Dove si studia la bioetica?

ROMA, domenica, 26 settembre 2004 (ZENIT.org).- Di seguito pubblichiamo per la rubrica di Bioetica l’intervento della dottoressa Claudia Navarini, docente della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

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Quando, nel 1971, Van Rensselaer Potter scrisse Bioethics: Bridge to the Future, era forse difficile prevedere che la bioetica, dapprima nell’alveo della medicina o della filosofia e poi con un suo proprio statuto epistemologico, avrebbe attirato alla ricerca e allo studio così tante persone, generando una vasta rete di docenti, esperti e cultori, e diramandosi nella riflessione giuridica, nel settore biotecnologico, nell’etica dell’impresa e in quella dell’ambiente, nella politica sanitaria, nelle scelte istituzionali, come pure nel settore della comunicazione, dal giornalismo alla televisione e al cinema.

Si può dire che tutta l’opinione pubblica sia “appassionata” di bioetica: i problemi etici sollevati dalla bioetica, infatti, interessano tutti, e tutti si formano opinioni personali sui principali eventi e temi di rilevanza bioetica, dal momento che riguardano gli aspetti cruciali della vita umana, come il nascere, il morire, la malattia e il dolore, la sessualità, l’assistenza sanitaria, l’ambiente. Per questa ragione molti avvertono il desiderio e talora la necessità professionale di seguire corsi di formazione, quando non addirittura di fare della bioetica il proprio principale campo di attività.

In Italia i centri che offrono corsi di bioetica di vario livello (perfezionamento, specializzazione, master, laurea e dottorati) si sono moltiplicati notevolmente dagli anni Ottanta ad oggi, e va parallelamente crescendo il numero delle pubblicazioni specialistiche, degli eventi di rilievo nazionale e internazionale, dei siti internet tematici. Lo stesso governo, analogamente a quasi tutti i paesi del mondo occidentale, ha creato nel 1990 il Comitato Nazionale per la Bioetica , con il compito precipuo di fornire pareri consultivi agli organi istituzionali e al vasto pubblico sui problemi bioetici, soprattutto su quelli che possono richiedere un intervento normativo.

Varie sono le scuole di pensiero oramai consolidate nel campo della riflessione bioetica. I due principali paradigmi etici di riferimento si sintetizzano nel paradigma della sacralità della vita, per il quale la vita umana è un valore da servire, un dono da tutelare e pertanto un bene indisponibile per l’uomo, e in quello della qualità della vita, secondo cui l’uomo può disporre della propria vita in base al principio di autonomia etica o di autodeterminazione.

È evidente che il primo modello riconosce una verità oggettiva e naturale sull’uomo e su tutta la biosfera alla quale l’intelletto e la volontà debbono conformarsi, mentre il secondo adotta una visione “pluralista” dell’etica che si ferma al confronto e al dialogo fra i diversi punti di vista (cfr. C. Navarini, La bioetica ). Inoltre, il primo paradigma tende a mettere al centro della riflessione il valore oggettivo della persona, inteso come caratteristica intrinseca e costitutiva dell’essere umano, laddove il secondo privilegia il valore dell’individuo, con il suo personale bagaglio di valori e di aspirazioni, quale criterio fondamentale di giudizio.

Capostipite della prima “scuola” è il gruppo di ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, presso cui è sorta la prima cattedra italiana di bioetica. Attraverso l’Istituto di Bioetica ed il Centro di Bioetica, l’Università Cattolica offre valide opportunità di formazione: oltre ad un Dottorato di ricerca in Bioetica e al Diploma Universitario in Etica Sanitaria e Bioetica, propone diversi Corsi di perfezionamento (livello base, livello avanzato e indirizzo didattico-pedagogico), corsi estivi di aggiornamento, un Master in Bioetica (in collaborazione con l’Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi su Matrimonio e Famiglia), un Master in Teologia Pastorale Sanitaria (in collaborazione con l’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum”). Da diversi anni è attivo, oltre al polo romano, anche quello milanese . Il Centro di bioetica dell’Università Cattolica è punto di riferimento e di coordinamento per vari centri di bioetica sparsi sul territorio nazionale che condividono l’ispirazione cattolica e la prospettiva etica del personalismo ontologicamente fondato. Esso “si propone un costante riferimento ai criteri di scientificità, di fedeltà alla visione cattolica della vita e di attenzione ai problemi posti dal progresso scientifico e dall’evoluzione sociale”.

