Emergenza malattie psichiatriche: l'allarme della Cei

Convegno nazionale il prossimo 27 settembre, a Roma, in presenza, tra gli altri, della ministra Lorenzin e del segretario della Cei mons. Galantino

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“Ci sono periferie esistenziali più periferiche di altre e sono sempre più sconfinate. Come le malattie psichiatriche: non se ne parla, il peso maggiore viene sopportato dalle famiglie e gli stessi appelli dell’Organizzazione mondiale di sanità cadono nel vuoto, ma un Paese in cui oltre il 10 % degli adolescenti manifesta segni di sofferenza deve porsi il problema della malattia mentale, superando quest’afasia da pregiudizio”. Don Carmine Arice, direttore dell’Ufficio Conferenza episcopale italiana (Cei) per la pastorale della salute, inquadra così il senso del convegno nazionale che il 27 settembre dalle 9.30 riunirà a Roma, presso la Sala San Pio X in via dell’Ospedale 1, angolo Via della Conciliazione, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino, il direttore di Caritas Italiana monsignor Francesco Soddu, il professor Fabrizio Oleari, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, il professor Emilio Sacchetti, presidente della Società Italiana di Psichiatria, il professor Michele Tansella dell’Oms e fra Marco Fabello, direttore generale dell’Irccs Centro San Giovanni di Dio di Brescia.

“La salute mentale: un’emergenza!” Un titolo che non lascia spazio ad equivoci: “aumentano le persone con disturbi psichici e si abbassa l’età nella quale si manifestano i segni di sofferenza psichica – spiegano gli organizzatori, coordinati da Daniel Cabezas Gomez, consultore del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, Francesco Marsico, di Caritas Italiana, e Rosaria Pioli, dirigente dell’Irccs bresciano -. L’ansia accompagna la società del benessere con un crescente uso di psicofarmaci per affrontare la “fatica di esistere”. “Gli esperti parlano di vera e propria emergenza, così pure l’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Quest’analisi non dimentica però neppure il fronte sempre più caldo delle malattie neurodegenerative –  “gli ammalati di Alzheimer in Italia sono un milione e diventeranno quattro nel 2050 – ricorda don Arice – e il mondo cattolico è in prima linea in questa battaglia, anche sul piano scientifico”. L’Irccs bresciano dei Fatebenefratelli, ad esempio, fa parte del pool di Actifcare, il programma europeo che si occupa di abbreviare i tempi di diagnosi e rendere più accessibile l’assistenza, con una ricaduta anche sulla spesa sanitaria. Quest’ultimo rappresenterà un altro focus del convegno della Cei, che, a testimonianza dell’impegno della Chiesa a fianco dei sofferenti, ricorderà l’esempio di San Giovanni di Dio “che a loro servizio fondò un Ordine religioso dopo aver sperimentato sulla sua pelle l’inadeguatezza del sistema di cura del tempo”, come sottolinea l’Ufficio per la Pastorale della salute.

L’appuntamento romano punterà l’attenzione anche sulla necessità di finanziare la ricerca, di sostenere le famiglie dei malati e di sanare quella “ferita aperta e sanguinante” che sono gli ospedali psichiatrici giudiziari “la cui chiusura è stata ancora una volta rimandata”, sottolinea la Cei. “Evangelizzare implica zelo apostolico, ci insegna papa Francesco, e curare implica zelo umano: la malattia della mente è ancora una periferia dimenticata e il nostro obiettivo è riaprire la discussione pubblica su un’emergenza che è ad un tempo sanitaria e sociale”, commenta don Arice.

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ZENIT Staff

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