Dure condanne ai “Montagnard” che hanno protestato per la repressione religiosa in Vietnam

Si tratta di una minoranza a maggioranza cristiana

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HANOI, martedì, 23 novembre 2004 (ZENIT.org).- Diciassette “Montagnard” – membri di popolazioni degli altipiani centrali del Vietnam, per la maggior parte di religione cristiana – hanno ricevuto condanne fino a dieci anni di carcere per “aver minacciato la sicurezza e l’unità nazionale” durante le proteste alla vigilia della Pasqua scorsa.

Alla persecuzione alla quale sono sottoposti i “Montagnard” da parte del Governo vietnamita si è sommata alla vigilia delle celebrazioni pasquali di quest’anno la violenta repressione di una manifestazione pacifica a Buon Ma Thuot (capoluogo della provincia di Daklak).

Le tribù della zona che hanno manifestato in quei giorni chiedevano la restituzione di terre confiscate dal Governo, libertà religiosa e sostegno allo sviluppo della regione, tra le più povere del Vietnam.

I “Montagnard” hanno organizzato queste manifestazioni “partendo dai loro villaggi sperduti, attraversando i comuni, e giungendo fino ai capoluoghi provinciali negli Altopiani Centrali del Vietnam per riunirsi e pregare pubblicamente davanti agli edifici del Partito comunista vietnamita” ha spiegato a ZENIT padre Giuseppe Hoang Minh Thang, sacerdote della redazione vietnamita di “Radio Vaticana” (cfr. ZENIT, 16 giugno 2004).

“Lo slogan era “Moak Hrue Yesus Kgu Hdip” (Felice giorno, Cristo è risorto). Secondo le fonti locali, erano 130.000. Le forze governative hanno usato le armi causando circa 400 morti”, ha informato il sacerdote, avvertendo in ogni caso della difficoltà di “confermare cosa sia veramente accaduto perché il governo vietnamita ha impedito agli stranieri di recarsi nella regione”.

Lunedì scorso, fonti ufficiali hanno annunciato che la settimana scorsa, nella provincia di Dak Nong, il Tribunale provinciale del popolo, dopo tre diversi processi, aveva condannato diciassette “Montagnard” con pene da 3 a 10 anni di carcere.

Facendosi eco della notizia, “AsiaNews” ha spiegato che i condannati sono stati accusati di aver costretto membri della loro etnia a fuggire nella vicina Cambogia e di aver convinto altri “Montagnard” ad unirsi alla protesta della vigilia di Pasqua, provocando disordini pubblici ed affrontando la polizia del Partito Comunista e il Governo.

L’agenzia del PIME sottolinea che alcune organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno elevato a 10 il numero dei manifestanti morti negli scontri con la polizia, mentre Hanoi ha dichiarato che solo due persone avevano perso la vita a causa di pietre lanciate da altri manifestanti.

Almeno una dozzina di “Montagnard” restano in carcere nelle province di Daklak e Gian Lai accusati di essere implicati nelle manifestazioni, mente si calcola che più di mezzo migliaio di persone sono fuggite in Cambogia dopo la repressione della protesta.

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ZENIT Staff

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