Defunti e viventi, "una sola grande famiglia"

Il Papa presiede l’Angelus per la Solennità di tutti i Santi, uomini semplici “ultimi per il mondo, ma primi per Dio”. Lancia poi un appello per Gerusalemme e ricorda la visita di oggi al Verano

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Sono giorni in cui si vive il Cielo in terra questi primi due di novembre. Giorni che costituiscono “un momento intenso di fede, di preghiera e di riflessione sulle ‘cose ultime’ della vita”, come ha sottolineato il Papa durante l’Angelus di oggi.

Perché celebrando la memoria di tutti i Santi e commemorando i fedeli defunti “la Chiesa pellegrina sulla terra vive ed esprime nella Liturgia il vincolo spirituale che la unisce alla Chiesa celeste”. Allora dobbiamo lodare Dio “per la schiera innumerevole dei santi e delle sante di tutti i tempi”, uomini e donne semplici, “ultimi” per il mondo ma “primi” per Dio, ha affermato il Pontefice. E sentirci infinitamente consolati dalla certezza che tutti i nostri cari defunti sono ora al cospetto di Dio e “in compagnia della Vergine Maria”.

Inoltre, ha aggiunto il Santo Padre, la solennità odierna ci aiuta a considerare una verità fondamentale della fede cristiana, professata nel “Credo”: la comunione dei santi, “che nasce dalla fede e unisce tutti coloro che appartengono a Cristo in forza del Battesimo”. È una “unione spirituale”, questa, “che non viene spezzata dalla morte, ma prosegue nell’altra vita” – ha evidenziato Francesco -, proprio in virtù di quel “legame indistruttibile” che sussiste “tra noi viventi in questo mondo e quanti hanno varcato la soglia della morte”.

“Noi quaggiù sulla terra, insieme a coloro che sono entrati nell’eternità, formiamo una sola grande famiglia”, ha detto il Papa. E “questa meravigliosa comunione tra terra e cielo si attua nel modo più alto ed intenso nella Liturgia”, soprattutto nell’Eucaristia, con la quale “noi incontriamo Gesù vivo e la sua forza, e attraverso di Lui entriamo in comunione con i nostri fratelli nella fede”. Sia “quelli che vivono con noi qui in terra e quelli che ci hanno preceduto nell’altra vita, la vita senza fine”.

“Ci colma di gioia” questa realtà della comunione, ha osservato il Santo Padre, perché è bello sapere di “avere tanti fratelli nella fede che camminano al nostro fianco, ci sostengono con il loro aiuto e insieme a noi percorrono la stessa strada verso il Cielo”. Ed è “consolante” anche sapere che i fratelli che hanno già raggiunto il Cielo, “ci attendono e pregano per noi, affinché insieme possiamo contemplare in eterno il volto glorioso e misericordioso del Padre”.

In questa grande assemblea dei Santi, inoltre, non dimentichiamo che al centro c’è Maria, la Madre di Cristo a cui Dio “ha voluto riservare il primo posto”, ha affermato il Santo Padre. Lei è “singolare custode del vincolo della Chiesa universale con Cristo”. È “la guida sicura” per chi vuole seguire Gesù sulla via del Vangelo. È la Madre “premurosa ed attenta, a cui confidare ogni desiderio e difficoltà”.

Allora, ha esortato Papa Bergoglio, “preghiamo insieme la Regina di tutti i Santi, perché ci aiuti a rispondere con generosità e fedeltà a Dio, che ci chiama ad essere santi come Egli è Santo”. Anche – ha aggiunto – preghiamo per Gerusalemme, “la Città Santa, cara a ebrei, cristiani e musulmani”, in questi giorni testimone di diverse tensioni, affinché “possa essere sempre più segno e anticipo della pace che Dio desidera per tutta la famiglia umana”.

Dopo l’Angelus, al momento dei saluti, Francesco ha ricordato la beatificazione avvenuta oggi a Vitoria, in Spagna, del martire Pietro Asúa Mendía, “sacerdote umile e austero” che “predicò il Vangelo con la santità di vita, la catechesi e la dedizione verso i poveri e i bisognosi”. “Arrestato, torturato e ucciso per aver manifestato la sua volontà a rimanere fedele al Signore e alla Chiesa”, il Beato “rappresenta per noi un mirabile esempio di fortezza nella fede e di testimonianza della carità”, ha detto il Pontefice.

Si è poi rivolto a tutti i pellegrini dell’Italia e del mondo, in particolare i partecipanti alla “Corsa dei Santi” e alla “Marcia dei Santi”, promosse rispettivamente dalla Fondazione Don Bosco nel mondo e dall’Associazione Famiglia Piccola Chiesa. “Mi compiaccio – ha confidato Bergoglio – per queste iniziative che uniscono lo sport, la testimonianza cristiana e l’impegno umanitario”.

Infine, ha ricordato la sua visita di oggi pomeriggio al Verano: “Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti si recano in questi giorni presso le tombe dei loro morti nei cimiteri del mondo intero”. Nel monumentale sepolcreto, il Papa celebrerà la Messa in suffragio dei defunti, insieme al cardinale vicario Agostino Vallini, al vicegerente mons. Filippo Iannone, l’ausiliare per il settore centro mons. Matteo Zuppi, il vicario del Capitolo Lateranense, mons. Luca Brandolini, e il parroco di San Lorenzo fuori le Mura padre Armando Ambrosi.

Durante la celebrazione saranno esposte alla venerazione dei fedeli, vicino alla statua della Madonna, le reliquie dei due Papi canonizzati ad aprile: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Particolari preghiere – comunica poi la Sala Stampa vaticana – saranno rivolte per i cristiani perseguitati a causa della fede e ancora per i poveri, i sofferenti e gli smarriti di cuore. Al termine della liturgia, il Papa pronuncerà una preghiera di benedizione delle tombe.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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