Entusiasmo dei parrocchiani per il film di Gibson

ROMA, domenica 18 aprile 2004 (ZENIT.org).- Tantissime, fino ad ora, le diocesi italiane che hanno organizzato proiezioni del film di Mel Gibson “La Passione di Cristo”.

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Per avere un’idea di quali siano le reazioni della gente al film, ZENIT ha intervistato don Alfredo Maria Morselli, parroco a Stiatico e Casadio, nella diocesi di Bologna.

Oltre ad essere parroco, don Alfredo svolge anche un proficuo apostolato in internet: è, infatti, tra i fondatori di Totus Tuus Network, un portale cattolico che conta circa un milione di visitatori all’anno.

Che impatto ha avuto il film “La passione di Cristo” sui suoi parrocchiani?

Don Morselli: Ho solo riscontri entusiasmanti, pur soltanto dopo pochi giorni di programmazione del film. Vedo soprattutto che la gente percepisce l’amore del Salvatore, che è ben superiore alle sofferenze così ben visualizzate.

Mai nessuno aveva descritto a tal punto l’intensità del dolore di Cristo; ma queste sofferenze sono solo una scintilla rispetto al mare di fuoco – fuoco di amore – che ardeva nel Cuore di Gesù mentre andava a morire per noi. Mi pare che la gente stia capendo questo.

Qual è la sua valutazione del film di Gibson?

Don Morselli: Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio indiscutibile trionfo, che non potrà che assumere dimensioni via via sempre maggiori. Sono un pò stupito dalle critiche, perchè in occasioni di film blasfemi come “Je Vous salue o Marie” e “L’ultima tentazione di Cristo” – non ci sono state contestazioni così veementi contro questi film disgustosi, come invece vediamo oggi nei confronti di “The Passion”.

Perché un film su Gesù ha potuto suscitare tante polemiche?

Don Morselli: Vede, il film di Gibson ripresenta la Passione così come è avvenuta storicamente a partire dai Vangeli. Viene rappresentato un fatto realissimo, non l’interpretazione di un fatto.

Se Cristo è un fatto, una parola-evento, ciò esige che il nostro pensiero si adegui a Lui: la fede diventa dunque una sottomissione dell’intelletto a una verità anche storica.

Se invece togliamo il fatto, possiamo noi crearci la nostra religione su misura, una religione “debole” che non può avere nessuna pretesa di essere universalmente valida”.

Che vantaggi potrà portare il film di Gibson?

Don Morselli: Diceva Evagrio Pontico, sull’efficacia dell’esempio dei santi: “A una teoria si oppone un’altra teoria, ma una vita chi la può confutare?” A maggior ragione sarà efficacissima, per la diffusione del Vangelo, la ripresentazione della vita di Cristo.

“The Passion” è un pezzo di vita. Penso ai grandi frutti per l’evangelizzazione dei popoli, per annunciare Gesù a chi non lo conosce ancora: penso a coloro che sono insofferenti al Crocifisso considerato solo un “cadavere appeso”: se solo vedessero l’amore dentro quel Cadavere!.

Penso ai grandi frutti per la nuova evangelizzazione, cioè per annunciare nuovamente Gesù Cristo a chi l’ha dimenticato. Chi può persuaderci o ripersuaderci meglio di quell’uomo sfinito, ripresentato vero e storicissimo, a cui mancano tutte le forze fino a morire, ma a cui mai è mancata la forza di amare?

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ZENIT Staff

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