Da cosa dipendi?

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Uno della folla presenta a Gesù la situazione di contenzioso che si è creata tra due fratelli per la divisione dell’eredità ricevuta. Il Maestro non mostra interesse a rispondere con motivazioni di carattere giuridico. Piuttosto egli riporta il discorso alla radice del problema: la vita non può essere fondata sull’accumulo dei beni, perché questi non danno alcuna solidità. Con una parabola che ha per protagonista un uomo ricco, intento a programmare il futuro della propria vita sulla base dei “suoi” beni, Gesù mostra la stoltezza di una tale logica. La prospettiva della “fine” relativizza gli “assoluti” dell’esistenza, facendo ritrovare il giusto valore di ciò che conta nella vita. 

Meditazione

Avere per vivere o vivere per accumulare? La vicenda umana, non di rado, è posta di fronte a questo bivio, presso il quale possesso e dono rappresentano le due logiche fondamentali che caratterizzano la vita. La prima porta a pensare che l’esistenza valga nella misura di ciò che si ha. Più volte posso ripetere “è mio”, più volte posso esorcizzare la paura e l’insicurezza della vita, noncurante che l’avere subisce il continuo logorio del tempo e l’esito ultimo che vado preparando per me è soltanto una riserva di morte. La seconda mi fa intuire che i beni mi sono donati, sono per me, per la mia vita, necessari a farmi convinto che l’esistenza vale nella misura in cui non la consumo dietro la spasmodica ricerca dell’avere, ma piuttosto nella consapevolezza attiva che tutto mi è donato, e io stesso sono un dono. Gesù mette in guardia da una concezione proprietaria della vita, identificata con il possesso sicuro dei beni. Un’esistenza condotta in questo modo è definita “stolta”, cioè vuota e inconsistente, perché radicata su un fondamento instabile che non tiene per nulla conto di Dio. L’unica alternativa valida è “arricchire presso Dio”: il pugno chiuso nel quale credo illusoriamente di avere la mia vita può diventare mano tesa verso i fratelli con i quali condividere ciò che a me è stato donato. Così l’esistenza è liberata realmente dalla paura della morte, perché è consegnata nelle mani di un Padre, che dà la vita in pienezza attraverso suo Figlio, e che chiama a camminare dietro Gesù, nella forza possente dello Spirito che ci mette in condizioni di aderire alla proposta del Vangelo. «Solo la mia disponibilità ad andare incontro al prossimo, a mostrargli amore, mi rende sensibile anche di fronte a Dio. Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama» (Benedetto XVI). 

Preghiera

Grazie, Signore, perché sei solidale con tutti i poveri della terra. Ti chiediamo: la tua Parola ci insegni ad “arricchire presso Dio”. 

Agire

Oggi voglio guardare gli altri con l’amore che il Signore mi insegna. Presterò ascolto a chi ha bisogno.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ARTPer abbonamenti: info@edizioniart.it 

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ZENIT Staff

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