Ernia del disco: con l’ozono c’è speranza

La terapia può evitare l’intervento chirurgico, riducendo le protusioni fino al completo assorbimento

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Rosanna è una signora di cinquantasei anni. All’età di trentacinque anni ha iniziato ad avere problemi lombosacrali. Infiammazioni del nervo sciatico, dolori, difficoltà di coricarsi. E nonostante l’utilizzo continuo di antinfiammatori e antidolorifici, dopo qualche anno non riusciva più a muovere le dita del piede destro. Un’ernia discale le provocava dolori alla gamba al punto da non sentire più le dita del piede. Sembrava ormai destinata all’intervento chirurgico, ma era restia perché conosceva persone che avevano avuto lo stesso problema e che avevano sofferto di recidive dopo l’intervento. Per questo motivo era molto esitante.
Conosceva il prof. Luigi di Girolamo, perché si era rivolta a lui per dimagrire. Era accaduto molti anni prima. La cura aveva fatto effetto e, ultimata la dieta, si era conclusa la terapia. Ha raccontato Rosanna: “Sono tornata dal prof. Di Girolamo perché, se dovevo operarmi, avrei dovuto comunque calare di peso. Ed è stato in questa occasione che gli ho parlato del problema che avevo alla schiena. Gli ho detto: ‘Mi aiuti, non riesco più nemmeno a camminare’. Così il dottore mi ha proposto di sottopormi all’ozonoterapia. Non sapevo neanche che cosa fosse, ma mi fidavo di lui ed ho iniziato la cura. Erano previste venti sedute, ma già alla decima seduta stavo meravigliosamente bene. Camminavo sicura senza provare dolore e addirittura avevo recuperato due centimetri di altezza, che in precedenza avevo perduto a causa dello schiacciamento delle vertebre. Ho praticato l’ozonoterapia anche per migliorare la circolazione e per la cura della cervicale. Mi sono trovata benissimo. Ho risolto i problemi che avevo e adesso consiglio a tutti di curarsi con l’ozono”.
Il dott. Giorgio Grechi, ozonoterapeuta, anestesista ed oculista, per lunghi anni primario dell’Ospedale San Giovanni Battista dell’Ordine di Malta (Roma), riferisce un caso tratto dalla sua personale casistica di esperienze.
La signora Paola, di circa cinquant’anni, presentava da alcuni anni un dolore in sede lombare che si irradiava al gluteo, alla coscia e alla gamba destra. Un dolore che le impediva quasi di camminare. Una risonanza magnetica lombo sacrale evidenziava la presenza di un’ernia discale protrusa L4-L5 e di un’ampia protrusione discale L5-S1.
Le normali terapie antinfiammatorie non avevano sortito gli effetti sperati, e Paola aveva dinanzi a sé la prospettiva di un eventuale intervento chirurgico. Il dott. Grechi le suggerì una soluzione alternativa: l’avrebbe sottoposta a un trattamento con ossigeno ozono, una pratica medica che aveva dimostrato una particolare efficacia proprio nei confronti dell’ernia discale. La cura prevedeva dodici infiltrazioni a livello paralombare. Due a settimana per tre settimane. E susseguentemente un’infiltrazione a settimana per altre sei settimane. Paola accettò il suggerimento ed iniziò il ciclo di cura con il dott. Grechi. Già dopo la ottava infiltrazione, la sintomatologia dolorosa a livello del nervo sciatico era migliorata. Al termine del trattamento la paziente non presentava più dolore e, al controllo RMN (Ri- sonanza Magnetica Nucleare) lombosacrale, le protrusioni in precedenza segnalate si erano ridotte notevolmente, non determinando più compressione sulle radici nervose. L’ernia cioè aveva subito, grazie all’azione della miscela di ossigeno e ozono, un processo di disidratazione ed essiccazione riducendosi così di volume.

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ZENIT Staff

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