Difendere vita e famiglia non è "da retrogradi"

Lo ha detto Benedetto XVI durante la visita “ad limina” dei vescovi francesi

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di Luca Marcolivio

CASTEL GANDOLFO, venerdì, 21 settembre 2012 (ZENIT.org) – Ha avuto luogo stamattina, presso il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, la prima di un ciclo di visite ad limina da parte dei vescovi francesi. Papa Benedetto XVI ha innanzitutto ricevuto i presuli delle province ecclesiastiche di Rouen, Rennes, Poitiers, Tours e Bordeaux.

Dopo l’indirizzo di saluto del cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, il Santo Padre ha preso la parola, ricordando quanto la Francia possa vantare “una lunga tradizione spirituale e missionaria, tanto da poter essere definita con le parole di Giovanni Paolo II, ‘educatrice dei popoli’”.

Le sfide di una società fortemente secolarizzata invitano quindi “a ricercare una risposta coraggiosa ed ottimistica, proponendo con audacia e inventiva la novità permanente del Vangelo”.

Benedetto XVI ha quindi ricordato ai vescovi francesi, l’opportunità offerta dall’Anno della Fede, che “è un invito ad una conversione autentica e rinnovata al Signore, unico Salvatore del mondo”. Ha poi esortato i pastori transalpini a manifestare “una sollecitudine particolare verso i sacerdoti, in particolare coloro che sono di recente ordinazione e quanti si trovano nel bisogno o sono anziani”.

Elogiando varie iniziative della Chiesa francese in campo spirituale, intellettuale e materiale, il Papa ha però anche lamentato la scarsità di “operai del Vangelo”, ovvero di vocazioni. “È dunque urgente – ha aggiunto – pregare il Padre perché mandi operai per la sua messe. Bisogna pregare e far pregare per questa intenzione e vi incoraggio a seguire con la più grande attenzione la formazione dei seminaristi”.

La soluzione dei problemi pastorali diocesani non può limitarsi “a questioni di organizzazione, per quanto importanti”. Va infatti evitato il rischio della “burocratizzazione della pastorale” e della sua autoreferenzialità.  

L’evangelizzazione autentica richiede piuttosto “di andare all’incontro del Signore, in un dialogo stabilito nella preghiera, e poi di concentrarsi sulla testimonianza da dare al fine di aiutare i nostri contemporanei a riconoscere e a riscoprire i segni della presenza di Dio”, ha sottolineato il Pontefice.

Parlando del ruolo dei laici, il Papa ne ha elogiato la generosità, invitando però a “vigilare sul rispetto della differenza fra il sacerdozio comune di tutti i fedeli ed il sacerdozio ministeriale di coloro che sono stati ordinati al servizio della comunità, differenza che non è soltanto di grado, ma di natura”.

Il Santo Padre ha poi citato le virtù di Santa Giovanna d’Arco, compatrona di Francia – di cui quest’anno ricorre il sesto centenario dalla nascita – elogiata come un “modello di santità laica al servizio del bene comune”, rimarcandone come aspetto originale il “legame fra esperienza mistica e missione politica”.

Benedetto XVI si è poi pronunciato sulla difesa della vita e della famiglia tradizionale, “minacciata in mille modi”. Una posizione che non equivale affatto ad “essere retrogradi”, quanto piuttosto “profetici poiché ciò promuove valori che permettono il pieno sviluppo della persona umana, creata a immagine e a somiglianza di Dio”.

Esiste, infatti una “interdipendenza” tra “lo sviluppo della persona e lo sviluppo della società stessa”, nella misura in cui la famiglia è “il fondamento della vita sociale”.

Altro dovere del vescovo è quello di “difendere l’unità di tutta la Chiesa, nella parte del Popolo di Dio che è stata a lui affidato, benché al suo interno si esprimono legittimamente delle sensibilità diverse che meritano di essere l’oggetto di una eguale sollecitudine pastorale”.

Il Santo Padre ha poi fatto accenno alla pastorale giovanile ed in particolare alle “attese particolari delle nuove generazioni le quali richiedono che sia loro proposta una catechesi appropriata affinché trovino il loro posto nella comunità dei credenti”, ricordando in particolare la folta presenza di giovani francesi all’ultima Giornata Mondiale di Madrid, citata come un segno “del nuovo dinamismo della fede che apre le porte alla speranza”.

A conclusione del suo discorso Benedetto XVI ha manifestato il suo sostegno al programma “Diaconia 2013”, che sprona le comunità diocesane e locali, ed ogni fedele a rimettere al cuore del dinamismo ecclesiale il servizio del fratello, in particolare il più fragile. “Che il servizio del fratello, radicato nell’amore di Dio, susciti in tutti voi diocesani la preoccupazione di contribuire, ciascuno secondo le sue possibilità, a fare dell’umanità, in Cristo, una unica famiglia, fraterna e solidale”, ha detto a tal proposito il Santo Padre.

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ZENIT Staff

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