Difficoltà del matrimonio

Un nuovo rapporto individua tendenze preoccupanti

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di padre John Flynn, L.C.

ROMA, domenica, 19 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Secondo un rapporto appena pubblicato, la classe media sta sperimentando un aumento del numero dei divorzi e delle madri non sposate. I problemi matrimoniali, inoltre, non sarebbero limitati alla parte meno istruita e meno abbiente della popolazione.

L’edizione 2010 del rapporto “The State of Our Unions”, dal titolo “When Marriage Disappears: The Retreat from Marriage in Middle America”, pubblicato il 6 dicembre scorso, è stato redatto congiuntamente dal National Marriage Project dell’Università della Virginia e del Center for Marriage and Families dell’Institute for American Values.

Dallo studio emerge che solo tra le persone più istruite e benestanti il matrimonio risulta essere stabile e persino in rafforzamento.

L’americano medio è considerato quello con un diploma di scuola secondaria, ma non universitaria. Questa fascia rappresenta il 58% della popolazione adulta. I laureati coprono il 30% della popolazione, mentre il restante 12% è costituito da chi non ha completato l’istruzione secondaria di secondo grado.

Tra i cambiamenti evidenziati dal rapporto, ce ne sono alcuni significativi.

– Nei primi anni Ottanta, solo il 2% dei bambini nati da madri con un’istruzione elevata nasceva al di fuori del matrimonio. Tale percentuale arrivava al 13% per le madri con un’istruzione media e al 33% per le madri con un basso livello di istruzione. Verso la fine del primo decennio del nuovo millennio, il bambini nati al di fuori del matrimonio da madri altamente istruite erano arrivati al 6%. Gli altri due gruppi erano aumentati bruscamente, arrivando rispettivamente al 44% e al 54%.

– La percentuale degli adulti in età lavorativa moderatamente istruiti che si trovavano al loro primo matrimonio è crollata dal 73% degli anni Settanta al 45% degli anni Duemila. La stessa percentuale, relativa però alle persone più istruite, è diminuita di 17 punti, mentre quella relativa ai meno istruiti è diminuita di 28 punti. Ciò che colpisce di più, secondo il rapporto, è che negli anni Settanta gli americani con un’istruzione elevata e quelli mediamente istruiti risultano avere la stessa probabilità di essere sposati. Per quanto riguarda invece le probabilità di avere un matrimonio stabile, l’americano medio è più simile a quello meno istruito.

– Gli americani moderatamente istruiti scelgono sempre di più di convivere e di non sposarsi. Tra il 1988 e la fine del primo decennio del Duemila, la percentuale di donne in età tra i 25 e i 44 anni che aveva convissuto almeno una volta è aumentata di 29 punti nella fascia di quelle mediamente
istruite: poco di più dell’aumento di 24 punti relativo alle meno istruite. Nello stesso periodo la convivenza è aumentata di 15 punti percentuali tra le più istruite. Per quanto riguarda la convivenza, quindi, l’americano medio si accomuna di nuovo all’America socialmente inferiore.

– L’aumento dei divorzi e della procreazione extramatrimoniale nelle classi povera e media negli Stati Uniti significa che un numero sempre maggiore di bambini non vive insieme ai suoi due genitori biologici o adottivi, soprattutto se confrontati con quelli delle famiglie più benestanti e istruite.

Cambiamenti culturali

Secondo il rapporto, l’indebolimento del matrimonio nella classe media americana è dovuto principalmente a tre cambiamenti culturali. Il primo è il passaggio da una concezione conservatrice sul matrimonio e relativi ambiti a una concezione più permissiva.

La seconda è che questi americani sono più propensi ad adottare comportamenti in grado di mettere a rischio le proprie future prospettive matrimoniali. Tra questi comportamenti vi è quello di avere un numero maggiore di partner sessuali e un più alto livello di infedeltà matrimoniale.

Il terzo cambiamento culturale è che gli americani mediamente istruiti sono marcatamente meno propensi, rispetto a quelli più istruiti, ad abbracciare i valori tradizionali del posticipare la gratificazione, del focalizzare sull’istruzione e della temperanza.

Il rapporto continua esaminando altri cambiamenti culturali, come il declino nella pratica religiosa e l’accresciuto desiderio della “anima gemella” che innalza l’asticella di gradimento del matrimonio rispetto a prima. Sugli effetti di queste trasformazioni, il rapporto conclude dicendo che “un problema connesso a questo modello più nuovo è che esso scollega i legami normativi tra gli ambiti sessuale, genitoriale e matrimoniale”.

Perché dovremmo preoccuparci di questi cambiamenti nel matrimonio?, si chiede il rapporto. Perché “il matrimonio non è una mera sistemazione privata tra due persone”, afferma. “È un’istituzione sociale fondamentale, che contribuisce ad assicurare il benessere economico, sociale e affettivo di innumerevoli bambini, donne e uomini di questa Nazione”, sottolineano gli autori.

L’arretramento del matrimonio nell’America mediamente istruita significa che la vita delle madri diventa più difficile e separa i padri dalle loro famiglie. Il rapporto aggiunge che da ciò conseguono problemi per i bambini, con un aumento degli abbandoni scolastici e dello smarrimento nella società.

Se il matrimonio diventa qualcosa a cui può aspirare solo chi si trova già ai gradini più alti della scala socio-economica, allora ne conseguirà una crescente divisione sociale e culturale, avverte il rapporto. “Il matrimonio è a rischio di diventare un bene di lusso, accessibile solo per coloro che hanno i mezzi materiali e culturali per ottenerlo”.

“Questo rappresenta una minaccia per l’esperimento democratico americano e dovrebbe preoccupare tutti i responsabili civili e sociali della nostra nazione”, ammonisce.

Tutelare il bene comune

Anche i responsabili religiosi sono molto preoccupati di quanto sta avvenendo al matrimonio. Il 6 dicembre è stata pubblicata una lettera aperta intitolata “The Protection of Marriage: A Shared Commitment” (La tutela del matrimonio: un impegno condiviso). Un comunicato stampa della Conferenza Episcopale USA ha spiegato che i leader delle comunità anglicana, battista, cattolica, evangelica, ebrea, luterana, mormone, ortodossa, pentecostale e sikh negli Stati Uniti ribadiscono l’importanza di preservare il significato proprio del matrimonio.

“L’ampio consenso espresso in questa lettera – attraverso grandi diversità religiose – è chiaro: la legge del matrimonio non impone alcuna religione a nessuno, ma è diretta alla tutela del bene comune di tutti”, ha affermato l’Arcivescovo di New York, Timothy Dolan.

“Il matrimonio è un’istituzione fondamentale del ben-essere di tutta la società, non solo delle comunità religiose”, si afferma nel testo.

La lettera è solo l’ultima iniziativa della Conferenza episcopale americana a difesa del matrimonio. Rafforzare il matrimonio è il primo dei cinque obiettivi che i Vescovi si sono posti come priorità pastorali per l’anno a venire.

Uno dei metodi adottato è quello del sito Internet “Marriage: Unique for a Reason” (http://www.usccb.org/marriageuniqueforareason/), che mette a disposizioni risorse per l’educazione dei cattolici sui motivi per cui il matrimonio è fondamentale e deve essere tutelato e promosso come l’unione tra un uomo e una donna. Ad oggi è disponibile il primo dei cinque filmati programmati, mentre il secondo sarà on-line per la fine del 2010. I video sono corredati da opuscoli e informazioni.

La coscienza della società

Anche Papa Benedetto XVI ha ripetutamente espresso la sua preoccupazione sul crollo della famiglia e della vita matrimoniale. “La Chiesa vede però, con preoccupazione, il crescente tentativo di eliminare il concetto cristiano di matrimonio e famiglia dalla coscienza della società”, ha affermato nel suo discorso
rivolto il 13 settembre al nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede.

La settimana seguente il Papa ha insistito nuovamente sulla necessità di difendere la famiglia e il matrimonio, rivolgendosi ai nuovi ambasciatori di Costa Rica, Eucador, Colombia e El Salvador.

Poi, il 2 dicembre, ha pronunciato la sua dichiarazione più forte, ricevendo il nuovo ambasciatore dell’Ungheria.

“L’Europa non sarebbe più Europa se tale cellula basilare della costruzione sociale sparisse o venisse sostanzialmente trasformata”, ha dichiarato riferendosi al matrimonio.

Il matrimonio si sta erodendo sotto la forza esercitata dalle maggiori possibilità di divorziare, dalla convivenza prematrimoniale e dall’introduzione di nuovi tipi di unione “che non hanno alcun fondamento nella storia della cultura e del diritto in Europa”, ha detto all’ambasciatore. Parole che trovano applicazione non solo in Europa, ma anche in molte altre parti del mondo.

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ZENIT Staff

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