È venuto, c'è e verrà

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 25,31-46

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Lettura

«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria…» dice Gesù. Tutta la Sacra Scrittura ruota intorno alla sua venuta: attesa come compimento della promessa nell’Antico Testamento, raccontata nel Nuovo. Il tempo della Chiesa è un godere della sua presenza misteriosa, ma nell’attesa del ritorno glorioso, e la Scrittura si chiude con l’invocazione: «Vieni, Signore Gesù» (Ap 22,20). Questa attesa è davvero un ad-tendere, un protendersi dei discepoli verso di lui che «verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine». Attesa dinamica, alla luce di quanto il Signore ci chiede.  

Meditazione

Già si è fatto riferimento, in una precedente meditazione, alle opere di misericordia che dalle parole di Gesù sul giudizio finale sono state tratte. Ciò che qui vogliamo sottolineare è quel «l’avete fatto a me» detto alle “pecore” e il «non l’avete fatto a me» detto alle “capre”. È lui che viene “sfamato, dissetato, accolto, vestito, visitato” ogni volta che a un fratello rivolgiamo la nostra attenzione. In uno dei suoi ultimi documenti magisteriali, il Messaggio per la Quaresima 2013, papa Benedetto – come già nella sua prima enciclica e nella Lettera apostolica Sul Servizio della carità – sottolineava «l’indissolubile intreccio tra fede e carità» e presentava «la carità come vita nella fede»: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva… Siccome Dio ci ha amati per primo, l’amore è la risposta al dono dell’amore. Il cristiano è una persona conquistata dall’amore di Cristo e, perciò, mosso da questo amore è aperto in modo profondo e concreto all’amore per il prossimo. Tutto ciò ci fa capire come il principale atteggiamento distintivo dei cristiani sia proprio l’amore fondato sulla fede e da essa plasmato. L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio per poi ridiscendere, portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio. Il rapporto che esiste tra fede e carità è analogo a quello tra il Battesimo e l’Eucaristia. Il Battesimo precede l’Eucaristia, ma è orientato ad essa; la fede precede la carità, ma si rivela genuina solo se è coronata da essa».

Preghiera

«Concedi a coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme». Conformaci a te, nell’impegno di ogni giorno. Scalpella il blocco di marmo che noi siamo, togli da noi ciò che impedisce alla forma di emergere. Rendici “creature nuove”.

Agire

Mi impegno oggi a rinunciare a qualcosa che mi costa davvero – cose materiali o tempo – per fare un dono a chi ha meno di me.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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