"Ecco perchè Benedetto XVI ha voluto Assisi III"

Le dichiarazioni del card. Tauran all’edizione francese di Radio Vaticana

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 26 ottobre 2011 (ZENIT.org) – Per capire il significato dell’incontro interreligioso che si svolgerà domani, giovedì 27 ottobre, ad Assisi, “penso che dovremmo fare riferimento a quello che ha detto il Papa il 1° gennaio 2011, quando ha annunciato che andavamo a celebrare il 25° anniversario della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace di Assisi, convocata da Papa Giovanni Paolo II nel 1986”.

Così ha dichiarato ieri il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ai microfoni del servizio in lingua francese della Radio Vaticana.

“Il Papa disse allora – ha ricordato il porporato – :«per questo, nel prossimo mese di ottobre, mi recherò pellegrino nella città di San Francesco, invitando ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace»”.

“E poi ha aggiunto – ha proseguito il cardinale francese – questa frase, che mi sembra un po’ emblematica per la celebrazione di giovedi. «Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio. Vi invito ad accompagnare sin d’ora con la vostra preghiera questa iniziativa»”.

“Quindi – ha affermato Tauran – viviamo in un mondo precario, dove la giustizia e la pace non sono garantite per tutti; purtroppo lo vediamo ogni giorno, le armi si fanno sentire prima del diritto: ecco perché, penso, che Benedetto XVI ha voluto Assisi III”.

Secondo il porporato, l’obiettivo degli incontri di Assisi è semplice: “dimostrare che esiste un’altra dimensione, diversa dalla lotta armata, per rivendicare i propri diritti”.

“Andando al di là della diversità delle religioni, la preghiera esprime una relazione con una Potenza estrema che supera le nostre capacità umane”, così ha continuato Tauran. “Allora praticando ciò che è comune a tutte le famiglie spirituali, la preghiera, il digiuno e il pellegrinaggio, si tratterà di dimostrare che le religioni sono fattori di pace, che la pace presuppone la verità, che i credenti e coloro che cercano Dio o l’Assoluto sono tutti in cammino verso la sorgente di luce e che la ricerca della verità non è soltanto l’affare dei soli cristiani”.

Dal punto di vista del metodo, “questa volta ci sarà più tempo per la riflessione, il silenzio si farà preghiera e coloro che vengono chiamati agnostici faranno sentire la loro voce”. Così ha concluso il cardinale.

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ZENIT Staff

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