“E’ impossibile non legare l’attuale situazione del Papa all’Anno dell’Eucaristia”

Afferma l’Arcivescovo di Granada, monsignor Francisco Javier Martínez Fernández

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CITTÀ DEL VATICANO, martedì, 8 marzo 2005 (ZENIT.org).- In Giovanni Paolo II “vedo la testimonianza di un’offerta che riflette la vita di Gesù Cristo”, ha affermato monsignor Francisco Javier Martínez, Arcivescovo della Diocesi di Granada.

E’ stato questo il commento rilasciato a ZENIT da monsignor Martínez, che è anche Presidente della Regione Ecclesiastica di Granada, in occasione di un recente pellegrinaggio a Roma di più di mille persone provenienti da diverse diocesi dell’Andalucia.

L’Arcivescovo ha sottolineato che a suo avviso “è impossibile non legare l’attuale situazione che il Papa sta vivendo all’Anno dell’Eucaristia. Vedo la testimonianza di un’offerta che riflette la vita di Gesù Cristo e che invita ognuno di noi a darne testimonianza”.

“Il Papa è la testimonianza vivente del fatto che un letto di ospedale può servire perfettamente come altare nel quale continuare ad offrire se stessi”, ha aggiunto.

“Il Papa non fa nulla di diverso rispetto a quello che ha sempre fatto: dare la vita perché gli uomini conoscano Gesù Cristo. L’attuale momento della Chiesa non è meno fecondo rispetto ad altri momenti. È un momento di fragilità nel quale risplende con maggiore luce la forza di Dio”, ha quindi continuato.

Alla domanda se il mondo riesce a comprendere questa situazione di fragilità in cui risplende la forza di Dio, monsignor Martínez ha replicato che “il mondo comprende ciò che vuole, e soprattutto le istanze portatrici dei propri interessi e dei propri calcoli. Ma gli uomini dal cuore semplice intuiscono perfettamente questo messaggio”.

”Nella figura del Papa, il suo ministero coincide a tal punto con la sua umanità, che persino i più lontani dalla Chiesa possono riconoscere la grazia di Dio in quella umanità”, ha proseguito.

”Si possono trovare cattolici che vivono unicamente per la politica del calcolo e, per contro, pagani che comprendono – ha infine concluso –. Qualcosa di simile succedeva anche a Nostro Signore: talvolta lo comprendevano di più quelli lontani e meno quelli che gli stavano vicino…”.

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ZENIT Staff

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