"Dio non perdona con un decreto, ma con una carezza"

A Santa Marta, il Papa parla ancora della misericordia del Signore: quella “modalità di perdono” che va oltre la legge e che difende il peccatore dai nemici e anche da una giusta condanna

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I peccati sono ferite. E la misericordia di Dio è la carezza su queste piaghe dell’anima. Delicato ma efficace, Papa Francesco, nella Messa a Santa Marta di questa mattina, torna a ribadire l’amore di Dio verso l’uomo. “Non c’è alcun limite alla Misericordia divina offerta a noi tutti”, aveva fatto ripetere ieri alle 70.000 persone riunite in piazza San Pietro per l’Angelus.

E oggi ripropone un messaggio simile ai fedeli, soprattutto quelli allontanati perché schiacciati dal peso dei propri peccati, annunciando loro che il perdono offerto da Cristo non segue la logica umana, non si sottopone alla legge, ma anzi la “passa e va oltre”.

Il Pontefice trae spunto come sempre dal Vangelo del giorno e si sofferma sull’episodio dell’adultera perdonata, in cui San Giovanni racconta di questa donna peccatrice portata davanti a Gesù da scribi e farisei. Quest’ultimi chiedono al Messia quale fosse il destino di questa adultera, visto che la legge di Mosè prevedeva la lapidazione per un peccato considerato così grave. Infatti, spiega il Papa, “il matrimonio è il simbolo ed è anche una realtà umana del rapporto fedele di Dio col suo Popolo”. Quando rovinato con un adulterio, quindi, “si sporca questo rapporto di Dio con il popolo”.

Ma il problema dei farisei e degli scribi non era di natura spirituale tantomeno legale; la domanda che pongono a Gesù – sottolinea Francesco – era un trabocchetto per accusarlo: “A loro non importava la donna; non importavano gli adulteri, forse qualcuno di loro era adultero… Non importava! Soltanto importava fare una trappola a Gesù!”. Se infatti Cristo avesse detto: “Sì, sì, vai avanti con la lapidazione”, avrebbero detto alla gente: “Ma questo è il vostro maestro tanto buono… Guardate cosa ha fatto con questa povera donna!”. E se invece Gesù avesse detto: “No, poveretta! Perdonatela!”, loro avrebbero ribattuto: “Allora non compie la legge!…”.

Insomma, nessuna via di scampo. Ma la risposta del Signore è profonda quanto disarmante: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei!”. Un’affermazione che non può ricevere alcun tipo di replica, tanto che – dice il Vangelo “con una certa ironia” – coloro che aspettavano di vedere il Messia capitolare “se ne andarono, uno per uno, cominciando dai più anziani’. Evidentemente – commenta il Papa, anch’egli ‘con una certa ironia’ – “questi nella banca del cielo avevano un bel conto corrente contro di loro”.

Ma il punto cruciale del Vangelo è ciò che accade poco dopo: Gesù – dice il Santo Padre – resta da solo con la donna “come un confessore”, e le sussurra: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Dove sono? Siamo soli, tu ed io. Tu davanti a Dio, senza le accuse, senza le chiacchiere. Tu e Dio! Nessuno ti ha condannata?”.

E la peccatrice risponde semplicemente: “Nessuno, Signore!”, senza obiettare: “È stata una falsa accusa! Io non ho fatto adulterio!” e via dicendo. La donna – evidenzia il Papa – “riconosce il suo peccato”. È a quel punto che Cristo le dice: “Neanche io ti condanno! Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più, per non passare per un brutto momento come questo; per non passare tanta vergogna; per non offendere Dio, per non sporcare il bel rapporto fra Dio e il suo popolo”.

Il messaggio che il brano evangelico lancia oggi è che “Gesù perdona!”. Ma non solo: “Qui è qualcosa di più del perdono”, sottolinea Bergoglio, cioè che “Gesù passa la legge e va oltre. Non le dice: Non è peccato l’adulterio! Non lo dice! Ma non la condanna con la legge”.

“Questo è il mistero della misericordia”, afferma Francesco, un qualcosa “difficile da capire”. Attenzione però a distinguere misericordia e perdono: “Quello che cancella i peccati è il perdono di Dio!”, rimarca il Pontefice, la misericordia “è il modo” con cui Dio realizza questo perdono. Gesù, infatti, non “umilia” la donna, non le dice “Cosa hai fatto, dimmi! E quando lo ha fatto? E come lo hai fatto? E con chi lo hai fatto?”. Ma dice “Vai in pace!”, le consiglia di non peccare più.

“Gesù va oltre”, ribadisce Bergoglio, e questo Vangelo dimostra benissimo il suo “atteggiamento misericordioso” che “difende il peccatore dai suoi nemici” e “da una condanna giusta”. “Anche noi, quanti di noi – osserva il Papa – forse dobbiamo andare all’inferno, quanti di noi? E quella è giusta la condanna… e Lui perdona oltre. Come? Con questa misericordia!”.

La misericordia, aggiunge Francesco, “è come il cielo”: “Noi guardiamo il cielo, tante stelle, tante stelle; ma quando viene il sole, al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza”.

Quindi, le parole più toccanti dell’omelia di oggi: “Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato. Perché Lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza”. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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