Salvatore Martinez

Rinnovamento nello Spirito Santo

“E misericordia sia!”

Un’originale riflessione sulle opere di misericordia spirituale in un libro di Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS)

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Nel clima di fiduciosa attesa suscitato dall’anno della misericordia, che si stende come un balsamo sulle ferite prodotte dalla difficile contingenza storica, ecco un libriccino piccolo ma prezioso che racchiude un’intuizione illuminante: associare le opere di misericordia spirituale alle parole pronunciate da Gesù sulla croce.
Il libro s’intitola E misericordia sia! (sottotitolo: Dalle sette parole di Gesù sulla croce, le sette opere di misericordia spirituale), ne è autore Salvatore Martinez ed è pubblicato a cura delle Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo (prima edizione: aprile 2016).
L’idea di fondo concepita dall’autore conferisce a quest’opera libraria un tratto di originalità, che consente una rilettura densa di suggestione degli ultimi momenti della vita di Gesù narrati dal Vangelo, con una gamma di emozioni tra il divino e l’umano.
È lo stesso autore ad esplicitare nel prologo la linea interpretativa del volume: “Dove le opere di misericordia spirituale – si domanda Martinez – sono state incarnate da Gesù nell’unica, vera e ultima reazione efficace contro la potenza del male? La risposta è solo una: sulla croce! La croce è il luogo della vittoria estrema della misericordia”.
“Questa scoperta di un Dio che si fa uomo per amore e per amore s’immola sino al sacrificio cruento della croce, sconvolge la cifra egoistica e autoreferenziale del genere umano. Dunque – argomenta Martinez – proviamo a trovare un rifugio sicuro nelle ultime sette parole di Gesù sulla croce. E a ciascuna di queste sette parole associamo un’opera di misericordia spirituale”.
Per offrire una visione d’insieme del libro, riteniamo utile dare un’immediata chiave di lettura riassumendo la sequenza delle “ultime sette parole di Gesù sulla croce” ed associando ad esse le sette opere di misericordia spirituale, così come proposto da Martinez.
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Con queste parole, pronunciate nel momento della più intollerabile sofferenza fisica, Gesù esprime il sentimento umanissimo del dubbio. “Sono abbandonati al dubbio – scrive Martinez – i nostri figli quando si inventano la vita dietro allo schermo di un computer. Sono abbandonati al dubbio i nostri anziani quando non c’è spazio per la loro benefica memoria del passato. Sono abbandonati al dubbio coloro che rimangono soli nelle periferie esistenziali…”. E allora, ecco il valore della prima opera di misericordia spirituale: Consigliare i dubbiosi.
Secondo il Vangelo di Giovanni, prima di abbassare il capo e rendere lo spirito, Gesù mormora: “Tutto è compiuto”. Sono parole, spiega Martinez, che non fanno “i conti con la fine, ma con un nuovo inizio, sempre con una nuova vita”. Ma questa “nuova vita”, che costituisce il nucleo del credo cristiano, è anche il messaggio più difficile da spiegare all’uomo, totalmente immerso nella sua materialità corporea. Comprendere che l’autentica verità della vita è situata in un altrove che ci trascende “rimane una abissale sfida per le nostre intelligenze”. Ed è per questo che Insegnare agli ignoranti costituisce la seconda fondamentale opera di misericordia spirituale.
Sempre nel Vangelo di Giovanni, negli istanti che precedono la sua morte sulla croce Gesù pronuncia le parole: “Ho sete”. Parole che, nella vicenda del Figlio di Dio, dove il dato esperienziale tende alla realizzazione di un fine ultimo, non alludono ad un bisogno di natura fisica ma dispensano un messaggio di natura spirituale.
Scrive infatti Martinez: “Gesù ha sete dell’uomo. Non si stanca di cercarci. Gesù ha sete di una nuova umanità, dell’uomo nuovo finalmente vincitore sulla morte, sul peccato…”. Ma al tempo stesso – continua l’autore – anche l’uomo ha sete: “Ha sete di verità, di giustizia, di pace, di bellezza, di bontà. L’uomo, anche il più lontano, il più ostinato peccatore, in fondo ha sete di Dio…”. Tutto questo riconduce alla terza opera di misericordia spirituale: Correggere i peccatori.
