Foto © Servizio fotografico - L'Osservatore Romano

Dal Papa il "Bus dei sogni" e un presepe con la Maddalena

Francesco ha benedetto una statua di Madre Teresa a grandezza naturale e 6 campane per il monastero benedettino ungherese di Győr, il cui patrono è Sant’Ignazio

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“El bus de los sueños. Il bus dei sogni” è giunto oggi in Vaticano per salutare Papa Francesco. Al termine dell’Udienza generale in Aula Paolo VI, è stata presentata al Pontefice l’iniziativa che vuole ripercorrere, tappa per tappa, il pellegrinaggio che Giovanni Paolo II fece nel 1987 in Uruguay, Cile, Argentina e concludersi Panamá per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2019.
“I sogni non sono idee astratte campate in aria: sono fatti concreti, opere di misericordia, perché i giovani e i poveri non hanno tempo da perdere in chiacchiere ed è questo il messaggio che porteremo attraversando le grandi strade ma anche i vicoli sterrati”, spiegano gli organizzatori a L’Osservatore Romano.
Alcuni dei partecipanti, Francesco li conosce bene avendoli battezzati e cresimati personalmente nel Barrio Inta, Villa 19, di Buenos Aires, come racconta Jonathan Ruíz, coordinatore per l’Argentina del progetto che vede in prima fila anche la diocesi Nueve de Julio con il suo vescovo Ariel Edgardo Torrado Mosconi. “Vogliamo ‘provocare’ i giovani perché si diano da fare per dar corpo alle loro speranze” gli fa eco il sacerdote polacco Marcin Schmidt, responsabile della pastorale giovanile in Cile. Del progetto fa parte anche padre Bashar Fawadleh, coordinatore dei giovani cattolici in Terra santa.
A sostenere l’iniziativa c’è anche la regione polacca di Toruń, che già per la Gmg di Cracovia ha accolto 250 ragazzi di Gaza. Il presidente Piotr Całbecki ha chiesto al Papa di benedire la pietra angolare del primo ospedale in Europa “che non ghettizza i malati psichiatrici ma li inserisce con piena dignità nel percorso di assistenza”. Proprio a Toruń si terrà nei prossimi giorni il Forum di economia sociale e solidale a cui partecipano anche i protagonisti dei Bus dei sogni “per raccogliere idee su come riscattare concretamente i poveri e gli esclusi”.
A Papa Francesco è stato poi donato oggi un presepe in terracotta realizzato da Donato Mazzotta secondo la tradizione artistica bolognese 500esca. Composto da 9 pezzi, il presepe ha un personaggio in più: Maria Maddalena. “L’ho voluta inserire nella Natività proprio per rappresentare e rilanciare il ruolo della donna” ha spiegato l’artista nel presentare al Papa l’opera che sarà collocata nel Cortile di San Damaso. Francesco ha anche ammirato i presepi collocati nell’atrio dell’Aula Paolo VI su iniziativa dello Stato messicano del Querétaro, ringraziando per il dono il governatore Francisco Dominguez Servién, gli artigiani che hanno plasmato le rappresentazioni natalizie e anche un coloratissimo gruppo di artisti indios.
Particolarmente significativo il gesto dei cattolici di San Pietroburgo che hanno chiesto al Pontefice di benedire “la riproduzione dell’icona Salus populi Romani, venerata a Santa Maria Maggiore, che ora sarà esposta nella storica parrocchia di Santa Caterin”. Un abbraccio particolare Bergoglio lo ha riservato anche ai 18 sacerdoti caldei iracheni che prestano il loro servizio accanto ai loro connazionali profughi in Europa. Ad accompagnarli monsignor Saad Sirop, recentemente nominato visitatore apostolico per i fedeli caldei nel vecchio continente.
Tra gli altri doni presentati al Santo Padre, anche il libro Risorgere dal fango sull’alluvione di Firenze, curato da Franco Mariani e Mattia Lattanzi ed edito da Giunti: tra le note, i ritratti dei tre attuali cardinali — Bassetti, Betori e Scola — e dei cinque vescovi che all’epoca furono “angeli del fango”, e i particolari della vicinanza spirituale e materiale di Paolo VI che nell’occasione donò un miliardo di lire.
Tra i presenti anche i rappresentanti degli ex lavoratori del call center di Poste italiane che hanno perso il loro posto e alcuni protagonisti del concerto di Natale che si terrà il 10 dicembre all’auditorium della Conciliazione per sostenere il progetto salesiano «Betlemme casa del pane, casa di pace».
Prima di entrare nell’Aula Paolo VI, Francesco ha benedetto la statua di Madre Teresa, rappresentata a grandezza naturale con tre bambini, donata dalla fondazione russa Dialogo delle culture – Mondo unito, dall’associazione internazionale Sofia e dall’accademia italiana Sapientia et Scientia. La statua è stata realizzata in bronzo dall’artista russo Aleksey Leonov, che al Papa ha anche donato una piccola scultura raffigurante San Francesco. Il Pontefice ha infine benedetto sei campane per il monastero benedettino ungherese di Győr, la cui chiesa ha per patrono sant’Ignazio di Loyola.

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ZENIT Staff

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