Dal convegno dei CAV un appello per contrastare la cultura della morte

di Antonio Gaspari

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ROMA, domenica, 25 novembre 2007 (ZENIT.org).- Nella tavola rotonda sul tema “Prospettive legislative e amministrative” della legge 194, svoltasi a Roma questo sabato nell’ambito del XXVII Convegno nazionale dei Centri di Aiuto alla Vita (CAV), i partecipanti hanno condiviso azioni legislative per contrastare la cultura della morte.

Pino Morandini, vicepresidente del Movimento per la Vita, ha denunciato la 194 come una legge che a trent’anni dalla sua promulgazione “ha impedito la nascita di quasi cinque milioni tra bambine e bambine e ha offeso la salute e la dignità di milioni di madri”.

Secondo Morandini, “l’applicazione selvaggia della 194 ha fatto tante vittime, e le parti della legge che intendevano proteggere le madri ed evitare gli aborti non sono state applicate”.

Il problema, osserva il vicepresidente del MpV, “non è solo legislativo”: c’è bisogno “di un cambio culturale che affronti la questione antropologica riconoscendo chiaramente la vita dal concepimento alla morte naturale”.

Per far capire quanto sia importante un differente approccio culturale, Morandini ha spiegato che Spagna e Polonia sono due Paesi con lo stesso numero di abitanti e leggi simili in materia di aborto, eppure nel 2006 gli aborti in Spagna sono stati 88.985, in Polonia 304.

“La differenza – sostiene – sta nel fatto che legge polacca riconosce la vita fin dal concepimento e di conseguenza l’intero approccio al problema va nella difesa della vita fin dall’inizio”.

La senatrice Luisa Santolini, già presidente del Forum delle Famiglie, ha spiegato che “c’è una frattura tra la società civile e il Parlamento”, e ha riferito che nella Commissione Affari Sociali del Senato, di cui è vicepresidente, “si sta cercando di utilizzare le condanna dell’omofobia per legittimare una cultura che confonde i generi e cancella la famiglia ed il matrimonio”.

Sulla legge 194, la Santolini ha ribadito il suo sostegno a cambiamenti migliorativi, pur confessando che non esiste una maggioranza parlamentare favorevole.

L’ex presidente del Forum delle Famiglie ha concluso affermando che “il problema centrale è quello antropologico, perché oggi non si sa più chi è l’uomo”.

Dal canto suo, la senatrice Paola Binetti ha osservato che “la diffusione della pillola abortiva Ru486 è in contrasto con la legge 194”, e che si cercherà di mettere insieme “uno schieramento trasversale per respingere proposte di legge contrarie alla vita e alla dignità della persona”.

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ZENIT Staff

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