Donne cattoliche parlano a proprio nome

Un libro raccoglie la testimonianza di otto autrici su temi come la maternità, la contraccezione, il lavoro, le donne di fronte allo scandalo degli abusi sessuali del clero americano

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di mons. Antonio Grappone

ROMA, martedì, 20 novembre 2012 (ZENIT.org) – La prof.ssa Helen Alvaré, statunitense, è Consultore del Pontificio Consiglio per i Laici e collabora in particolare con la “Sezione donna”. Recentemente ha curato la pubblicazione di una raccolta di saggi davvero interessante, dal titolo Breaking Through. Catholic Women Speak for Themselves, che potremmo tradurre: “Aprire una breccia. Donne cattoliche parlano a proprio nome”.

La Alvaré, oltre a dirigere la pubblicazione, ha redatto l’introduzione, le conclusioni e due contributi. Altre otto donne molto qualificate hanno offerto  la loro collaborazione. Il nostro testo affronta temi consueti in questo genere di pubblicazioni, come la maternità, la contraccezione, il lavoro femminile, ma anche questioni originali e molto intriganti, come la donna single, le donne di fronte allo scandalo degli abusi sessuali del clero americano, la vita della donna cristiana come fondamento di una nuova cultura… i temi sono affrontati con grande libertà, lontano da schemi precostituiti.

Tutti i contributi rispondono all’esigenza avvertita sempre più fortemente, specialmente da tante donne nordamericane, di farsi ascoltare, di “aprire una breccia” nel pensiero dominante, imposto dal potere dei mass media, spesso conforme ai canoni del femminismo ideologico tradizionale, ma certo sempre più lontano dalla vita.

Come si può evincere anche dalle recensioni che presentiamo nel nostro sito, negli Stati Uniti ultimamente si moltiplicano pubblicazioni di questo tipo, segno che probabilmente ci stiamo avvicinando a una svolta nel modo di pensare l’identità della donna e il senso delle sue relazioni e funzioni sociali.

I vecchi schemi ideologici del femminismo con i suoi corollari passati o recenti, come la “liberazione sessuale” e la teoria del gender, tanto radicati nel sistema massmediatico, mostrano ormai tutta la loro inadeguatezza di fronte alle esigenze reali delle donne e della società.

Il libro curato dalla Alvaré si inserisce in questo ricco filone, ma presenta una particolarità che merita di essere sottolineata. Basta scorrerlo per rendersi conto che, nonostante l’elevata competenza professionale di molte autrici e i contenuti scientifici dei loro contributi, il carattere del libro non è di taglio teorico, né tanto meno polemico, ma rispecchia esplicitamente l’esperienza esistenziale di ciascuna donna; i contributi così assumono sovente l’andamento del racconto, il racconto della propria vita, frequentemente un vero e proprio itinerario di conversione.

È questa, credo, la dimensione più qualificante del nostro testo. L’elemento autobiografico infatti non va interpretato come un artificio letterario utilizzato per veicolare meglio alcuni contenuti teorici, ma per sua natura è strutturale al messaggio. È l’esperienza della vita che demistifica l’ideologia.

Si evidenzia così che il tallone d’Achille del sistema ideologico-mediatico che tiene in pugno la mentalità occidentale contemporanea è proprio il fatto che ha perso il contatto con la realtà, con la verità della vita, costringendo le persone, e in particolare le donne, a scelte alienanti che non producono che disorientamento e sofferenza.

Nelle vicende personali delle nostre autrici, tutte di estrazione cattolica, brilla il ruolo svolto dal Magistero della Chiesa per trovare risposta alle ineludibili domande poste dall’esistenza che il sistema culturale dominante invano tenta di mettere a tacere. Un insegnamento visto inizialmente con sospetto, se non del tutto snobbato, in base ai parametri del relativismo occidentale, ma recuperato grazie all’indomita esigenza di verità e di amore che accomuna l’esperienza delle co-autrici del libro.

La scoperta della profondità e dell’attualità della morale cristiana ha costituito per queste donne la chiave d’accesso alla realtà, la bussola per ritrovare sé stesse e orientarsi verso scelte adeguate. Dunque l’insegnamento della Chiesa non viene presentato come una dottrina “confessionale” da contrapporre alla “dottrina” dominante, non un’ideologia da contrapporre a un’altra ideologia: non è infatti la “dottrina” cattolica in sé, ma è la realtà della vita, accessibile grazie agli insegnamenti della Chiesa, a scardinare la macchina del relativismo; è la riscoperta del valore di essere donna, del dono della maternità materiale e spirituale, del “genio femminile” in atto ad “aprire la breccia” nello spesso muro dei pregiudizi vetero-femministi e relativisti del mondo di oggi.

Questo libro perciò non può essere ridotto a espressione di un ghetto confessionale, né tantomeno di una élite intellettuale, ma porta con sé un messaggio universale radicato nella vita, cioè veramente “cattolico”, un annuncio di liberazione e una speranza per tutte le donne. Sarebbe veramente auspicabile una traduzione di Breaking through anche in italiano.

(Breaking Through. Catholic Women Speak for Themselves, Helen Alvaré editor, Our Sunday Visitor Inc., Huntington 2012)

[Fonte: www.laici.va]

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ZENIT Staff

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