"Entriamo nel Mistero che ci fa passare dalla morte alla vita"

Durante l’omelia nella notte di Pasqua, papa Francesco sottolinea il coraggio delle donne che, vincendo il dolore e la paura, andarono al sepolcro del Signore, trovandolo vuoto

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La notte di Pasqua è una notte di veglia, perché il Signore non dorme più. “Veglia il Custode del suo popolo (cfr Sal 121,4), per farlo uscire dalla schiavitù e aprirgli la strada della libertà”.

Con queste parole, papa Francesco ha aperto stasera l’omelia durante la messa solenne nella basilica di San Pietro, durante la quale ha amministrato i sacramenti dell’iniziazione cristiana (battesimo, cresima ed eucaristia) a dieci neofiti provenienti da Italia, Portogallo, Albania e Vietnam.

Nel descrivere la notte della Resurrezione, il Santo Padre ha messo in relazione il passaggio del popolo d’Israele attraverso il Mar Rosso e quello di Gesù Cristo “attraverso l’abisso della morte e degli inferi”.

Una notte trascorsa dai discepoli nel “dolore” e nella “paura”, al riparo delle mura del cenacolo. Furono le donne a trovare il coraggio di spingersi fino al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, con l’apprensione di non poter rimuovere la pietra che lo chiudeva. “Ma ecco il primo segno dell’Evento: la grande pietra era già stata ribaltata e la tomba era aperta!”, ha commentato il Papa.

Facendo accesso al sepolcro quelle donne sono entrate “nel Mistero che Dio ha compiuto con la sua veglia d’amore”; hanno così manifestato “capacità di stupore, di contemplazione; capacità di ascoltare il silenzio e sentire il sussurro di un filo di silenzio sonoro in cui Dio ci parla (cfr 1Re 19,12)”.

Entrare nel mistero significa però anche “non avere paura della realtà: non chiudersi in sé stessi, non fuggire davanti a ciò che non comprendiamo, non chiudere gli occhi davanti ai problemi, non negarli, non eliminare gli interrogativi…”.

Si accede nel mistero solo se si è disposti ad “andare oltre le proprie comode sicurezze, oltre la pigrizia e l’indifferenza che ci frenano, e mettersi alla ricerca della verità, della bellezza e dell’amore, cercare un senso non scontato, una risposta non banale alle domande che mettono in crisi la nostra fede, la nostra fedeltà e la nostra ragione”.

L’ingresso nel mistero “richiede l’umiltà di abbassarsi, di scendere dal piedestallo del nostro io tanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamente siamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono”, ha proseguito il Pontefice.

Papa Francesco ha poi concluso sottolineando nuovamente l’esempio delle donne che, uscendo dalla loro paura e dal loro dolore, hanno conosciuto per prime la Resurrezione: “Impariamo da loro a vegliare con Dio e con Maria, nostra Madre, per entrare nel Mistero che ci fa passare dalla morte alla vita”, ha poi concluso papa Francesco.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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