The enciclica Laudato sii

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Da Cracovia i giovani chiedono un'economia sostenibile

Si è tenuto oggi il convegno “Ecologia integrale. Laudato si’ – I giovani protagonisti del mondo”

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Ecologia integrale. Laudato si’ – I giovani protagonisti del mondo. Questo il titolo di un convegno che si è tenuto oggi, 25 luglio, presso l’università Jagellonica, a Cracovia, e che ha visto protagonisti alcuni giovani partecipanti alla Gmg.
Essi hanno preparato un documento – ripreso dall’Osservatore Romano – per chiedere ai governanti di cercare nuovi modi, più equi e sostenibili, per gestire l’economia e garantire l’accesso al mondo del lavoro a tutti i cittadini.
Si richiede ai Governi di rinunciare “allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali” e, al contrario, di agire “in modo responsabile a tutela della casa comune senza cedere alla dittatura del tornaconto immediato”, in quanto il creato è “un dono da custodire: altri ce l’hanno consegnato e noi abbiamo la responsabilità di trasmettere a chi verrà dopo di noi”.
Appello che riguarda anche i singoli cittadini, a farsi promotori “di grandi percorsi di dialogo sull’ambiente nella politica internazionale”. L’obiettivo è introdurre nelle politiche nazionali e locali “azioni tempestive ed efficaci di salvaguardia del pianeta”.
Un simile impegno passa però dalla consapevolezza degli interventi sulle risorse naturali, sulle tecnoscienze e sulla difesa del lavoro, per questo è importante che venga fatta informazione al riguardo.
Non manca un riferimento alla “lotta” contro “gli interessi dei gruppi di potere che distruggono irrazionalmente le fonti di vita”.
Si chiede poi di approfondire il rapporto tra scienza e religione, nella convinzione che “i rispettivi, diversi approcci alla realtà possano entrare in un rapporto intenso e produttivo”. Sforzandosi di intraprendere “una conversione ecologica come fraternità verso le creature” e di cercare le vie per un “prudente sviluppo del creato”, si propongono poi di realizzare un’ecologia integrale, “costruendo reti comunitarie, capaci di far crescere la cultura della solidarietà» con gesti semplici quotidiani nei quali venga spezzata “la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”.
Il modello proposto dai giovani è San Francesco, affinché si persegua un “diverso stile di vita, più sobrio e più aperto allo stupore e alla meraviglia per il creato”.
Del resto per intervenire in modo positivo sull’ambiente non bastano soluzioni tecniche e politiche, ma c’è bisogno anche di “saggezza, forza e speranza”, che “scaturiscono da una visione rinnovata del rapporto tra umanità e ambiente”. I giovani, poi, credono che la cura del mondo riguardi anche il patrimonio storico, artistico e culturale e richieda perciò “il costante protagonismo degli attori sociali locali a partire dalla loro propria cultura”.
Infine viene definito il lavoro “via di responsabilità, di impegno per lo sviluppo e di costruzione del futuro”, dignità che va restituita per contrastare “uno stile egemonico di vita legato a un modello di produzione”.

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ZENIT Staff

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