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Ddl Cirinnà: discussione in Senato rinviata a ottobre

Renzi: “Priorità alle riforme costituzionali”. Savarese (Manif Pour Tous Italia): “Una vittoria del popolo del Family Day”

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Dopo settimane di tira e molla, la maggioranza ha deciso: la discussione in Senato del ddl Cirinnà è rimandata a ottobre. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi all’assemblea nazionale del Partito Democratico, riunita nella sala conferenze Expo a Milano.

“La questione delle unioni civili deve essere risolta una volta per tutte. C’è un problema di tempistica e un problema di merito. Sul merito i punti sono chiari, adesso è arrivato il momento di andare e di chiudere”, ha dichiarato il premier.

Sulla tempistica parlamentare, Renzi ha parlato di un “orizzonte molto preciso e puntuale” che prevede di portare in Senato la riforma della Pubblica Amministrazione al Senato entro il 7 agosto.

Data “l’assoluta necessità di affrontare e chiudere nel mese di settembre la questione delle riforme costituzionali”, seguita dall’approdo in Senato della legge di stabilità il 15 ottobre, il passo successivo riguarderà proprio le unioni civili, che il presidente del Consiglio conta di far approvare “entro l’anno”.

La notizia del rinvio della discussione del Ddl Cirinnà è stato accolto con favore dalle associazioni familiari. Il portavoce della Manif Pour Tous Italia, Filippo Savarese ha parlato di “una chiara, prima vittoria del popolo che il 20 giugno ha animato a Roma l’oceanico Family Day in piazza San Giovanni”.

Secondo Savarese, “l’approvazione slitta da un trimestre all’altro per un semplice motivo, ormai palese a tutti: il ddl Cirinnà rottama il matrimonio e apre all’utero in affitto”.

La mobilitazione per la famiglia e il diritto dei bambini a un papà e una mamma riprenderà a settembre “più viva che mai, con l’obiettivo di evitare all’Italia il destino dei Paesi che hanno distrutto la famiglia naturale e oggi discutono di eugenetica e poligamia”, aggiunge il portavoce della Manif Pour Tous Italia.

“Il rispetto dei diritti individuali di convivenza non c’entra niente con l’istituzione di matrimoni-bis che tolgono ai bambini la possibilità di avere un papà e una mamma”, conclude poi Savarese. [L.M.]

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ZENIT Staff

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