Dottrina Sociale e Missione della Chiesa

Monsignor Crepaldi spiega il ruolo pubblico dei laici nella nuova evangelizzazione

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 26 gennaio 2012 (ZENIT.org).- Intervenendo oggi a Roma ad un simposio il cui tema era “Carità, giustizia e pace : una sfida per l’evangelizzazione”, Monsignor Giampaolo Crepaldi, Vescovo di Trieste e Presidente della Commissione Caritas in veritate del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) ha spiegato qual è il ruolo pubblico dei cristiani nel contesto della nuova evangelizzazione.

Il convegno è stato organizzato dalla Comunità dell’Emmanuele, Fidesco e l’Istituto Pierre Goursat (IUPG), in collaborazione con il Pontificio Istituto Redemptor Hominis, e l’Area Internazionale di Ricerca sulla Dottrina sociale della Chiesa

Il Vescovo di Trieste ha preso spunto dal discorso che il Pontefice Benedetto XVI ha fatto il 19 gennaio scorso ad un gruppo di Vescovi degli Stati Uniti in visita ad limina.

Il Papa ha trattato la missione della Chiesa in ordine alle realtà temporali e del rapporto che deve esistere tra la società, lo Stato e la Chiesa.

Circa il rapporto tra ragione pubblica e fede cristiana, monsignor Crepaldi ha spiegato che la Dottrina Sociale ha il compito di “annunciare Dio e il mistero di salvezza in Cristo a ogni uomo”.

In questo contesto i laici hanno il compito di praticare una nuova evangelizzazione in “una prospettiva razionale per costruire una società autenticamente giusta, umana e prospera”.

Per i cristiani infatti la legge naturale nasce dal Creatore e per questo la Chiesa ha diritto ad una natura pubblica.

Questo tentativo di riportare Dio tra gli uomini è il motivo scatenante dell’atteggiamento persecutorio del laicismo e dell’ateismo.

“Il cristianesimo – ha aggiunto il prelato – non contraddice né la libertà né la democrazia, anzi propone di far funzionare il mondo ordinandolo secondo le leggi divine”.

L’evangelizzazione non è una mera opera di conversione nei confronti di una religione, ma un tentativo di “informare dello spirito cristiano la mentalità e i costumi e le leggi e le strutture della comunità”.

“Se il mondo dell’uomo chiedesse ai cittadini laici un impegno solo ordinativo e non orientativo a Dio, – ha precisato il Vescovo di Trieste – allora la dottrina sociale non esprimerebbe più la missione della Chiesa”

Secondo monsignor Crepaldi, “è vero che il compito diretto della politica è di promuovere il bene comune, ma è altrettanto vero che il bene comune rimane ‘offuscato’ se non viene illuminato e sorretto dalla fede in Cristo”.

In merito alla Nuova Evangelizzazione il Vescovo di Trieste ha detto: “Che il magistero ritenga che la Dottrina sociale appartenga alla missione della Chiesa è certo”

Ed ha spiegato che nel Primo capitolo del Compendio della Dottrina Sociale è scritto “disegno di Dio e missione della Chiesa” e nel secondo capitolo “missione della Chiesa e dottrina sociale”

Il Presidente della Commissione Caritas in veritate ha concluso riportando le parole di Benedetto XVI che a Monaco di Baviera il 12 settembre 2006 ha detto: “Fin dall’illuminismo, almeno una parte della scienza s’impegna con solerzia a creare una spiegazione del mondo, in cui Dio diventi superfluo. E così Egli dovette diventare inutile anche per la nostra vita, ma ogniqualvolta poteva sembrare che ci si fosse quasi riusciti, sempre di nuovo appariva evidente: i conti non tornano! I conti sull’uomo, senza Dio non tornano, e i conti sul mondo su tutto l’universo senza di Lui non tornano!”.

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ZENIT Staff

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