E’ in atto una rinascita del senso di Dio che coinvolge molti scienziati

Parla monsignor Gianfranco Basti, Direttore del Progetto STOQ

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CITTA’ DEL VATICNANO, venerdì, 4 novembre 2005 (ZENIT.org).- Monsignor Gianfranco Basti, docente di Filosofia della Scienza e della Natura alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, nonché Direttore del Progetto STOQ (Science Theology and the Ontological Quest), sostiene che attualmente sempre più scienziati si stanno aprendo alla possibilità dell’esistenza di Dio.

In una intervista concessa a ZENIT, monsignor Basti ha spiegato i temi al centro I Congresso Internazionale del Progetto STOQ, patrocinato dal Pontificio Consiglio della Cultura, sul tema: “L’Infinito nella scienza, nella filosofia e nella teologia”, che si terrà dal 9 all’11 novembre 2005, presso la Pontificia Università Lateranense (www.stoqnet.org/stoq05/index.html).

Di fronte ad una certa cultura dominante che tende al relativismo, giungendo in questo modo a rimuovere la concezione di Dio, monsignor Basti ha replicato che ciò “è vero, per la cultura dominante, mentre a livello della cultura di base la ricerca dell’infinito e di Dio, cresce e gode di ottima salute”.

“A questa cultura di base appartengono molti scienziati – ha spiegato –. Oggi è difficile trovare uno scienziato che sia completamente chiuso al discorso dell’ipotesi di Dio. E’ in atto infatti una rinascita del senso di Dio, molto diffusa, a cui partecipano un gran numero di scienziati.”

“Attualmente la scienza sa di poter parlare solo di ciò che è finito, mentre l’infinito è stato spostato nel campo del virtuale. Il dibattito era già intenso nell’800 quando il grande matematico tedesco Georg Cantor (1845-1918) provò a calcolare l’infinito. Si pensò che l’infinito di Dio era stato immanentizzato nella matematica e Cantor si ribellò contro questa interpretazione perché era un credente”.

“Questo prova la strumentalizzazione di un certo immanentismo che cercava di ridurre Dio a ciò che era trattabile scientificamente, per esempio l’infinito matematico”, ha affermato.

Cercando di rispondere alla domanda se l’universo sia in realtà finito o infinito, monsignor Basti ha detto che “se l’universo fosse infinito sarebbe una infinità virtuale perché si tratta di una realtà dinamica e non statica”.

“C’è una differenza tra l’infinito del creato che è virtuale e l’infinito di Dio che è attuale, non si può confondere il piano oggettivo con quello trascendente. Ma non c’è contrapposizione tra i due piani, perché l’infinito virtuale è una nozione che non contrasta ma è perfettamente in accordo con l’attualità di Dio e rientra nella tradizione teologica più pura, basta leggere Sant’Agostino e san Tommaso per trovare questa concordanza”, ha aggiunto.

Circa il rapporto tra Chiesa e progresso scientifico, monsignor Basti ha raccontato che quando era ancora un giovane prete “Giovanni Paolo II andò a Colonia incontrando gli scienziati e disse che al di là della questione galileiana, il ruolo della Chiesa è quello di promuovere la cultura scientifica come ricerca della verità. In questo modo il Pontefice indicò nella Chiesa colei che avrebbe difeso la scienza”.

“Questo intervento viene citato poco, ma tutte le persone di buona volontà dovrebbero sentirsi impegnate in questo far riemergere la scienza, perché gli scienziati autentici sono alleati e non nemici di chi cerca la verità”, ha osservato.

Per fare un esempio dell’interesse dimostrato dai diversi ricercatori sul tema che verrà dibattuto durante il Congresso, il Direttore del Progetto STOQ ha poi raccontato “che molti dei grandi scienziati che parleranno al Convegno non erano nella nostra agenda, si sono fatti avanti loro, hanno voluto intervenire al Convegno, perché hanno un grande interesse a discutere sull’infinito”.

“Ci sono molti Congressi scientifici nel mondo, ma quasi nessuno affronta temi di fondo come questo dell’infinito. Il Congresso ha anche delle ripercussioni pratiche concrete in relazione ai modelli di calcolo”.

“Risolvere certi problemi dell’infinito significa risolvere certi problemi di calcolo. Non si ha occasione di discutere dell’infinito in questi termini e noi gliela abbiamo data”, ha infine concluso.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione