Don Antonio Borsotto è "Giusto tra le Nazioni"

In provincia di Cuneo riemerge la storia di quanti nascosero e curarono gli ebrei durante la persecuzione nazista

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

L’iter per il riconoscimento di don Borsotto tra i Giusti è iniziato nello Yad Vashem nel 2012. Don Luca Lanave, ha raccontato che il sacerdote salvò la famiglia Sharon, composta da madre, padre e tre figli, nascondendoli per alcuni mesi nella confraternita di Andonno.

Quella di don Borsotto non fu un iniziativa isolata. 

In un articolo pubblicato su “Ha Keillah”, bimestrale ebraico torinese, il professor Guido Neppi Modona, già giudice e vicepresidente della Corte Costituzionale, rifrisce che nella provincia di Cuneo si verificarono avvenimenti che “possono essere valutati sotto il duplice aspetto della persecuzione e della salvezza, cioè dei due estremi sintetizzabili nella banalità del male e nella banalità del bene”.

Dopo l’8 settembre 1943, insieme ai 131 ebrei residenti arrivarono infatti nel cuneese ebrei che fuggivano da altre zone d’Italia, dalla Francia e dalla Yugoslavia occupate dalle truppe naziste. Di queste centinaia di ebrei braccati, 423 furono deportati e trovarono la morte nei campi di sterminio.

In merito al numero dei deportati nei lager, Cuneo è la terza provincia italiana, dopo Roma e Trieste, ma – ha scritto il professore – “ben più numerosi furono quelli salvati, nascosti o mimetizzati sino alla Liberazione”.

Dove cercarono la salvezza? Neppi Modona risponde: “Nei conventi, come ad esempio accadde ai bambini e alla parte femminile della mia famiglia; nelle parrocchie, a volte travestiti con abiti talari; negli ospedali, nei sanatori, nelle cliniche e case di cura private, soprattutto psichiatriche; il maggior numero nelle baite in montagna e nei cascinali isolati nelle campagne, nascosti da valligiani e contadini”.

Secondo il professore, questa grande trama di eroismi individuali, questa lunghissima catena di solidarietà e di umana pietà non è caduta nell’oblio, ma è stata analiticamente documentata per iniziativa dell’Istituto storico della Resistenza in Cuneo e Provincia e del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano. Tutto supervisionato dai due storici Adriana Muncinelli e Alberto Cavaglian.

La Muncinelli, autrice del libro “Even. Pietruzza della memoria Ebrei 1938-1945”, ha ripercorso le vicende degli ebrei nella Provincia, documentando con rigore, passione civile e umana pietà le storie di chi si è salvato e di chi è stato deportato nei campi di sterminio, come pure quelle di chi li ha salvati o di chi, purtroppo, li ha traditi e venduti ai nazi-fascisti.

Alberto Cavaglion, autore del voume “Nella notte straniera, Gli ebrei di St. Martin-Vesubie 8 settembre – 21 novembre 1943”, ha ricostruito invece la storia di circa mille ebrei provenienti da Polonia, Austria, Ungheria, Romania, Belgio, Francia occupate dai nazisti e concentrati a St. Martin-Vesubie sotto la protezione dell’esercito italiano che allora occupava quella zona della Francia meridoniale a ridosso del confine con l’Italia.

Di questi non meno di 250 trovarono la salvezza nelle famiglie di contadini e valligiani che li accolsero nelle valli Gesso, Stura e Vermegnana grazie – scrive Neppi Modona – “all’opera geniale e instancabile, direi miracolosa, di don Raimondo Viale, parroco di Borgo San Dalmazzo, ricordato anche in un libro-intervista di Nuto Revelli (Il prete giusto, Torino, Einaudi, 1998 ndr)”.

Secondo il professore, “non v’era in quelle valli casolare isolato che non avesse la sua famiglia di ebrei da nascondere, nutrire e salvare; ed erano ebrei difficilmente mimetizzabili, stranieri per provenienza, lingua, abitudini, costumi”.

Don Raimondo Viale era parte di una rete di assistenza molto efficiente: tutti gli ebrei da lui nascosti alla fine si sono salvati. E nel 1980 è stato riconosciuto “Giusto tra le Nazioni”.

Riguardo alle vicende in cui era coinvolto don Borsotto, Adriana Muncinelli riporta nel suo libro la testimonianza di un profugo ebreo proveniente da St. Martin-Vesubie, rifugiato con la sua famiglia a Valdieri in Valle Gesso.

“Mancava poco a mezzanotte della vigilia di Natale – racconta – Stavamo seduti in un pozzo di silenzio… quando abbiamo sentito qualcuno bussare alla porta… Ho aperto la porta appena un po’: davanti a me c’era una vecchietta raggrinzita, avvolta in uno scialle. Mi ha sporto un pacco di formaggio e mi ha bisbigliato un rauco ‘Buon Natale!’… Qualche minuto dopo si sentiva di nuovo bussare alla porta… e questa volta un uomo mi ha passato una cesta di legna, augurandoci: ‘Buon Natale!’”.

“Poi – ricorda ancora il sopravvissuto – è passata un’altra signora e ci ha portato del pane. La gente del paese ha continuato a venire durante la notte portandoci i loro regali di cibo, vestiti e legna. Gente povera, dava una parte di quel poco che aveva. Eravamo sopraffatti. Che cosa li aveva fatti dividere con noi del loro, noi gente di un altro paese, credenti in un’altra religione, forestieri in mezzo a loro?”.

“Il mattino dopo, quando ho incontrato Giacomo, gli ho raccontato quello che era successo quella notte… Ha messo la mano sulla mia spalla con un sorriso caloroso: In chiesa la scorsa notte don Borsotto ha raccontato la storia della nascita del nostro Signore e dei regali portati dai Re Magi… Poi ha detto: proprio come il nostro Signore che non trovava alloggio ed è nato in una mangiatoia, solo e respinto, così sono gli ebrei oggi, soli e respinti; vivono in mangiatoie e peggio. Abbiamo due famiglie ebree fra noi questo Natale e anche loro sono soli, hanno fame, cacciati dalle loro case, braccati per il solo motivo di essere ebrei. Poi don Borsotto ci ha detto che potevamo essere noi, ora, a fare i Re Magi e portare i regali alle famiglie ebree”.

Neppi Modona conclude il suo articolo ricordando che nel 1944 la famiglia dell’autore del racconto, venne condotta da chi li ospitava, nascosta in un carro sotto un mucchio di foglie, alla stazione ferroviaria più vicina, da dove, muniti di perfetti documenti falsi, riuscirono ad arrivare a Roma in attesa della Liberazione. 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione