Eletta la nuova Presidente delle Superiore maggiori d’Italia

Madre Viviana Ballarin, 60 anni, originaria di Adria

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ROMA, martedì, 8 aprile 2008 (ZENIT.org).- A larga maggioranza, le 600 delegate che rappresentano altrettante Congregazioni religiose femminili presenti in Italia hanno votato la domenicana, madre Viviana Ballarin, nuova Presidente dell’Unione delle Superiore Maggiori Italiane (USMI).

L’elezione è avvenuta nel corso della 55.ma Assemblea generale che si è svolta a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, dal 26 al 28 marzo sul tema “La vita religiosa, risorsa ecclesiale per il bene comune”.

Nello stesso contesto è stata eletta la Vicepresidente: suor Regina Cesarato, Superiora generale delle Pie Discepole del Divin Maestro.

Madre Viviana Ballarin, 60 anni, originaria di Adria in provincia di Rovigo, è la Priora generale delle Suore Domenicane di Santa Caterina da Siena. Proprio all’esempio della Patrona d’Italia la religiosa si è richiamata per ricordare come la spiritualità sia fonte di forza e di incoraggiamento.

Nel suo messaggio di saluto alle oltre 90 mila religiose che operano nelle Chiese locali italiane o all’interno degli oltre 600 istituti che aderiscono all’USMI, la neopresidente ha detto di accogliere “questo servizio con trepidazione perché sono consapevole che il suolo su cui mi verrà chiesto di camminare nei prossimi cinque anni è sacro, è proprietà del Signore”.

“Sono certa – ha aggiunto – che cammineremo insieme, che insieme collaboreremo per essere, al cuore della Chiesa, uno spazio in cui molti fratelli e sorelle possono abitare e lasciarsi abitare dalla speranza”.

Il mandato della religiosa domenicana, che sostituisce madre Teresa Simionato, Superiora generale delle Dorotee, sarà in piena continuità con il passato in uno spirito di essenzialità. Più nella testimonianza di fede, ha detto, che nelle parole.

“La vita religiosa – ha aggiunto madre Ballarin – è chiamata ad essere con spontaneità e gioia, segno dell’amore di Dio in un mondo di conflitti”. Un mondo ha ricordato la neopresidente dell’USMI che “grida e chiede speranza e amore”.

Al termine dell’Assemblea generale, le suore hanno espresso, in una mozione, “viva simpatia per il monachesimo della tradizione buddista tibetana”, apprezzando “la scelta non violenta, il rispetto delle altre fedi e la grande disponibilità al dialogo”.

Deplorata, infine, “la repressione violenta e le ferite ai diritti dell’uomo in particolare alla libertà religiosa”, con l’auspicio di una “soluzione positiva e pacifica per il territorio del Tibet”.

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ZENIT Staff

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