Dal Meeting di Rimini un appello per salvare i cristiani

Musulmani ed ebrei contro relativismo e fondamentalismo

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RIMINI, lunedì, 20 agosto 2007 (ZENIT.org).- Si è concluso con un appello per salvare la vita del venticinquenne egiziano Mohamed Hegazi, convertito al cristianesimo e condannato a morte per apostasia, l’incontro dal titolo “Salviamo i cristiani” che si è svolto domenica 19 agosto al Meeting di Rimini.

Tutti i partecipanti all’incontro, Magdi Allam, Vicedirettore de Il Corriere della Sera, Claudio Morpurgo, Vicepresidente delle Comunità ebraiche in Italia, Dounia Ettaib, Vicepresidente dell’Associazione Donne Marocchine in Italia, e Robi Ronza, Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, hanno difeso la sacralità della vita, condannato il fondamentalismo terrorista e invocato una rivoluzione culturale per portare il Dio della pace nel mondo.

Magdi Allam ha ricordato che il venticinquenne egiziano è stato condannato a morte per apostasia da una Fatwa del Preside di una Facoltà dell’Università Al Azhar de Il Cairo, il cosiddetto “Vaticano sunnita”, solo perché ha chiesto di indicare la propria religione sulla sua carta di identità, in modo da poter far nascere cristiano il bambino che sta per avere dalla moglie.

Secondo il Vicedirettore de Il Corriere della Sera “un paese come l’Italia deve far sentire la sua voce. Io chiedo a nome di tutte le persone di buona volontà, che il Presidente Napolitano lanci un appello al Presidente egiziano Mubarak perché assuma una iniziativa significativa” per chiarire che l’Egitto “è rispettoso di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro fede”.

Un appello che Allam ha allargato anche al Governo affinché si muova per “tutelare la vita di questo cittadino” ed alle cinque Università italiane che nel 2005 hanno stretto un accordo di collaborazione culturale con l’Università Al Ahzar perché “recedano da questa iniziativa”.

Allam ha quindi affermato che “i cristiani in Medio Oriente erano la maggioranza della popolazione e oggi sono ridotti ad una percentuale irrisoria. In passato era la persona a prevalere sull’ideologia, oggi è l’ideologia che ha umiliato la persona”.

“In Egitto – ha rilevato ancora – le donne sono rese schiave perché cristiane e i cristiani sono costretti alla conversione per vivere”, e “siamo arrivati al punto che affermare la verità e la sacralità della vita, sembra un pensiero totalitario”.

“Salviamo i cristiani nel mondo significa dire che salviamo noi stessi – ha sottolineato il noto giornalista e scrittore egiziano –. E solo se saremo capaci di interpretare le istanze delle persone di buona volontà nel mondo arriveremo ad una società più giusta”.

A questo proposito Allam ha proposto la realizzazione di un Osservatorio permanente per la libertà religiosa che sia “punto di riferimento per istituzioni ed enti locali e costituisca un parametro di riferimento ineludibile per il governo”.

Nel prendere la parola, Claudio Morpurgo ha spiegato come il relativismo e il fondamentalismo neghino il vero senso religioso.

Per Morpurgo l’atteggiamento laicista in Italia ed il fondamentalismo che si sta diffondendo nel mondo sono due facce di una stessa medaglia.

Il Vicepresidente delle Comunità ebraiche in Italia ha sottolineato che “su Dio non si fanno compromessi. Salvare i cristiani vuol dire salvare un ecumenismo vero, vuol dire lottare per la sacralità della vita e non nascondersi”.

“Sono valori assoluti e non negoziabili – ha sottolineato Morpurgo –. Sono principi inalienabili perché non siamo noi ad aver creato Dio ma è Dio che ci ha creati a sua immagine”.

Il rappresentante delle Comunità ebraiche ha concluso chiamando a raccolta cristiani, ebrei e musulmani per realizzare “una rivoluzione culturale per portare Dio nel mondo e santificare il quotidiano. Salvando i cristiani permettiamo a Dio di essere presente nel mondo e diamo forza al senso religioso, unico punto di resistenza al relativismo ed al fondamentalismo dilagante”.

Dounia Ettaib ha, invece, denunciato un certo multiculturalismo falso e ipocrita che in nome del rispetto delle tradizioni di altri popoli, tollera la violenza subita dalle donne e la persecuzione religiosa.

Ricordando la frase del Corano in cui è scritto “Chi uccide un uomo è come se avesse ucciso l’intera umanità”, la Vicepresidente delle donne marocchine in Italia ha denunciato le violazioni dei diritti umani e le persecuzioni contro i cristiani in alcuni paesi islamici.

“In Egitto ogni anno 1.000 donne cristiane sono costrette a convertirsi all’Islam dai mariti o dalle università”, ha raccontato la Ettaib, che ha continuato chiedendo se “è giusto dialogare con un paese come l’Arabia Saudita, dove i cristiani non possono praticare neanche in privato la loro religione”.

Robi Ronza ha infine spiegato che “l’ostilità verso i cristiani nei paesi arabi nasce dal fatto che i cristiani pongono il problema della laicità dello Stato. Fuori dalla tradizione giudaico-cristiana infatti non c’è principio di laicità. E’ per questo che occorre preservare la presenza dei cristiani”.

“I problemi di ordine culturale sono enormi – ha constatato il Sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia – ma se non vengono affrontati non è possibile una riconciliazione fra i popoli, ed a pagare per primi sono le minoranze”.

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ZENIT Staff

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