"Dio fa grazia"

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio / Natività di San Giovanni Battista

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Lettura

La circoncisione è il rito con il quale si entra nell’alleanza con Dio. È un segno che serve da richiamo a Dio per essere fedele al patto stipulato con Abramo e all’uomo per sentire e vivere la sua appartenenza al popolo eletto. In quell’occasione viene imposto al bambino il nome. Nel caso del Battista, tutto si svolge secondo la norma. Ma qualcosa di nuovo accade. Questo bambino non si chiamerà col nome del padre, bensì Giovanni, che si significa: Dio fa grazia. Così aveva preannunciato l’angelo a Zaccaria (cfr. Lc 1,13). Un altro elemento “nuovo” nella vicenda è costituito dal fatto che tutta la regione gioisce per questo evento. Non è solo la gioia di una nascita. L’entusiasmo che questo evento suscita in tutta la regione circostante indica che qualcosa di straordinario è avvenuto ad Hain Karim.

Meditazione

Con la nascita di Giovanni i tempi nuovi, i tempi messianici ed escatologici stanno per giungere a maturazione; è ormai alle porte il tempo del compimento e della pienezza. Giovanni prepara l’ingresso nel mondo di Colui che segna l’avvento della pienezza del tempo: «Quando venne la pienezza del tempo…» (Gal 2,4). Ci soffermiamo su due aspetti del racconto, aiutati da Beda Il Venerabile, monaco del VII secolo. Anzitutto il nome di Giovanni. Significa Dio fa grazia. Commenta Beda: «Questo nome indica tutta la grazia dell’economia del Vangelo, che quello avrebbe annunciato, e specialmente il Signore, grazie al quale fu donata al mondo questa grazia». Chi vuole questo nome nuovo si contrappone a chi invece avrebbe desiderato il vecchio nome di Zaccaria. Si scontrano vecchio e nuovo. Ma il nuovo vince. Un altro aspetto è il fatto che, quando fu manifestato il nome di Giovanni, a Zaccaria si sciolse la lingua. Ciò «dimostra – continua il monaco Beda – che quando si manifestò la grazia del Nuovo Testamento per opera degli apostoli, molti dei sacerdoti prestarono ascolto alla fede, e posto fine al silenzio nocivo si dedicarono devotamente a professare, lodare e predicare i doni del loro Redentore». Il nuovo che irrompe nella storia e vince, la lingua che si scioglie e canta le lodi di Dio provocano l’esplosione della gioia in tutta la regione. La gioia è il segno dei tempi nuovi ormai giunti a maturazione. Ci chiediamo: a duemila anni di distanza, noi, discepoli di Cristo, esprimiamo con la gioia della nostra fede la bellezza e il fascino del Vangelo per tanti nostri fratelli?

Preghiera

«Signore glorioso, che hai portato tanta gioia nella mia vita, io ti ringrazio con il sorriso quando vedo la ricchezza delle tue benedizioni. O Signore, apri le mie labbra al sorriso» (beata Teresa di Calcutta).

Agire

«Faccia lunga… modi bruschi… aspetto ridicolo… aria antipatica: è così che speri di incoraggiare gli altri a seguire Cristo?» (san Josemaría Escrivá de Balaguer).

Meditazione del giorno a cura di monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: 
info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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