Holy Communion. Île-de-France students' mass in Cathedral Notre Dame de Paris celebrated by Mgr André Vingt-Trois

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Dare più di un’ostia a chi si comunica?

Il problema si pone qualora il ministro straordinario non abbia la chiave del tabernacolo

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Nella sua rubrica settimanale, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi a una domanda pervenutaci da un lettore nello Stato dell’Ohio.

È permesso dare a chi si comunica più di un’ostia alla volta? La domanda mi è sorta poiché quando stavo dando la comunione ai malati di una casa di cura, alcune volte qualcuna delle persone in lista per ricevere la comunione non riusciva a prenderla per vari motivi – inabilità fisica di prenderla a causa di problemi allo stomaco, o confusione mentale che non avrebbe fatto riconoscere loro Gesù nell’Eucaristia. Dal momento che il ministro straordinario per la Comunione non ha la chiave per riportare le ostie avanzate in chiesa, si può dare due ostie a qualcuno che l’ha già ricevuta? — G.D., Dayton, Ohio (USA)

Dal momento che non ci sono norme specifiche a tal riguardo, propongo di applicare una soluzione dettata dal buonsenso.

Mentre è d’uso comune dare un’unica ostia a ciascun comunicante, ci possono essere variazioni a seconda della necessità particolare.

Per esempio, se alla Messa partecipano più persone del numero di ostie consacrate o conservate nel tabernacolo, allora il sacerdote o il ministro della Comunione può decidere di spezzare le piccole ostie in due, in modo che tutti possano ricevere la Comunione. Allo stesso modo è abbastanza comune per un ministro della Comunione utilizzare solo un piccolo frammento di un’ostia per i malati che abbiano difficoltà a deglutire.

Solitamente in questi casi la Comunione dovrebbe venire posta direttamente sulla lingua, dal momento che una volta che l’ostia è stata spezzata, è più facile che i piccoli pezzi cadano.

Qui l’implicito principio teologico è che Cristo è interamente presente, come corpo, sangue, anima e divinità, in ciascuna delle parti dell’ostia spezzata che vengono distribuite come Comunione.

Se questo è valido per un’ostia spezzata, dovrebbe esserlo anche per più di un’ostia. Non è che la comunione di un sacerdote valga di più di quella degli altri fedeli, perché egli ha preso parte di un’ostia più grande, né un fedele sarebbe più unito a Cristo qualora in alcune occasioni lui o lei ne abbiano ricevute due.

Potrebbe esserci l’esperienza soggettiva in cui, persino un’anima pia si possa sentire mortificata per aver ricevuto solo mezza ostia oppure piena di gioia per averne ricevute due, ma non vi è differenza in ordine di grazia e di unione con Dio.

Di norma, se sono avanzate delle ostie dopo la Comunione e non c’è alcun tabernacolo in cui riporle, allora è il sacerdote stesso a consumarle prima di purificare i vasi sacri. Ci sono, tuttavia, alcune situazioni in cui un sacerdote durante la Messa può scegliere di dare più di un’ostia ai fedeli. Ad esempio nel caso che la Messa venga celebrata, in un luogo privo di tabernacolo e il sacerdote preveda, prima di distribuire la Comunione, che il numero delle ostie eccede quanto egli stesso possa consumare con il necessario rispetto e dignità per l’Eucaristia. Un altro caso sarebbe qualora ci sia necessità di lasciare il tabernacolo vuoto o quasi dopo la Messa, ad esempio durante la Settimana Santa in preparazione alla messa dell’Ultima Cena del Signore del Giovedì Santo, la quale viene celebrata con il tabernacolo vuoto.

In questi casi è meglio avvisare in anticipo i fedeli che potrebbero ricevere due ostie, poiché se ciò avvenisse inaspettatamente per loro, potrebbe costituire una distrazione e potrebbe disturbare il fervore del momento della Comunione. È anche successo che qualcuno abbia pensato che il sacerdote avesse fatto un errore, e che abbia cercato di riporre l’ostia in più nel ciborio.

Negli ospedali e negli ambienti di cura come quelli descritti dal nostro lettore, si applica fondamentalmente la stessa norma. Il ministro può dare due ostie a qualsiasi altro comunicante nel caso non sia possibile riportare le ostie nel tabernacolo. Ancora una volta, la persona andrebbe avvisata in anticipo per evitare un effetto sorpresa.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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