Nella medesima direzione opera l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma , che ha inaugurato nel 2001 la prima Facoltà di Bioetica al mondo, offrendo la possibilità di una preparazione altamente specializzata, nei tre gradi accademici di Baccalaureato (I livello), Licenza (II livello) e Dottorato (III livello). Insieme alla Libera Università degli studi S. Pio V offre inoltre la laurea di I livello in Bioetica e Scienze politiche. Tali corsi di studi si aggiungono al Master di Bioetica, da tempo svolto dall’Ateneo Regina Apostolorum, al Master di Etica Ambientale e al Corso estivo di aggiornamento attivati dalla Facoltà. È significativa la possibilità di frequentare i corsi anche a distanza, tramite videoconferenza, da diverse sedi convenzionate. Tra le finalità dell’insegnamento impartito, che si basa sull’indagine razionale in conformità con il Magistero della Chiesa Cattolica, vi è quella di “favorire la creazione di una corrente di pensiero nella linea della cultura della vita e del rispetto integrale della persona umana”.

Sempre nella capitale e con impostazione conforme alla morale della Chiesa Cattolica, si trova il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia , fondato dal Santo Padre nel 1981 presso l’Università Pontificia Lateranense. In collaborazione con L’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica, ospita un Master in Bioetica e Formazione di durata biennale. Scopo dell’Istituto è quello di “offrire a tutta la Chiesa un contributo di riflessione filosofica, teologica e pastorale, sulla verità circa la persona, il matrimonio e la famiglia, con l’aiuto delle varie scienze umane”.

Nella linea della cultura della vita e del personalismo cristiano si riconosce anche la Scuola di Specializzazione in Bioetica e Sessuologia dell’ Istituto Teologico San Tommaso di Messina , sponsorizzata dall’Università Pontificia Salesiana. In collaborazione con l’Università Cattolica di Roma, propone un Master universitario di specializzazione in Bioetica e Sessuologia.

Una posizione più sfumata, ma sostanzialmente compresa nel primo modello, è quella del Centro Interuniversitario di Bioetica e Diritti Umani dell’ Università di Lecce , sede di un dottorato di ricerca in bioetica, che presta attenzione specifica al settore del biodiritto e che dichiara di costituire, dal punto di vista etico, una “terza via” fra la scuola dell’autoderminazione tipica della bioetica “laica” e quella del personalismo ontologicamente fondato; in altre parole, “si propone con un peculiare approccio, che non è quello della concezione sacrale, né quello della concezione laica della vita. Suo punto di partenza, infatti, è lo studio dell’ordine insito nella struttura ontologica dell’uomo e, quindi, l’inviolabilità della vita umana; posizione questa comune a tutti coloro che credono nell’etica religiosa e nell’etica naturale, sia quest’ultima d’ispirazione naturalistico-immanentistica o naturalistico-materialistica”. Il centro offre anche annualmente un Corso di Perfezionamento.

L’ Istituto Siciliano di Bioetica , infine, presso la Facoltà Teologica di Sicilia ad Acireale (PA), offre da anni un Master in bioetica per operatori sanitari, membri di comitati di bioetica e cultori della materia, con una specifica attenzione alla “bioetica mediterranea”, cioè alle scuole bioetiche sviluppate dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Nell’ambito del secondo paradigma, comprensibilmente più variegato del primo, si situa il CIRSFID (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Storia del Diritto, Filosofia e Sociologia del Diritto e Informatica Giuridica) di Bologna, che attiva da alcuni anni un dottorato di ricerca in bioetica in collaborazione con i dipartimenti di Scienze Giuridiche, Filosofia, Psicologia, Medicina e Ginecologia dell’ Università degli Studi di Bologna. Il dottorato ha come sede consorziata il Dipartimento di Storia e Filosofia del Diritto dell’Università di Parma. Tale dottorato “nasce specificamente come corso interdisciplinare tra materie classiche di afferenza per sviluppare un tipo di ricerca sistemico, in cui confluiscano le varie competenze e tipologie di approccio”.

Similmente, dall’a.a. 2002-2003, è presente, presso le Facoltà di Filosofia e di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’ Università di Roma La Sapienza , il Master di alta formazione in Etica pratica e Bioetica, che si aggiunge al Corso di perfezionamento in Bioetica, attivato già da molti anni dalle due facoltà. Il Master, della durata di un anno a tempo pieno, “fornisce una preparazione interdisciplinare che prendendo in considerazione il costituirsi di diversi settori dell’etica pratica (dall’etica degli affari all’etica dell’informazione, etica della comunicazione, etica del lavoro, etiche professionali, etica dell’insegnamento ) approfondisce in particolare le principali problematiche della bioetica intesa come insieme di riflessioni sui problemi pratici che gli sviluppi degli ultimi decenni nelle aree della biologia e della medicina hanno fatto nascere nel trattamento della vita vegetale (etica ambientale), animale ( etica degli animali) e umana (etica bio-medica)”.

Nel secondo paradigma si identifica anche il gruppo di ricerca del Dipartimento di Medicina Legale, del Lavoro, Psicologia Medica e Criminologia dell’ Università degli studi di Genova, che propone un Master universitario di II livello in Bioetica Clinica e Scienze Forensi, volto a fornire una “preparazione culturale e professionale che promuova l’acquisizione di capacità dirette ad effettuare una riflessione etica-giuridica e medico legale sui particolari problemi creati dalle nuove scoperte scientifiche e dalle loro applicazioni tecnologiche. Il modello di approccio e gestione delle tematiche proposte nel corso è improntato a garantire oltre che un’integrazione tra le diverse discipline coinvolte, una stretta interazione tra livello teorico e pratico anche con valutazione ed elaborazione di pareri su casi di forte criticità etica”.

Al di fuori dei due filoni considerati, si può considerare la proposta della Prima Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ Università di Roma La Sapienza , che offre un Master universitario di II livello di Bioetica Clinica, allo scopo di formare i medici e tutti gli interessati nell’affrontare in concreto le situazioni cliniche di rilevanza bioetica. In questo senso, vuole sviluppare “la capacità di poter effettuare una riflessione etica sui particolari problemi creati dalle nuove scoperte scientifiche e tecnologiche allorquando vengano proposte agli operatori sanitari e alla società tutta”, anche in previsione di svolgere un ruolo attivo all’interno dei comitati etici ospedalieri. Accanto al Master si svolge, con finalità analoghe, il Corso di Perfezionamento di Alta Formazione in Bioetica Clinica.

Il Dipartimento di Pediatria dell’ Università di Padova offre un Corso di Perfezionamento in Bioetica pediatrica, che si rivolge ai medici e approfondisce anch’esso soprattutto gli aspetti clinici. Partecipa inoltre all’organizzazione del Master Europeo in Bioetica, insieme alla Fondazione Lanza di Padova, all’Università di Nijemegen, a quella di Lovanio e a quella di Madrid.

Un dottorato di ricerca in bioetica è presente anche presso la Scuola di Dottorato in Scienze Filosofiche dell’ Università di Napoli Federico II , le cui linee di riflessione etica sono delineate dalla prospettiva della “bioetica globale” di stampo potteriano: “accanto all’etica medica, vanno … poste la bioetica animalista ed ambientale, nella consapevolezza della sostanziale unità del mondo vivente e della necessità della tutela della biodiversita’ e, quindi, nell’ottica di una bioetica “complessiva”. … La coscienza dell’accresciuto potere dell’uomo sull’ambiente e dei rischi generati da un uso acritico delle scoperte scientifiche suscita interrogativi che coinvolgono ciascun individuo, col suo personale sistema di valori, e l’intero corpo sociale, nella molteplicità delle sue articolazioni; pertanto, l’analisi di tali quesiti viene svolta con un approccio di tipo pluralistico e interculturale, aperto al confronto e al dialogo con gli orientamenti più diversi”.

La panoramica presentata non può in alcun modo dirsi esaustiva, limitandosi a presentare alcuni esempi di offerta formativa in bioetica. È tuttavia indicativa dell’enorme rilevanza etico-scientifica che la bioetica riveste all’interno dell’orizzonte culturale italiano attuale, e la cui portata, lungi dall’avere raggiunto il suo “naturale esaurimento” – come talora è stato affermato – promette di espandere ulteriormente il suo raggio di influenza e il suo spazio di azione sociale.

[I lettori sono invitati a porre domande sui differenti temi di bioetica scrivendo all’indirizzo: bioetica@zenit.org. La dottoressa Navarini risponderà personalmente in forma pubblica e privata ai temi che verranno sollevati. Si prega di indicare il nome, le iniziali del cognome e la città di provenienza]

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ZENIT Staff

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