Debora Vezzani: “Dileggiata e derisa per il mio canto a Dio ma… non torno indietro”

L’artista racconta il suo ultimo tour e si prepara al concerto di Capodanno a Medjugorje

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Una tra le artiste più conosciute nell’ambito della christian music italiana è sicuramente Debora Vezzani. Esattamente due anni fa, nella prima intervista rilasciata a Zenit, la cantante concludeva così: “…per il futuro ho intenzione di continuare a portare in giro la mia testimonianza di vita e la mia musica, di continuare a scrivere per altri artisti e realizzare un disco mio come cantautrice, che possa trattare tematiche profonde e cristiane con un linguaggio e un sound moderni! E ho anche intenzione di ringraziare Maria cantandole le mie canzoni ai piedi della Croce Blu, chissà…”.
Tutti i desideri di Debora si sono realizzati, non solo ha cantato ai piedi della Croce Blu, prima dell’apparizione della Madonna ma lo ha fatto anche sul palco del Festival dei giovani a Medjugorje. Inoltre, il prossimo primo gennaio, proprio nel piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, terrà un attesissimo concerto testimonianza, nel palazzetto della Cittadella del Cielo–Orizzonti di Pace.
Ne ha fatta di strada Debora! Tanti suoi desideri si sono realizzati, uno in particolare (tenuto nascosto fino all’ultimo) l’ha riempita di tantissima gioia: il suo matrimonio con Jury. Insieme al marito gira, in lungo e in largo l’Italia, per portare le loro testimonianze di fede e per cantare. Jury parla sulla bellezza della castità prematrimoniale, Debora racconta la sua storia e la sua conversione. Tanti incontri, nelle parrocchie, nei centri giovanili, ovunque sono chiamati a portare la loro testimonianza.
Un continuo viaggiare dal nord al sud d’Italia, una entusiasmante esperienza, il loro Come un Prodigio Tour.  Così lo racconta Debora: “Grazie a Cristo Re per il Dono di questo progetto che ci continua a strabiliare per i suoi frutti divini! Tantissime conversioni, donne che non hanno abortito, giovani che hanno cominciato a vivere in castità, sposi in crisi che hanno trovato la forza di ricominciare, lutti superati, cammini di fede ripartiti con forza, tante persone hanno fatto il ‘contratto con San Giuseppe’ e hanno sistemato la propria situazione lavorativa, sacerdoti che dopo anni di crisi hanno ricominciato a dire Messa”.
Proseguendo il suo racconto del Come un Prodigio Tour, Debora aggiunge: “E poi tante persone che si sono consacrate alla Madonna attraverso la vera devozione a Maria del Montfort. Tante altre che hanno conosciuto la devozione ai Tre Sacri Cuori e si sono consacrati a loro e al Cuore Castissimo di San Giuseppe. Dulcis in fundo, la conoscenza, la diffusione e un vero e proprio apostolato del Dono più grande che Dio ha fatto all’umanità e che Lui stesso chiama “Il prodigio dei prodigi”: il dono della Divina Volontà! Centinaia di persone sono venute a conoscenza di questo Dono, lo hanno accettato e hanno iniziato il cammino nella Divina Volontà! Ci siamo resi disponibili… e abbiamo visto meraviglie!!!”.
Jury e Debora durante le loro testimonianze, fanno anche opera di apostolato di un dono rivelato da Gesù alla Serva di Dio Luisa Piccarreta: il “Dono della Divina Volontà”. Secondo gli insegnamenti e le opere di Luisa, questa consiste nella realizzazione di quella parte del Padre Nostro che dice: “Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua Volontà come in Cielo così in terra”.
Un altro desiderio realizzato da Debora, sono le nuove canzoni scritte. Nel 2015 ha firmato la musica di Cerco il Tuo Volto, su testo di Graziano Malgieri, canzone scelta come inno ufficiale della Marcia Francescana di quell’anno. Migliaia di giovani provenienti da tutta Italia l’hanno cantata in occasione della Marcia verso Assisi, tenuta nei primi giorni dell’agosto 2015.
Nel 2016 scrive un’altra canzone: I.N.R.I – Io Non Ritorno Indietro. Un brano scritto come dichiarazione d’amore a Gesù e in risposta a coloro che l’offendevano per le sue canzoni religiose. “Da un Amore gigante così, io non posso tornare indietro”, dice nella sua canzone aggiungendo che: “Dopo aver incontrato l’amore di Dio e avere visto come mi ama, quanto ci ama, non è possibile tornare indietro. Non si può tornare indietro nella Fede, anche se ci sono momenti di dubbio, di aridità interiore. Quando si incontra Lui, non è più possibile farne a meno. Come Gesù non è sceso dalla croce, neanche io scendo da questo suo Amore, voglio vivere con lui, servendolo e amandolo”. Una canzone scritta dopo un periodo molto triste, vissuto tra insulti e calunnie, che le arrivavano, soprattutto da alcune persone nell’ambiente discografico. Dileggiata, derisa, perché nelle sue canzoni parlava di Dio.
