Educare vuol dire costruire la persona

Viam Scire mette in discussione il nichilismo moderno

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ROMA, domenica, 9 marzo 2008 (ZENIT.org).- “La meta è la persona. La via è l’educazione”: questi i temi discussi in un incontro organizzato a Roma da Viam Scire mercoledì 5 marzo nel Palazzo Lateranense.

Viam Scire è un’iniziativa triennale inserita nel contesto del Progetto culturale della Chiesa italiana e affronta ogni anno sei temi differenti scelti nelle aree relative a “Via”, “Verità” e “Vita”.

Il titolo dell’incontro è stato preso direttamente dalle parole di Papa Benedetto XVI “Educare, una questione fondamentale e decisiva”, ed è stato dibattuto dal professore di Filosofia Politica all’Università di Venezia Vittorio Possenti, da Chiara Palazzini, docente di Pedagogia presso l’Istituto Pastorale della Pontificia Università Lateranense, e dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma.

Nel presentare il dibattito, monsignor Sergio Lanza, coordinatore di Viam Scire, ha spiegato che l’iniziativa si propone di ridare dignità e rilevanza all’educazione, che non è solo “acquisizione di competenze”, bensì “costruzione della persona”.

Per monsignor Lanza, l’obiettivo è quello di “rilanciare il concetto romano di educazione, la humanitas, e quello greco, paideia: parole che sottintendono l’impegno di insegnare a vivere”.

Il professor Possenti ha criticato in maniera diretta il moderno messaggio evoluzionista delle scienze, secondo cui “l’uomo è un animale, un derivato delle scimmie”.

Per il docente dell’Università di Venezia, questa concezione casuale “è alla base del comportamento diseducativo della nostra società”, perché esprime “una forma moderna di nichilismo che cancella le ragioni dell’educare”.

“Il nichilismo riduce la persona a oggetto, a esperimento, mentre l’educare fa riferimento ad un progetto di maggiore umanità” ha precisato, ricordando le parole pronunciate da Giovanni Paolo II all’UNESCO nel 1980, quando ricordava che l’educazione è finalizzata a far sì che “l’uomo diventi sempre più umano”.

Il professor Possenti ha sottolineato l’importanza dell’accompagnamento da parte della comunità educante per “prendere in mano il giovane e portarlo dinanzi a uno scenario di realtà in cui separare il bene dal male, la giustizia dall’ingiustizia, il vero dal falso”.

Il docente ha concluso precisando che “l’educazione della mente e quella del desiderio risultano fondamentali” in ogni processo di educazione, e per questo è necessario “recuperare fiducia nella ragione, capace di scoprire la verità delle cose” e “il bene”.

A questo proposito, la professoressa Palazzini ha ribadito la necessità di una pedagogia che sviluppi “l’arte di educare”, in cui siano chiari l’intento amorevole e la testimonianza coerente dei maestri.

Per la docente di Pedagogia della Lateranense stiamo assistendo a una perdita dell’arte di educare, sostituita “dall’abdicazione del ruolo genitoriale”.

“Manca la capacità di trasmettere alle nuove generazioni la centralità dell’amore che dovrebbe occupare il percorso educativo”, ha osservato.

“I genitori – ha aggiunto – devono accompagnare i propri figli in maniera convincente ad essere protagonisti della storia, senza aver paura di sbagliare”.

Il Cardinal Ruini si è detto d’accordo con Possenti sul fatto che “l’uomo non è oggetto, ma sempre implicitamente soggetto”.

“Guardare l’uomo al solo stato naturale è riduttivo”, ha spiegato il porporato, e “insistere sulla proposta naturalistica significa correre il rischio di un antropologia che indichi l’uomo come puro oggetto, non frutto di una progressiva emersione dalla natura, ma al contrario un pericoloso ritorno a ritroso”.

“La questione più importante – ha sottolineato – è quella di avere chiaro il traguardo dell’educazione, che è la persona umana”.

“Quando si ha chiaro che l’uomo non è semplicemente un pezzetto della natura, ma è immagine di Dio” e “ha una responsabilità morale, allora si può fare un’educazione che cerchi di formare la persona a questi grandi valori, a queste grandi realtà”.

Per far fronte al forte disorientamento della società contemporanea, priva di un sistema di valori condiviso, il Vicario di Roma ha ricordato il fondamentale ruolo dei genitori, che “danno sicurezza affettiva ai figli”.

“Per questo – ha continuato il Cardinal Ruini -, il Papa nella sua lettera ha insistito sulla fedeltà coniugale come base per la sicurezza educativa dei figli”.

Il Vicario di Roma ha concluso sostenendo che ai genitori non spetta il ruolo di amici, bensì quello di “dare le prime norme di vita, far capire al bambino che esiste una differenza tra il bene e il male”.

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ZENIT Staff

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