“Padre, nelle Tue mani consegno il mio spirito”. “Con questa parola di Gesù sulla croce – scrive Martinez – guardiamo alla quarta opera di misericordia spirituale: Consolare gli afflitti. Dalla cattedra della croce, Gesù ci insegna a sperare contro ogni speranza, a sentire che le mani di Dio sono più forti di qualsiasi mano potente degli uomini. È tutta qui la potenza della consolazione divina”.
“Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”. “Con questa parola di Gesù sulla croce, guardiamo alla quinta opera di misericordia spirituale: Perdonare le offese. Solo chi perdona – sottolinea Martinez – non sarà giudicato colpevole, perché dichiarando innocente l’altro troverà misericordia. È questa la più alta, eppure la più vera delle Beatitudini”.
“Donna ecco tuo figlio. Figlio ecco tua madre”. Queste parole che, secondo il Vangelo di Giovanni, Gesù rivolge a Maria prima di morire, affermano il valore eterno della famiglia, che richiede amore reciproco e capacità di esercitare la pazienza. “Non c’è luogo più della famiglia – scrive Martinez – in cui si vive l’impazienza nelle relazioni, negli affetti, nella trasmissione della fede, dei valori, delle memorie tra generazioni”. Ma, proprio per questo, “la famiglia cristiana è e rimarrà in ogni tempo il migliore laboratorio di pazienza per la salvezza di un’umanità che dispera…”. Ne scaturisce un insegnamento che riconduce alla sesta opera di misericordia spirituale: Sopportare pazientemente le persone moleste.
“Oggi sarai con me in Paradiso”. “Con questa parola di Gesù sulla croce, guardiamo alla settima opera di misericordia spirituale: Pregare Dio per i vivi e per i morti. Il malfattore convertito, pregando Gesù sospeso tra cielo e terra, ci ricorda che la morte non è la parola finale della nostra esistenza terrena; che c’è un ‘cielo’ in cui è possibile ‘entrare’ e nessuna chiave d’accesso è più potente della preghiera…”.
Salvatore Martinez è il primo laico alla presidenza del Rinnovamento nello Spirito Santo. Presiede inoltre la Fondazione Vaticana Centro Internazionale Famiglia di Nazareth, eretta nel 2012 da Benedetto XVI e approvata definitivamente da Papa Francesco il 29 gennaio 2016. Promotore del Polo di Eccellenza “Mario e Luigi Sturzo”, in Sicilia, nelle proprietà terriere e immobiliari dei venerati fratelli, è impegnato in campo sociale nel recupero dei carcerati ed ex carcerati, dei minori immigrati senza genitori e dei bambini afflitti da forte disagio sociale. Autore di 27 libri, svolge attività di conferenziere a livello internazionale su temi di natura spirituale e sociale.
Queste brevi note biografiche dell’autore del libro E misericordia sia! sono utili anche per comprendere la genesi dell’opera. Nella “Nota introduttiva”, Martinez infatti scrive: “Questo libretto dedicato alla Misericordia non sarebbe mai venuto alle stampe se non avessi messo piede in Giordania, Israele, Libano e, in queste ‘terre sante’, incontrato nei volti dei tanti crocifissi del nostro tempo un’ansia di misericordia e una fiducia nella risurrezione davvero contagiose. Finché ci lasceremo interpellare e sorprendere dallo Spirito Santo, allora ci sarà ancora modo di raccontare la nostra fede, di sentirci parte di un medesimo destino di gioia e di speranza, di non rendere vana la morte gloriosa di Gesù, le sue parole, le sue opere”.
Il volume al quale abbiamo dedicato queste brevi riflessioni è sicuramente un bel “modo di raccontare la nostra fede”. Un libro complesso e affascinante ma, al tempo stesso, dotato di grande “vis” comunicativa. Che aggiunge un importante tassello interpretativo alla comprensione del messaggio di Gesù, dando prova della gamma illimitata di emozioni spirituali che possono venire dalla rilettura dei testi sacri. Un libro che merita d’essere letto, approfondito e meditato perché racchiude, in poche pagine, una “summa” delle esperienze di fede che sono alla base della “grande sfida del cristianesimo”.

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Massimo Nardi

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