Due nuovi sedi di ACS in Messico e Corea del Sud

Inoltre la fondazione pontificia intensificherà i rapporti con i benefattori di Malta, dove presto aprirà una nuova sezione e a maggio organizzerà un convegno sulla libertà religiosa

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Due nuove sezioni, la prima inaugurata in Asia: terra di profonda fede cristiana, spesso messa a dura prova dalla persecuzione. Il 2014 sarà per Aiuto alla Chiesa che Soffre un anno di straordinaria importanza perché vedrà l’inaugurazione di due sedi nazionali in Messico e in Corea del Sud. Inoltre la fondazione pontificia intensificherà i rapporti con i benefattori nell’isola di Malta, dove presto potrebbe aprire una nuova sezione e dove nel maggio prossimo organizzerà un convegno internazionale sulla libertà religiosa, al quale parteciperanno il presidente internazionale dell’Opera, il cardinale Mauro Piacenza, e numerosi testimoni della Chiesa che soffre.

«La nostra presenza in un maggior numero di paesi – afferma il presidente esecutivo internazionale di ACS, Johannes Heereman von Zuydtwyck – permette di rafforzare la nostra opera al servizio dell’evangelizzazione e a sostegno della Chiesa povera e perseguitata». Oltre ad aumentare la propria presenza globale  – con l’aggiunta di Messico e Corea del Sud sale a diciannove il numero di uffici nazionali – Aiuto alla Chiesa che Soffre avrà per la prima volta una sede in Asia, un continente che Papa Francesco ha confermato essere una priorità per la missione della Chiesa. «La necessità di una rappresentanza asiatica – spiega Heereman – è tra i motivi della scelta di Seul, insieme alla straordinaria vivacità di una Chiesa in crescita in un paese in piena ascesa economica».

Le nuove generazioni di sudcoreani non conoscono la povertà o gli orrori della guerra. Eppure sono passati solo 52 anni da quando il fondatore di ACS, padre Werenfried van Straaten, guardando la baraccopoli di Seul esclamò: «L’indigenza di Cristo grida vendetta al cielo».  Negli ultimi decenni la Chiesa ha conosciuto un rapido sviluppo e la fede dei sudcoreani si è rafforzata anche grazie all’esempio degli oltre 10mila fedeli martirizzati nel XIX secolo, 103 dei quali sono stati canonizzati da Giovanni Paolo II nel 1984. Da allora il numero dei cattolici è più che raddoppiato – oggi sono 5milioni e 300mila, circa il 10,3% della popolazione – e continua a crescere. «Il martirio che si consuma davanti ai loro occhi in Corea del Nord – afferma il responsabile della nuova sede ACS di Seul, Johannes Klausa – alimenta costantemente la fede dei sudcoreani. Peraltro con l’imminente viaggio di Papa Francesco in Corea del Sud e la beatificazione di altri 124 martiri coreani, non poteva esserci momento migliore per inaugurare in nuovo ufficio ACS a Seul».

Grande attesa anche per l’apertura dell’ufficio messicano: sede nazionale di un paese che con i suoi 97milioni di fedeli è il secondo al mondo per numero di cattolici. Da diversi anni i benefattori messicani desideravano avere una rappresentanza della fondazione pontificia nel proprio paese e le loro richieste saranno presto esaudite. Per i primi due anni la nuova sede farà parte della sezione spagnola di ACS e sarà affidata a Matilde Latorre, della sede di Toledo. «Abbiamo già ricevuto la benedizione degli arcivescovi di Città del Messico e Guadalajara – ha affermato il presidente Heereman – e l’ufficio messicano aprirà entro la seconda metà del 2014».

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ZENIT Staff

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