Donare è una missione che riempe il cuore

Il 6 giugno, a Cassola (VC), la presentazione del libro “Africa nel Cuore Sempre” che racconta 20 anni di storia dell’Associazione U.T.A. Onlus

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Lunedì 6 giugno, alle ore 20,30, nell’auditorium “A. Vivaldi” di Cassola in provincia di Vicenza, verrà presentato il libro “Africa nel Cuore Sempre. Vent’anni di storia dell’Associazione U.T.A. Onlus”.
Il libro scritto da Fra Luca Beato con foto di Matteo Biatta, racconta la storia e le attività degli ospedali africani di Afagnan (Togo) e di Tanguiéta (Benin) dove si cerca di curare tutti i bisognosi.
Il volume è stato pubblicato per ricordare i vent’anni dell’Associazione U.T.A. Onlus  che ha sostenuto e aiuta gli ospedali  dove vengono curati in particolare i poliomielitici, i bambini denutriti i malati di AIDS.
A Presentare il libro, insieme agli autori, Agnese Pellegrini, redattrice di Benessere, collaboratrice di Credere. Lucia Bellaspiga Inviato speciale di Avvenire, Paolo Viana giornalista di Avvenire, Antonio Gaspari direttore editoriale di ZENIT.
A raccontare delle attività dei missionari in Africa sarà Fra’ Fiorenzo Priuli, un medico chirurgo originario della Valle Camonica consacratosi a San Giovanni di Dio, il fondatore dell’Ordine ospedaliero dei Fatebenefratelli.
Diventato missionario in Africa, fra’ Fiorenzo è stato tra i fondatori dell’ospedale
Fatebenefratelli di Tanguiéta, una città situata nella parte nord-occidentale dello Stato del Benin. Costruito nel 1970 con ottanta posti letto, l’ospedale è oggi una struttura che conta duecentoventi letti.
All’inizio era composto da poche stanze, mentre adesso dispone di un pronto soccorso, un centro nutrizionale e reparti di chirurgia, pediatria, maternità e medicina interna.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’ospedale come modello di riferimento per la formazione di personale sanitario nella regione. Sono decine di migliaia i ricoveri, gli interventi e le prestazioni ambulatoriali realizzate.
Per l’ospedale di Tanguiéta passano anche le vaccinazioni contro il tetano, la poliomielite, il morbillo e la meningite.
Fra’ Fiorenzo svolge i compiti di chirurgo, epatologo, internista, manager.
Nel Benin parlano di lui come di “un angelo del bene”. Gli ammalati vengono a cercarlo anche dal Burkina Faso, dal Niger, dal Togo. Trascorre in sala operatoria almeno dodici ore al giorno e il resto del tempo lo passa a fare visite, a indicare cure, a prescrivere medicine.
Salta spesso i pasti, dorme poco, ma non sembra mai stanco. Sempre positivo, sereno, non si lamenta, ride e scherza con tutti. È di una generosità infinita.
Fra’ Fiorenzo ha avuto la tubercolosi, l’epatite (che dal 1981 cura con una pianta locale: il combretum micranthum), ha un ginocchio fuori uso, una placca nel femore, ma continua a lavorare con l’entusiasmo di un ragazzo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha indicato come esperto di malattie tropicali. Nel 2002 il Governo Francese gli ha attribuito la Legione d’Onore. Chi lo ha conosciuto dice che è un uomo sulla via della santità.
A chi gli chiede come fa ad avere tanta energia, fra’ Fiorenzo risponde: “donare è la mia missione. Ogni volta che riesco a salvare una vita sento una luce nel cuore”.
 

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ZENIT Staff

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