Da Benedetto XVI a Francesco tra continuità e innovazione

Paolo Sorbi racconta il Concilio Vaticano II e spiega come si passa dai valori non negoziabili di Benedetto XVI alla pastorale conciliarista e sociale di Francesco

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Queste e altre domande ZENIT le ha rivolte a Paolo Sorbi, cattolico, formato alla facoltà di sociologia di Trento, dove Renato Curcio e Mara Cagol diedero vita al gruppo dirigente delle Brigate Rosse. 

Docente universitario Sorbi ha militato nella sinistra comunista italiana. Ne è uscito per contrasti sui temi sensibili relativi alla vita nascente e al fine vita. È stato presidente del Movimento per la Vita della Lombardia, scrive su Avvenire e ha una rubrica su Radio Maria.

È docente di sociologia all’Università Europea di Roma ed è noto anche per essere stato coautore del manifesto “marxisti ratzingeriani”. Insieme a Giuseppe Vacca, storico e Presidente della Fondazione Gramsci, Mario Tronti, uno dei maggiori filosofi marxisti italiani, dirigente del Pci, poi parlamentare del Pds e del Pd, e Pietro Barcellona, intellettuale autorevole e deputato del Pci (recentemente scomparso), Paolo Sorbi ha sviluppato una significativa riflessione sul pensiero e l’operato di Joseph Ratzinger, in particolare sul rapporto tra fede e ragione e sui valori non negoziabili.

Sorbi ha raccontato di essersi ritrovato insieme ai questi vecchi amici non credenti,  per discutere della situazione di irrazionalità e nichilismo che sembrava aver conquistato le élite accademiche, culturali e perfino politiche dell’Europa.

Tutti e quattro hanno riconosciuto che il cardinale Ratzinger era uno degli intellettuali di avanguardia che avevano tra i primi intuito la svolta irrazionalistica e nichilista che stava prendendo piede in Europa dopo il crollo del muro di Berlino.

Così è nato un gruppo che la stampa ha definito “marxisti ratzingeriani”: niente di teologico ma moltissimo di culturale e sociologico.

Sorbi ha precisato che già nell’enciclica Deus caritas est Ratzinger, coglie nel marxismo una dinamica antropologica che è autodistruttiva, perché è riduttiva e materialista e non regge dal punto di vista antropologico.

Ratzinger è libero da pregiudizi, infatti riconosce a Marx di aver individuato il problema sociale dell’alienazione e dello sfruttamento.  “Questo lucida e libera analisi – ha sostenuto Sorbi – ha colpito molto i miei amici legati alla tradizione comunista”.

Un altro punto su cui i “marxisti ratzingeriani” si sono ritrovati con Benedetto XVI è l’analisi sul Concilio Vaticano II.

Secondo Sorbi, il cardinale Ratzinger fa due battaglie a cavallo del 1968. Una riguarda la sinistra cristiana che lui vede minata al suo interno dall’estremismo sociale e dal liberalismo etico. L’altra è la riforma nella continuità della Tradizione.

Il docente di sociologia conosce bene questi problemi, essendo stato un militante convinto della sinistra cattolica e sessantottina.

“Rivendico alla mia generazione – ha sottolineato – di aver posto domande giuste e di aver dato varie volte delle risposte sbagliate”.

Per Sorbi questo è il motivo per cui Ratzinger compie una scissione vera e propria passando da Concilium a Communio.

Ratzinger si schierò con Giovanni Battista Montini, con Henry Marie De Lubac, con Hans Urs von Balthasar.

Dall’altra parte c’erano il giovane Jonás Manuel Gutiérrez, i fratelli Clodovis e Leonardo Boff, l’olandese Edward Cornelis Florentius Alfonsus Schillebeeckx.

Si verificò una vera e propria spaccatura, tra coloro che si erano uniti nel Concilio e che si sono divisi nel post-Concilio. Quest’ultimi criticano Montini per la lentezza e non applicazione del Concilio, mentre Ratzinger e Communio difendono la grande apertura del Concilio senza accettare la rottura con la Tradizione.

Poco prima di essere eletto Pontefice, il cardinale Ratzinger, riapre questa riflessione, parlando della ermeneutica della continuità, facendone un capolavoro di analisi del Concilio.

Ratzinger guarda al Concilio non come l’evento di rottura dottrinale rispetto al passato, bensì pensa ad un cambiamento pastorale, comprendendo che la pastoralità non è esente dai collegamenti con la dottrinalità. Da qui un aggiornamento del linguaggio e la riforma liturgica, ma tutto all’interno del mantenimento del legame con la Tradizione.

Alla domanda su come si spiegano le dimissioni di papa Benedetto XVI, Sorbi risponde che, dal 2005 al 2013 si apre uno scontro non ideologico, ma di poteri e di scandali economici interni alla Chiesa, in cui Papa Ratzinger che è un intellettuale non si trova a suo agio. Benedetto XVI è un papa per le guerre culturali, non per gli scontri interni alla Curia.

Da una parte è scocciato, vorrebbe delegare, ma i conflitti non sono semplici da risolvere. Ed è a questo punto che arriva papa Francesco. Il cardinale Bergoglio è tra i più ligi al magistero, ma è anche uno che propone una pastorale più aperta, per una Chiesa Madre e non dogana.

Per combattere la corruzione Papa Francesco propone di creare una Chiesa povera nelle strutture. Ipotesi ben compresa e sostenuta da Ratzinger

Tra Benedetto XVI e Francesco si crea una continuità nell’innovazione. Francesco come Benedetto XVI non tornano indietro ma proseguono secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II.

A questo proposito abbiamo chiesto a  Sorbi se non sia paradossale che in una situazione in cui è evidente il superamento della logica della guerra fredda e della scomparsa dell’ideologia comunista, papa Francesco venga accusato di essere comunista.  

Sorbi ha risposto precisando che Bergoglio non è propriamente un uomo di sinistra, e di certo potrà dare una risposta ai problemi dell’oggi con una Chiesa che si muove in una dinamica di tipo relazionale, comunionale che si confronta con la rete e il web e non sia verticistica.

L’approccio per una comunione sinodale, inoltre potrebbe favorire logiche che accelerano il processo di unificazione tra cattolici e ortodossi.

Per Sorbi, papa Francesco è “nell’ermeneutica della continuità” e “non stanno vincendo i profeti di sventura ma i segni dei tempi”.

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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