Croce e/è glorificazione

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 12,20-33

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

All’inizio di ogni cognizione e di ogni relazione c’è sempre una curiosità, un desiderio. Così avviene anche per la fede: prima di credere, si vuole vedere. Ed è la curiosità di alcuni pellegrini greci, simpatizzanti dell’ebraismo e giunti a Gerusalemme per la festa di Pasqua, che offre a Gesù lo spunto per il suo ultimo discorso pubblico. Giovanni lo riporta immediatamente prima del racconto della Passione. Gesù parla di un’ora ormai giunta, che turba la sua anima; invita a odiare la vita, annuncia un momento in cui tutti saranno attratti da lui.

Meditazione

Finalmente è giunta l’ora, più volte annunciata, «che il Figlio dell’uomo sia glorificato». L’ora del Figlio dell’uomo coincide cronologicamente con la Pasqua degli Ebrei, ma la festa acquista un nuovo significato: non è più il passaggio dall’inverno alla primavera, non è più il passaggio dall’Egitto alla Terra Promessa, ma è il passaggio di Cristo da questo nostro mondo a quello del Padre. Quest’ora è paradossale perché cambia la logica delle cose, espressa in quella contrapposizione di verbi tipica delle lingue semitiche: morire per portare frutto; odiare la vita per conservarla. È Cristo il chicco di grano che, mentre si dissolve nell’umido della terra, fa spuntare il germoglio: il germoglio della sua risurrezione e della vita nuova offerta a chi crede in lui. È ancora Cristo che, non fuggendo dalla croce, sembra disprezzare la propria vita, ma in realtà entra nella vita eterna, della quale rende partecipe chi crede in lui. Questa logica paradossale è propria anche dei suoi discepoli: «Chi mi vuol servire mi segua e, dove sono io, là sarà anche il mio servo». Il termine glorificazione sottolinea l’aspetto positivo della morte in croce di Gesù, il quale, proprio attraverso di essa, dopo aver portato a compimento la sua opera, rientra nella gloria del Padre. La croce è glorificazione perché è la misura più alta del dono che Cristo fa di se stesso per rialzare e salvare l’uomo. La croce è glorificazione anche per il cristiano che vi trova il senso della sua vita: amare, dare la vita, fare degli altri il motivo per cui impegnare la propria esistenza. Gesù dice anche: «Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». La croce unisce tutti gli uomini in Cristo: chi trova lui, scopre una moltitudine di fratelli, scopre la Chiesa.

Preghiera

Signore, tu che hai scritto la tua legge d’amore sul mio cuore, fa’ che obbedisca alla tua volontà, a quella logica divina che trova il suo inizio e il suo compimento nell’amore. Fa’ che, morendo nella terra dell’uomo vecchio, io possa rinascere a vita nuova, a quella vita che è vera proposta di libertà.

Agire

Mi abbandono con fiducia nelle braccia del Signore e imparo da lui la forza della preghiera; lascio morire le mie fragilità per rinascere alla gioia della vita eterna.

Meditazione a cura di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione