"Dove non c'è misericordia non c'è giustizia"

A Santa Marta, papa Francesco stigmatizza la rigidità di chi osserva la “lettera della legge” ma poi è preda della corruzione

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Non c’è giustizia se non c’è misericordia. Lo ha ribadito stamattina papa Francesco, durante l’omelia alla Casa Santa Marta, attingendo innanzitutto alla prima lettura odierna (Dan 13,1-9.15-17.19-30.33-62), che riporta la vicenda di tre giudici e tre donne: un’innocente, un’adultera e una vedova bisognosa.

“Tutte e tre secondo alcuni padri della Chiesa, sono figure allegoriche della Chiesa: la Chiesa Santa, la Chiesa peccatrice e la Chiesa bisognosa”, ha sottolineato il Papa.

I tre giudici invece sono “cattivi” e “corrotti”, come lo sarebbero stati i farisei che portarono l’adultera, davanti a Gesù. “Avevano dentro il cuore la corruzione della rigidità” e si sentivano senza macchia, perché osservavano la “lettera della legge”, ha commentato il Santo Padre.

Tuttavia una rigidità come la loro “può andare avanti in una doppia vita”: pertanto tali giudici, in pubblico condannavano le donne, poi, in privato e “di nascosto”, le usavano per “divertirsi un po’”. Inoltre, “con la rigidità neppure si può respirare”, ha affermato il Pontefice.

Nel racconto biblico odierno, emerge come due giudici anziani ricattano Susanna perché si conceda loro, ma lei non si fa corrompere. I due giudici, invece, sono corrotti dalla lussuria, ha detto Francesco, un vizio che “con gli anni diventa più feroce, più cattivo”.

Il giudice in questione, ormai, “non temeva Dio e non si curava di nessuno”, tranne che di “se stesso”: costui era “un affarista, un giudice che col suo mestiere di giudicare faceva gli affari”, ammaliato dal “denaro” e dal “prestigio”. Giudici di questo genere “non conoscevano una parola, non conoscevano cosa fosse misericordia”, proprio perché erano corrotti.

La Bibbia, al contrario, “ci dice che nella misericordia è proprio il giusto giudizio” e le tre donne della prima lettura di oggi sono vittime della “mancanza di misericordia”. Questa mancanza si riscontra ancora oggi “sia nel civile, sull’ecclesiastico”, ha osservato il Papa.

“E dove non c’è misericordia non c’è giustizia – ha proseguito -. Quando il popolo di Dio si avvicina volontariamente per chiedere perdono, per essere giudicato, quante volte, quante volte, trova qualcuno di questi”.

L’assenza di misericordia si manifesta negli “affaristi” che “non danno ossigeno a quell’anima, non danno speranza”, e nei “rigidi che puniscono nei penitenti quello che nascondono nella loro anima”.

Tutt’altro esempio è quello di Gesù, tanto è vero che, secondo il Pontefice, “una delle parole più belle del Vangelo”, perché “piena di misericordia”, è: “Neanche io ti condanno” (Gv 8,1-11), che il Signore rivolge all’adultera, protagonista del Vangelo di oggi.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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