Entrare nel mistero del Figlio dell’uomo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio – Memoria di San Giovanni Maria Vianney

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Lettura
Le parole ispirate del profeta Geremìa, che parla della legge non più scritta sulla pietra, ma nel cuore, annunciano una novità assoluta al popolo di Israele: l’inaugurazione di una nuova alleanza con Dio. Questa alleanza nuova si realizzerà nella persona di Gesù. Il mistero che avvolge la sua vita si svela progressivamente, facendo comprendere che dietro il “Figlio dell’uomo” si cela quella grandezza che Pietro, illuminato dalla grazia, già intuisce.
Meditazione
I biografi del Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, il santo sacerdote del paesino della Francia che fu strumento di conversione per molte anime, raccontano un episodio semplice, ma molto significativo della sua vita. Dicono che quando egli ricevette l’incarico di parroco del piccolo borgo sito nella diocesi di Belley, non molto lontano da Lione, recandosi sul posto s’imbatté in un ragazzo e gli chiese se conoscesse la strada per Ars. Questi rispose che veniva proprio da Ars e che l’avrebbe condotto lì volentieri. Una volta arrivati, il santo disse al fanciullo: “Grazie. Tu mi hai insegnato la strada per arrivare ad Ars. Io t’insegnerò la strada per arrivare in cielo”. E davvero quell’umile sacerdote guidò tante anime sulla strada del cielo, sulla via che conduce a Dio. Ecco un uomo, di cui oggi celebriamo la memoria, che ha fatto un’esperienza profonda della persona di Gesù Cristo! La scena del Vangelo ci trasmette il clima di amicizia intima, di confidenza che si era creato intorno al Maestro di Galilea, ma anche, allo stesso tempo, le incertezze dei più, che avevano percepito in modo approssimativo la manifestazione della sua persona: un profeta, Elìa, Geremìa… La domanda di Gesù, nell’intimità della cerchia dei discepoli, non è dunque ovvia, ma vuol sollecitare una vera maturazione nel loro cammino di conoscenza ed esperienza. E Pietro, ispirato dal Padre – come Gesù stesso rivela – offre la bellissima confessione di fede riportata al centro del Vangelo di Matteo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!”. L’episodio però si conclude con il biasimo dell’apostolo, troppo intraprendente, che non era stato capace di comprendere fino in fondo il mistero della vita del Maestro, e che non accettava la dimensione della sofferenza e della croce. L’insegnamento è profondo: non si può scoprire il mistero della persona di Cristo senza entrare “nello spessore della croce”, come diceva san Giovanni della Croce. Perché la croce, vissuta con Cristo e nell’amore, diventa il cammino di un’autentica e piena redenzione dell’uomo.
Preghiera:
«Vi amo, Signore, e la sola grazia che vi chiedo è di amarvi eternamente… Mio Dio, se la mia lingua non può ripetere, ad ogni istante, che vi amo, voglio che il mio cuore ve lo ripeta tutte le volte che respiro» (santo Curato d’Ars).
Agire:
Oggi cercherò di abbracciare la croce con amore, per sperimentare la vera pace di Cristo.
***
Meditazione a cura di Padre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.

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ZENIT Staff

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