Dio non è venuto meno, vince la cultura per la vita

Speciale Life Day [2/5]

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ROMA, domenica, 20 maggio 2012 (ZENIT.org).- Al Life Day è intervenuto anche Luca Pezzi, segretario generale del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione (Cl). Riportiamo di seguito la sua allocuzione.

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Cari amici, caro Presidente, è una grande gioia partecipare a questa giornata per la vita, che oggi vede il lancio dell’iniziativa europea “Uno di noi”, e che porta ancora una volta Comunione e Liberazione a condividere un tratto di strada con il Movimento per la vita.

Quante volte, di fronte alla crisi che stiamo vivendo, ci è capitato di assistere o di vivere la rassegnazione o la disperazione. E di cosa sono espressione tante “non nascite” del nostro tempo se non di questo dramma che ci troviamo a vivere?

Amare la vita significa avere sperimentato che la realtà, qualsiasi sia la circostanza che ci troviamo ad affrontare, è positiva, ha un suo perché, come testimoniano i centri e i servizi di aiuto alla vita, le case di accoglienza, come raccontano le storie di tanti volontari e di tante persone che attraverso di voi si sono sentite accolte e abbracciate.

Se oggi la “cultura della morte” sembra predominante è perché la vita ha smesso di essere rapporto con il Mistero, ha smesso di essere vissuta come dato, come realtà donata.

Ma a mancare non è il Mistero, ad essere venuto meno non è Dio, bensì la nostra umanità, la coscienza di sé espressa così chiara nel Salmo 8: «Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, / la luna e le stelle che tu hai fissate, / che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, / il figlio dell’uomo perché te ne curi?».

La giornata di oggi ci documenta – come nei primi secoli del Cristianesimo – che qualsiasi sia la circostanza c’è Qualcosa nella realtà di irriducibile e c’è qualcosa nell’uomo che nessun clima culturale o momento storico potrà eliminare.

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ZENIT Staff

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