Dall'alleanza educativa scuola-genitori nasce "Rispettiamoci"

Lanciato dal Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, il progetto rivolto alle scuole per favorire uno sguardo equilibrato sui temi dell’affettività sta spopolando in tutta Italia

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Alle scuole che in Italia stanno veicolando l’ideologia gender viene imputato di trascurare il coinvolgimento dei genitori. Di opposto modus operandi è Rispettiamoci, progetto atto a favorire uno sguardo attento ed equilibrato sui temi dell’educazione all’affettività, alla sessualità e alla cultura del rispetto. Rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, Rispettiamoci si fonda sull’alleanza educativa tra genitori e docenti. Il suo promotore, Ernesto Rossi, presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, spiega a ZENIT i contenuti dell’iniziativa e la vasta adesione da parte di genitori e insegnanti di tutta Italia.

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Presidente, come nasce l’idea di lanciare il progetto Rispettiamoci?

Abbiamo risposto principalmente a una forte domanda dei genitori, che chiedevano di poter trovare nelle scuole progetti sulla relazionalità che avrebbero volentieri accettato. Il Forum nazionale ha da poco diffuso una ricerca sull’utilità ed efficacia di certi corsi scolastici condotta in Puglia (Educazione, Ricerca, Orizzonte Sessualità, atti della Ricerca. Pubblicazione a cura dell’Università degli Studi di Bari, ndr) che ha fornito importanti indicazioni, per cui abbiamo potuto individuare le esigenze reali di famiglie, scuola e studenti.

Ci tenete a sottolineare che questo progetto è il “frutto di una vasta alleanza educativa di scuole, enti locali ed associazioni attive nel campo del volontariato e della prevenzione alla discriminazione”. Può spiegarci l’importanza di questa rete?

Il progetto Rispettiamoci è nato da un’alleanza, ricordo infatti che il Forum è un’associazione di associazioni, cosicché le eccellenze delle nostre associazioni vicine ai temi dell’educazione, della pedagogia, dell’affettività, della sessualità e della bioetica, hanno trovato nell’alveo del Forum, un luogo di lavoro comune che potesse indirizzarle verso obiettivi condivisi. Così ha preso forma Rispettiamoci, che è stato immediatamente ben recepito dal territorio. Dopo questo primo momento regionale, abbiamo desiderato allargare la proposta immettendolo nella rete nazionale del Forum, sotto il coordinamento della commissione del Forum preposta a questo; così è nato il progetto Rispettiamoci+, che ha valenza nazionale, partecipa al bando del Miur/DPO, e poggia su una rete di scuole di tutti gli ordini e gradi di cinque regioni.

Voi del Forum avete aderito alla petizione contro il gender nelle scuole. Crede che l’introduzione di questa ideologia nelle aule scolastiche tradisca l’alleanza educativa tra scuola e genitori?

È nei fatti che sia così. Infatti, basta guardare alla prassi con cui queste proposte sono calate sugli allievi e dunque sulle famiglie; c’è pochissima informazione e trasparenza al riguardo, sappiamo di genitori che hanno tentato di chiedere informazioni e si sono visti rispondere anche piuttosto sgradevolmente al riguardo. Con questo non voglio affatto dire che tutti i progetti educativi siano di dubbia qualità, ma è evidente che ci sia un clima “strano” attorno a queste proposte e ciò lascerebbe supporre che la risposta più saggia dovrebbe essere un pieno coinvolgimento e informazione dei genitori per la migliore alleanza tra scuola e famiglia; eppure, sembra che invece di andare in questa direzione, si vada esattamente in quella opposta. Laddove abbiamo proposto Rispettiamoci, la prima cosa che abbiamo chiesto di fare è stato di incontrare le famiglie per condividere con esse i contenuti educativi. Mi chiedo perché altri non facciano altrettanto.

Nei giorni scorsi il vostro portavoce, l’avv. Pillon, ha ricevuto una denuncia per aver criticato alcuni volantini, ritenuti a sfondo pornografico, distribuiti in un liceo di Perugia un paio d’anni fa. Questo episodio dimostra che la libertà d’espressione è in pericolo?

È innegabile che entrare in conflitto con la corrente di pensiero che vorrebbe lasciare campo aperto a certe proposte educative attiri una sferzante opposizione; in questo senso, chi opera per la libertà di opinione non ci guadagna di certo. A prescindere dal caso locale, quello che più lascia pensare ogni volta che si discute di gender, è la cappa di omologazione del pensiero che grava sui media nazionali. Se ne parla poco, malvolentieri e principalmente a senso unico, con la tendenza a darne una visione edulcorata; talvolta facendo della vera disinformazione; mi riferisco alla recente conferenza sulla famiglia di Milano. Eppure, la gente è sconcertata dalla pervasività di questa corrente aliena alla cultura popolare. Quando le famiglie comprendono il senso profondo dell’educazione di genere si stupiscono di quanto la reale portata di questi contenuti appaia totalmente nascosta nel dibattito pubblico. Eppure, spiegare bene e in modo chiaro l’argomento, dovrebbe essere il punto di partenza di ogni proposta onesta. Io dico sempre che se devo acquistare qualcosa voglio sapere esattamente cosa compro, non posso contrarre un debito a scatola chiusa, senza neanche sapere cosa c’è nella scatola: non siamo al gioco dei pacchi! Eppure è esattamente quello che sta accadendo sulla testa nostra e dei nostri figli.

Il vostro progetto sta oltrepassando i confini dell’Umbria…

È vero. Nel momento in cui abbiamo lanciato la proposta siamo stati raggiunti da moltissime richieste, segno della fiducia che danno al nostro lavoro, ma anche della preoccupazione delle famiglie e degli insegnanti che verso queste proposte educative hanno compreso esserci qualcosa di poco chiaro. In condizioni di indecisione, quando si apre uno spiraglio tutti si indirizzano in quella direzione e questo è il segnale più forte che qualcosa in tutta questa storia non sia affrontata con la dovuta serietà e attenzione per le famiglie, in particolare dalla nostra politica, e soprattutto in un clima di alleanza verso la popolazione da parte della pubblica amministrazione che poi promuove questi progetti.

La diffusione di Rispettiamoci o di progetti affini richiede un crescente numero di formatori competenti per discutere con gli alunni. State già lavorando su questo aspetto?

Proprio perché le richieste che abbiamo ricevuto sono state così numerose, ci siamo resi immediatamente conto che non saremmo stati in grado di coprire le esigenze con i nostri soli formatori. Per questo abbiamo pensato a un corso di formazione per formatori di Rispettiamoci, così che potranno essere raggiunti tutti quelli che oggi desiderano adottare il nostro modello educativo. Il corso è attualmente in fase di elaborazione, speriamo di poterlo attivare in marzo o aprile; in ogni caso, appena pronto, ne daremo piena informazione attraverso i canali ufficiali del Forum dell’Umbria e nazionale. Il nostro desiderio è di offrire sempre un servizio leale e onesto verso tutti: scuola, genitori, famiglie e istituzioni.

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Federico Cenci

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