Daily meditation on the Gospel

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Dacci sempre questo pane — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Martedì 2 maggio 2017, Sant’Atanasio, Vescovo e Dottore della Chiesa, Memoria (bianco)

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Lettura
Nel brano di Atti, Stefano, che faceva grandi prodigi e miracoli fra il popolo, è stato trascinato davanti al Sinedrio. Dopo aver parlato dei numerosi interventi di Dio nella storia di Israele, egli contesta al popolo, agli anziani e agli scribi di avere sempre opposto resistenza allo Spirito Santo. Nel Vangelo è invece il popolo ebraico a contestare Gesù, lasciando emergere uno dei momenti di resistenza più clamorosa allo Spirito, in quanto, appena dopo che Gesù ha sfamato cinquemila uomini, gli chiedono: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?».
Meditazione
Gesù ha appena compiuto la moltiplicazione dei pani, e quanti ne hanno beneficiato non hanno capito che egli ha compiuto un grande segno. Evidenziamo alcuni passi necessari per acquisire la capacità di cogliere i segni. Innanzi tutto, l’onestà intellettuale. Gli uomini della “Sinagoga dei Liberti” che sobillano a calunniare Stefano, poiché non riescono a resistere alla sua sapienza ispirata, non brillano per onestà intellettuale, come la folla che non ha compreso che i pani moltiplicati da Gesù sono pane dal cielo, perché non ammettono l’evidenza del ragionamento e la realtà dei fatti. In secondo luogo, per cogliere i segni occorre la capacità culturale di capire che i fatti assumono una carica simbolica che permette di capire il senso delle cose. La valenza simbolica della realtà non può essere percepita all’interno di una cultura immanentistica, in cui le cose finiscono in se stesse. San Francesco sapeva ascoltare le creature e lasciarsi condurre da loro alla lode e alla benedizione, perché sapeva comprendere che ogni cosa, come “messor lo frate sole, de te, Altissimo, porta significatione”. Infine, per non essere ciechi di fronte a segni anche grandi, è necessario non opporre resistenza allo Spirito Santo, come i persecutori di Stefano o come le folle che si sarebbero accontentate di un Gesù impegnato unicamente a moltiplicare i pani, senza capire che il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. Per questo è importante la preghiera suggerita dal salmo responsoriale, che riecheggia l’invocazione di Stefano mentre veniva lapidato: «Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito». Con questa apertura si può capire che “Gesù è il pane della vita e chi viene a Lui non avrà fame né sete, mai!”, e si può chiedere: “Signore, dacci sempre questo pane”.
Preghiera
O Signore, fa’ che di fronte agli avvenimenti della vita io non mi limiti a prenderne atto. Insegnami, piuttosto, a chiederti: “Cosa mi stai dicendo?”. E fa’ che ricerchi in ogni creatura ciò che mi parla di te, aprendomi a contemplare i cieli aperti e la tua presenza accanto a me, oltre che alla destra del Padre.
Agire
Sarò contemplativo nella vita, sapendo che ogni cosa mi parla di Dio, e che Dio mi parla continuamente nelle vicende della vita. Da ogni avvenimento saprò trarre motivi di lode e di ringraziamento.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
 

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ZENIT Staff

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