Croazia: scontro sull'omofobia

Un’associazione difende il Governo dalla pressione di due ONG

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ROMA, giovedì, 13 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Il Consiglio dell’Associazione per la Libertà Religiosa (ARF in acronimo inglese) della Croazia ha denunciato in una dichiarazione pubblicata domenica 9 ottobre l’ultima iniziativa contro la libertà di espressione nel Paese lanciata da due organizzazioni per i diritti degli omosessuali.

In un messaggio rivolto a “tutti i media” e reso pubblico il 29 settembre scorso, le ONG Kontra e Iskorak avevano preso di mira le presunte posizioni omofobiche contenute nei libri di testo utilizzati nel corso di religione cattolica nelle scuole della Croazia, definendo “discriminatori e illegali” i pareri negativi sull’omosessualità espressi nei manuali in questione. Kontra e Iskorak avevano chiesto al Governo di Zagabria di metterli al bando.

Nel messaggio dello scorso mese, firmati dai rispettivi coordinatori, Sanja Juras ed Edo Bulic, le due ONG avevano definito “scandalosa” la risposta fornita dal Ministero della Scienza, dell’Istruzione e dello Sport al difensore civico, che aveva interpellato le autorità competenti riguarda ai libri di testo ritenuti omofobici, fra cui il volume “Con Cristo per la via”. Agli occhi di Kontra e Iskorak, l’insegnamento della Chiesa, secondo il quale “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” perché “precludono all’atto sessuale il dono della vita” (CCC, n° 2357), suggerisce che l’omosessualità sia un’anomalia o anzi una malattia, il che è contrario a tutta una serie di normative nazionali e internazionali contro la discriminazione.

Secondo la dichiarazione dell’ARF, firmata da 11 esponenti di varie confessioni e religioni, fra cui anche i rappresentanti della comunità musulmana ed ebraica, con le loro varie azioni legali ed iniziative contro scuole ed insegnanti che usano i libri di testo, Kontra e Iskorak mirano proprio all’abolizione della libertà di espressione in Croazia, non solo per i credenti e le comunità religiose, ma per tutti i cittadini. “La libertà di parola include una libera espressione di opinioni e di posizioni, siano esse esatte o meno”, si legge nella dichiarazione. “Discriminazione significa negare certi diritti ad una persona o ad un gruppo di persone senza motivazioni appropriate”, continua il testo.

Come ricordano i firmatari, i libri di testo per l’educazione religiosa – non solo quelli della Chiesa cattolica, ma anche delle altre denominazioni e comunità religiose – respingono del resto non solo i comportamenti omosessuali. Vengono dichiarati inaccettabili anche “molti altri tipi di comportamento, come il divorzio, la promiscuità, la contraccezione (…), l’infedeltà coniugale, la menzogna, il furto, atti di violenza ingiustificabili, mancanza di rispetto per i familiari, la mancanza di assistenza agli anziani e agli infermi”.

Nel suo appello, l’ARF chiede alle associazioni per i diritti degli omosessuali, alle singole persone gay e lesbiche, ai gruppi per i diritti umani, allo Stato e agli organismi governativi e a tutti i cittadini della Croazia di “prendere le distanze” dall’iniziativa di Kontra e Iskorak e di “proteggere il diritto alla libertà di parola di tutti i credenti, comunità religiose ed altri cittadini croati”. Alle due ONG, i firmatari domandano invece di “rivedere le loro posizioni”.

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ZENIT Staff

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