Dziwisz: "Perché non ho bruciato gli appunti personali di Wojtyla"

Il porporato, segretario particolare di Giovanni Paolo II per circa 40 anni, parla delle “note spirituali” del Beato pubblicate ora nel libro “Sono nella mani di Dio”

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“Don Stanislao”, il cardinale Stanisław Dziwisz, allora segretario particolare del Pontefice polacco, attualmente arcivescovo Metropolita di Cracovia, ha compiuto alla lettera ogni desiderio espresso da Wojtyla nel Testamento, dopo la sua morte. Tranne uno: bruciare gli appunti personali.

“Fedelmente ho compilato la volontà del Santo Padre dopo la sua morte nel 2005, dando via tutte le cose che ha avuto, soprattutto i ricordi personali. Ma non ho avuto il coraggio di bruciare le carte e quaderni di note personali che ha lasciato, perché contengono le informazioni importanti sulla sua vita”, ha ammesso il porporato. Ora le annotazioni spirituali del Pontefice – che verrà proclamato Santo insieme a Giovanni XXIII il prossimo 27 aprile – sono state raccolte e pubblicate nel volume “Sono nelle mani di Dio. Note personali 1962–2003”, edito dalla Casa Editrice polacca “Znak”.

“Li ho visti sulla scrivania del Santo Padre, ma non li ho mai guardati – scrive Dziwisz nella prefazione del libro – Quando ho letto il suo Testamento, mi sono comosso che Papa Giovanni Paolo II, che ho accompagnato per quasi 40 anni, abbi affidato a me anche i suoi affari personali”. Il cardinale spiega anche perché abbia “disubbidito” al Papa: “Non ho bruciato le note di Giovanni Paolo II – afferma – in quanto sono la chiave per comprendere la sua spiritualità, e tutto quello che ci sia di più profondo nell’uomo: la sua relazione con Dio, con l’altro uomo e con se stesso”.

Questi appunti, prosegue, “rivelano l’altra faccia della persona che abbiamo conosciuto come vescovo a Cracovia e a Roma, come Pietro del nostro tempo, Pastore della Chiesa universale. Rivelano la sua vita anche prima, negli anni in cui ha ricevuto l’ordinazione episcopale e ha preso la sede arcivescovile di Cracovia. Permettono di guardare in questo rapporto intimo, personale di fede a Dio Creatore, il Datore della vita, Maestro e Insegnante. Mostrano al tempo stesso la fonte della sua spiritualità, la sua forza interiore e la determinazione di servire Cristo fino all’ultimo respiro della vita”. 

“Quando torno alle note di Giovanni Paolo II, io vedo il Santo Padre nella cappella privata al via Franciszkańska a pregare immerso in Dio davanti al Santissimo Sacramento, e sento i suoi sospiri dalla piccola cappella del Palazzo Apostolico in Vaticano”, si legge nel testo dell’ex segretario di Wojtyla. “Il suo volto radioso non ha mai tradito ciò che aveva vissuto. Sempre coraggiosamente fissò alla croce e all’icona della Madonna di Czestochowa. Da Lei ha imparato la dedizione totale a Dio, ripetendo le parole di san Luigi Maria de Montfort : Totus Tuus ego sum, o Maria, et omnia mea Tua sunt. Sono tutto tuo, oh Maria, e tutto ciò che è mio è tuo“. 

La totale dedizione a Dio e a Maria, così come la risposta piena alla volontà di Dio sino alla fine sono stati i tratti caratteristici di questo “Uomo della preghiera”, che “nel rapporto con Dio scoprì il ricco mondo dello spirito”, aggiunge Dziwisz. Auspica, infine, “che la lettura delle notespirituali di Giovanni Paolo II possano aiutare tutti a scoprire le profondità spirituale di un uomo del XXI secolo e portino ad un amore ancora più grande verso Dio e le persone”.

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Mariusz Frukacz

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