riporta la Radio Vaticana, Padre Michelini ha rilevato anzitutto che mangiare cibo è una vera e propria fragilità antropologica, un bisogno che testimonia l’umana debolezza. Egli ha citato allora il commento di Jean-Paul Hernandez sj alle “Regole per ordinarsi nel mangiare” date da Ignazio di Loyola per i suoi Esercizi spirituali: “Ignazio ha colto il posto centrale che mangiare occupa nell’esperienza umana. Si potrebbe dire: dimmi come mangi e ti dirò chi sei. Mangiare è prima di tutto ricevere la vita da fuori di sé, cioè riconoscersi non autosufficienti. In altre parole: riconoscere il proprio limite. Mangiare insieme ad altri è confessare davanti ad altri questa condizione di creatura”.
Ecco allora che Padre Michelini ha chiesto di riflettere sul nostro rapporto col cibo. “Bisogna evitare che l’animo sia tutto intento a quello che si mangia, e che uno mangi in fretta spinto dall’appetito; al contrario bisogna avere padronanza di sé, sia nel modo di mangiare sia nella quantità”, ha spiegato il frate parafrasando Sant’Ignazio di Loyola nelle sue “Regole per ordinarsi nel mangiare”.
Nella seconda domanda, padre Michelini si chiede come sia possibile che noi cristiani, che dovremmo trovare l’unità proprio attorno alla cena, riproduciamo allo stesso modo, con le nostre divisioni, le stesse dinamiche divisorie della comunità di Corinto. Egli loda i progressi ecumenici avvenuti, ma rileva al tempo stesso che bisogna ancora compiere molti passi verso l’unità.
Infine, l’invito di padre Michelini è a chiedersi se siamo veramente consapevoli che Gesù, versando il suo sangue, ha davvero, con la propria vita, e non solo a parole, detto e dato il perdono di Dio.
La lezione di Matteo dell’ultima cena – ha sottolineato – mette in risalto un elemento che ritroviamo solo qui, quello del sangue che sarà versato dalla croce per il perdono dei peccati.

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ZENIT Staff

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