"È la libertà ad animare l'amore"

La lettera di marzo di monsignor Lorenzo Leuzzi agli universitari romani

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Riportiamo di seguito la lettera agli studenti universitari romani per il mese di marzo di monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria della Diocesi di Roma.

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Cari studenti universitari,

da pochi giorni è iniziata la Quaresima. Con molti di voi ci siamo preparati con la riflessione e la preghiera nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme.

Ci siamo lasciati con un impegno molto ambizioso: scoprire nella Celebrazione eucaristica che Dio mi ama in modo disinteressato.

Molti mi hanno chiesto: perché insiste sempre che non esiste la “mia Messa”, quella del “mio gruppo”, “della mia cappellania o parrocchia”? Perché non si può scegliere questa o quella celebrazione, questa o quella comunità per verificare la sensatezza o l’opportunità di partecipare alla Messa.

La Messa è la proposta di Gesù di incontrarmi qui e ora. Certo ciò si realizza in un luogo dove l’invito si fa storicamente percepibile, dove posso trovarmi di più a mio agio, perché conosco il sacerdote, gli amici o perché l’orario mi è più consono. Ma tutte queste motivazioni non sono sufficienti a giustificare il perché vado a Messa.

Certamente andare a Messa non fa male a nessuno. Ma per un universitario il tempo e le scelte devono essere ponderate e vissute pienamente.

La pienezza della Messa è l’invito incondizionato di Dio rivolto a te nella storia. La pienezza della tua esistenza è nella risposta incondizionata a questo invito.

“Ma come, Signore, mi ami in modo incondizionato? Non sono io che ho bisogno di Te, che ho desiderio di Te, che ho servito i fratelli con Te, che ho lottato per Te, che mi sono sacrificato per Te?”: per Gesù va tutto bene; ma non è la Messa.

La Messa inizia quando ti metti in viaggio per essere puntuale all’appuntamento stabilito da Gesù per te! È accogliere l’invito di Dio in Gesù Cristo. Nella celebrazione delle Ceneri abbiamo ascoltato due potenti invocazioni, quella del profeta Gioele e dell’apostolo Paolo: “Tornate a me e lasciatevi riconciliare” (cf. Gl, 2,12-18; 2Cor. 5,20-6,2).

Ma soprattutto Gesù ci ha ricordato, nel Vangelo di Matteo (cf. Mt. 6,1-18), che cos’è la Messa: è il Suo incontro esclusivo nella storia, nel segreto del mio cuore. Ma non in astratto, ma oggi, qui ed ora!

E le opere: Lui già le conosce. Non c’è bisogno che tu Gliene parli. Non c’è bisogno che siano fotografate e teletrasmesse. Nel silenzio, perché ciò che conta è che tutti sappiano che Dio in Gesù Cristo ha deciso di incontrarti.

Ecco perché, cari amici, la notizia da comunicare a tutti è una sola: vado a Messa!

Ma come!, un universitario perde tempo ad andare a Messa? Sì, perché è il tempo della mia pienezza storica.

Cari amici,

in Quaresima siamo chiamati a camminare insieme per verificare se è proprio vero che Dio ha deciso di invitarmi da Lui, di preparare un posto per stare a cena con Lui per condividere con me il Suo progetto.

La vera penitenza per ciascuno di noi è rinunciare ai propri bisogni, perché essi ci danno l’illusione di essere utili. Anche il servizio può essere un bisogno, anche l’amore!

“Ti amo perché ti amo”!: questa esperienza l’abbiamo già vissuta nella prima Domenica di Quaresima quando abbiamo ascoltato la prima alleanza, quella di Dio con Noè (cf. Gen. 9, 8-15) ), immagine di quella di Gesù nella Sua Pasqua di morte e resurrezione.

L’alleanza con Noè fu unilaterale! Con tutti, con tutta l’umanità, senza condizionamenti.

Così siamo chiamati a fare anche noi: amare Gesù in modo unilaterale, ti amo perché ti amo, senza condizionamenti. Incomincia così l’originale e indimenticabile lotta tra due amanti per scoprire chi dei due ama di più. Posso testimoniare che nella mia vita ha vinto sempre Lui! Non sono i condizionamenti a suscitare l’amore, ma al contrario è la libertà ad animare l’amore.

Quanta tristezza sentire che tanti coniugi non lottano più nell’amore, ma sono rassegnati! E’ il segno che il loro amore è stato condizionato!

Cari amici,

custodiamo gelosamente nel nostro cuore l’invito di Gioele e Paolo: “torna a me e lasciati riconciliare”. Non presentarti al Signore con i tuoi bisogni religiosi o sociali, ma con la tua libertà, di un giovane che va alla ricerca di essere amato in modo incondizionato.

Vedrai che Gesù non ti deluderà mai! Perché solo Lui ti conosce! È nella storia e ti sostiene con la forza del Suo Spirito!

Domenica 8 marzo, nel pomeriggio, ci incontreremo presso le Catacombe di S. Callisto, luogo simbolico della testimonianza della primitiva comunità cristiana. Il loro ricordo sarà la forza per rispondere al Signore con l’entusiasmo e l’intelligenza dei giovani universitari:

“Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!” (Gv. 6,68)

Vi aspetto. Ancora buon cammino quaresimale.

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ZENIT Staff

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