Debora e Jury hanno realizzato un altro desiderio, quello di portare la loro testimonianza nelle carceri. Ecco come raccontano la loro desiderata avventura nel carcere di Castelfranco Emilia (MO): “Consegniamo le carte d’identità. Lasciamo i cellulari. La guardia carceraria si avvicina e mi dice che è da un paio di giorni che ascolta la mia canzone Come Un Prodigio, senza smettere. Le sbarre, un portone bianco, il prato, una statua di Maria, alcune panchine sotto un tendone e poi il teatro. Il teatro del carcere. Un caldo confortevole che ci fa dimenticare la pesantezza del luogo che siamo stati chiamati a visitare. “Questi sono i detenuti peggiori che potevate incontrare”, ci avvisa il responsabile. “Hanno tutti commesso per tre volte lo stesso reato, sono recidivi, sono gli internati”. Videoproiettore, soundcheck, una bottiglietta d’acqua, il microfono che un po’ barcolla. Tutto è pronto per cominciare un’avventura che mai avremmo pensato di vivere. Fusi nella Divina Volontà chiediamo a Dio di illuminare ogni nostra parola, perché tutto ciò che uscirà dal nostro cuore sia figlio primogenito della Sua Volontà. Alcune voci dalle radioline delle guardie catturano la nostra attenzione: stanno arrivando. Sorridenti, tatuati, con la sigaretta in bocca, i buchi nelle orecchie e l’orecchino sul labbro inferiore. E gli occhi che brillano. Ci abbracciano, ci baciano, ci danno il benvenuto. Uno di loro ci consegna un foglietto con una poesia, per ringraziarci di essere con loro.
Si siedono sparsi e noi li invitiamo a venire nelle prime file. Si spengono le luci, parte il primo video. “Non importa chi tu sia, non importa chi tu sia stato. Non esistono eccezioni, non esistono cause perse: Egli è qui”. Con queste parole comincia la nostra testimonianza in musica e parole nel carcere di Castelfranco Emilia. Ave Maria è l’iniziale abbraccio materno per loro, figli di Dio. Inizio il racconto della mia vita e i ragazzi sembrano subito conquistati dalle sofferenze vissute. Ogni tanto qualcuno interrompe con qualche battuta che mi fa scoppiare a ridere e crea complicità e confidenza. Canto Venticinque e poi Come Un Prodigio. Comincia il racconto della mia conversione e delle Meraviglie concrete di Dio, dopo tante sofferenze nella vita. E poi tutte quelle “coincidenze”: Come Un Prodigio sul santino del battesimo, il sogno di Maria, il pacco giallo con il cuore sulla data della mia nascita, il contratto con San Giuseppe e la canzone uscita in tutto il mondo”. Sono letteralmente conquistati. Convinti. Vinti. I dati schiaccianti di una realtà che nel concreto dimostra l’Amore di Dio e il Suo intervento per venirci a recuperare nella miseria in cui ci troviamo. L’applauso corale a San Giuseppe è stato decisamente uno dei momenti storici di questa giornata di Grazia. Lascio il microfono a Jury e si apre il discorso sulla castità prematrimoniale e sulla purezza. Mai avuto un pubblico così. Jury illuminato e ispirato nella dolcezza, nei termini, nell’autorità degli argomenti. Tutti gli occhi incollati. Non si muove una foglia. Un grande applauso finale e viene proiettato il video del nostro matrimonio, che porta il ragazzo con tatuaggi e buchi negli orecchi ad asciugarsi con la mano le lacrime. Riprendo con la musica. “L’amore non conta mai il male ricevuto. L’amore tutto scusa, l’amore tutto crede, l’amore tutto spera e tutto sopporta”. Ho gli occhi addosso. Ho i cuori addosso. Dentro al mio. Tutti in piedi e si balla Dio è più grande: “L’Amore noi lo conosciamo, Dio ha dato la Sua vita a noi”. Concludiamo con I.N.R.I. – Io Non Ritorno Indietro e sulle note finali li ringraziamo, diciamo loro che gli vogliamo bene e che chiediamo a Dio di fare della loro vita un capolavoro. Quanto ci hanno abbracciato. Quante cose ci hanno detto. “Si vede proprio che la vostra vita è cambiata”. “Vi auguriamo tante belle cose”. “Mamma mia, delle coincidenze impressionanti”. “Non è stato «bello». È stato «immenso»”. “Grazie, per favore ritornate”. “Siete stupendi”. E per finire, le parole del cappellano: “Non li ho mai visti così, di solito non resistono più di dieci minuti durante le attività, oggi sono stati incollati e rapiti per due ore e mezza, sono senza parole. Erano i ragazzi più difficili che vi potevano capitare, sono sconvolto. Sono sicuro che nel loro cuore sta lavorando qualcosa, Gesù è passato e ha parlato. Ne sono sicuro perché non li ho mai visti così”. Con le lacrime agli occhi siamo di ritorno, pieni di gratitudine immensa e con il cuore straziato dalla tanta gioia, nel sapere che Dio ha conquistato i Suoi Figli e con tanto Amore se li è ‘spupazzati’, promettendo di fare della loro vita un Capolavoro e facendosi vedere a braccia aperte, pronto per riportarseli a casa. Lode a Papà Dio, al Suo Amore, alla Sua dolcezza, alla Sua fantasia, alle Sue Meraviglie. Ti amo… Grazie…”.
***
Per informazioni su cd, canzoni, testi, date dei concerti e ogni domanda, si possono consultare direttamente su profili Facebook:
 – Debora: https://www.facebook.com/debora.vezzani.5?fref=ts
 – Jury:  https://www.facebook.com/jurybastogi?pnref=story.unseen-section

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Roberto Lauri

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione