"Cristo è nato per noi!"

Il messaggio natalizio “Urbi et Orbi” e gli auguri di Papa Benedetto XVI

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 25 dicembre 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il testo del tradizionale messaggio natalizio “Urbi et Orbi” rivolto oggi da Benedetto XVI ai fedeli presenti in piazza San Pietro e al mondo attraverso la radio e la televisione. Riprendiamo inoltre alcuni degli auguri inviati dal Pontefice in 65 lingue del globo.

***

Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!

Cristo è nato per noi! Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama. A tutti giunga l’eco dell’annuncio di Betlemme, che la Chiesa Cattolica fa risuonare in tutti i continenti, al di là di ogni confine di nazionalità, di lingua e di cultura. Il Figlio di Maria Vergine è nato per tutti, è il Salvatore di tutti.

Così lo invoca un’antica antifona liturgica: “O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio”. Veni ad salvandum nos! Vieni a salvarci! Questo è il grido dell’uomo di ogni tempo, che sente di non farcela da solo a superare difficoltà e pericoli. Ha bisogno di mettere la sua mano in una mano più grande e più forte, una mano che dall’alto si tenda verso di lui. Cari fratelli e sorelle, questa mano è Cristo, nato a Betlemme dalla Vergine Maria. Lui è la mano che Dio ha teso all’umanità, per farla uscire dalle sabbie mobili del peccato e metterla in piedi sulla roccia, la salda roccia della sua Verità e del suo Amore (cfr Sal 40,3).

Sì, questo significa il nome di quel Bambino, il nome che, per volere di Dio, gli hanno dato Maria e Giuseppe: si chiama Gesù, che significa “Salvatore” (cfr Mt 1,21; Lc 1,31). Egli è stato inviato da Dio Padre per salvarci soprattutto dal male profondo, radicato nell’uomo e nella storia: quel male che è la separazione da Dio, l’orgoglio presuntuoso di fare da sé, di mettersi in concorrenza con Dio e sostituirsi a Lui, di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di essere il padrone della vita e della morte (cfr Gen 3,1-7). Questo è il grande male, il grande peccato, da cui noi uomini non possiamo salvarci se non affidandoci all’aiuto di Dio, se non gridando a Lui: “Veni ad salvandum nos! – Vieni a salvarci!”.

Il fatto stesso di elevare al Cielo questa invocazione, ci pone già nella giusta condizione, ci mette nella verità di noi stessi: noi infatti siamo coloro che hanno gridato a Dio e sono stati salvati (cfr Est [greco] 10,3f). Dio è il Salvatore, noi quelli che si trovano nel pericolo. Lui è il medico, noi i malati. Riconoscerlo, è il primo passo verso la salvezza, verso l’uscita dal labirinto in cui noi stessi ci chiudiamo con il nostro orgoglio. Alzare gli occhi al Cielo, protendere le mani e invocare aiuto è la via di uscita, a patto che ci sia Qualcuno che ascolta, e che può venire in nostro soccorso.

Gesù Cristo è la prova che Dio ha ascoltato il nostro grido. Non solo! Dio nutre per noi un amore così forte, da non poter rimanere in Se stesso, da uscire da Se stesso e venire in noi, condividendo fino in fondo la nostra condizione (cfr Es 3,7-12). La risposta che Dio ha dato in Gesù al grido dell’uomo supera infinitamente la nostra attesa, giungendo ad una solidarietà tale che non può essere soltanto umana, ma divina. Solo il Dio che è amore e l’amore che è Dio poteva scegliere di salvarci attraverso questa via, che è certamente la più lunga, ma è quella che rispetta la verità sua e nostra: la via della riconciliazione, del dialogo, della collaborazione.

Perciò, cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero, in questo Natale 2011, rivolgiamoci al Bambino di Betlemme, al Figlio della Vergine Maria, e diciamo: “Vieni a salvarci!”. Lo ripetiamo in unione spirituale con tante persone che vivono situazioni particolarmente difficili, e facendoci voce di chi non ha voce.

Insieme invochiamo il divino soccorso per le popolazioni del Corno d’Africa, che soffrono a causa della fame e delle carestie, talvolta aggravate da un persistente stato di insicurezza. La Comunità internazionale non faccia mancare il suo aiuto ai numerosi profughi provenienti da tale Regione, duramente provati nella loro dignità.

Il Signore doni conforto alle popolazioni del Sud-Est asiatico, particolarmente della Thailandia e delle Filippine, che sono ancora in gravi situazioni di disagio a causa delle recenti inondazioni.

Il Signore soccorra l’umanità ferita dai tanti conflitti, che ancora oggi insanguinano il Pianeta. Egli, che è il Principe della Pace, doni pace e stabilità alla Terra che ha scelto per venire nel mondo, incoraggiando la ripresa del dialogo tra Israeliani e Palestinesi. Faccia cessare le violenze in Siria, dove tanto sangue è già stato versato. Favorisca la piena riconciliazione e la stabilità in Iraq ed in Afghanistan. Doni un rinnovato vigore nell’edificazione del bene comune a tutte le componenti della società nei Paesi nord africani e mediorientali.

La nascita del Salvatore sostenga le prospettive di dialogo e di collaborazione in Myanmar, nella ricerca di soluzioni condivise. Il Natale del Redentore garantisca stabilità politica ai Paesi della Regione africana dei Grandi Laghi ed assista l’impegno degli abitanti del Sud Sudan per la tutela dei diritti di tutti i cittadini.

Cari fratelli e sorelle, rivolgiamo lo sguardo alla Grotta di Betlemme: il Bambino che contempliamo è la nostra salvezza! Lui ha portato al mondo un messaggio universale di riconciliazione e di pace. Apriamogli il nostro cuore, accogliamolo nella nostra vita. Ripetiamogli con fiducia e speranza: “Veni ad salvandum nos!”.

[Dopo il suo Messaggio, il Papa ha inviato l’augurio natalizio in 65 lingue, fra le quali:]

A quanti mi ascoltano, rivolgo un cordiale augurio nelle diverse espressioni linguistiche:

italiano:

Buon Natale ai romani e agli italiani! La nascita di Cristo Salvatore e l’accoglienza gioiosa del suo Vangelo di salvezza rinnovino i cuori dei credenti, portino pace nelle famiglie, consolazione ai sofferenti e aiutino gli abitanti dell’intero Paese a crescere nella reciproca fiducia per costruire insieme un futuro di speranza, più fraterno e solidale.

francese:

Heureuse et sainte fête de Noël ! Que le Christ Sauveur vous garde dans l’espérance et qu’il vous fasse le don de la paix profonde !

inglese:

May the birth of the Prince of Peace remind the world where its true happiness lies; and may your hearts be filled with hope and joy, for the Saviour has been born for us.

tedesco:

Die Geburt Jesu Christi, des Erlösers der Menschen, erfülle Euer Leben mit tiefer Freude und reicher Gnade; sein Friede möge in Euren Herzen wohnen. Gesegnete und frohe Weihnachten!

spagnolo:

¡Feliz Navidad! Que la Paz de Cristo reine en vuestros corazones, en la familias y en todos los pueblos.

portoghese:

Feliz Natal para todos, e que a Luz de Cristo Salvador ilumine os vossos corações de paz e de esperança!

neerlandese:

Zalig en gelukkig Kerstmis.

lussemburghese:

Schéin Chreschtdag.

albanese:

Per shum vjet Krishtlindjen.

romeno:

Sărbători Fericite de Crăciun si Anul Nou.

ungherese:

Àldott Karácsonyt.

polacco:

Błogosławionych świąt Bożego Narodzenia.

ceco:

Narodil se vám Spasitel. Radujte se!

slovacco:

Milostiplné a radostné Viacočné Sviatky.

croato:

Sretan Boić, Isusovo Porođenje!

sloveno:

Boje Dete, naj vam podeli svoj blagoslov.

serbo:

Среħан Божиħ – Христос се роди!

serbo-lusazio:

Zohnowane hody! A zboowne Nowe lěto!

bulgaro:

Честито Рождество Христово

macedone:

Нека ви е честит Божиу н Нова Година

bielorusso:

iasíòłych kalàdnych Sviàtaû!

russo:

Сердечно поздравляю
всех с Праздником

Рождества Христова

kazako:

Родecтвo мepeкeci ктты болсын!

ucraino:

Веселих Свят з Різдвом

Христовим і Новим Роком!

lituano:

Linksmų šwentų Kaledų.

lettone:

Priecīgus Ziemsvētkus!

estone:

Häid joulupühi.

finlandese:

Hyvää Joulua.

svedese:

God Jul, Gott Nytt Àr.

islandese:

Gleðileg jól!

irlandese:

Nollaig shona dhaoibh go léir.

romanès:

Baxtalò Krečùno! Thaj Nevo berš!

maltese:

Il-Milied it tajjeb lill-poplu kollu ta’ Malta u ta’ Għawdex.

turco:

Noel bayramı kutlu olsun.

suahili:

Heri kwa noeli na baraka nyingi kwa mwaka mpya.

kirundi e kinyarwanda:

Gumya umutima mu mahoro! Noeli nziza!

malgascio:

Arahaba tratrin’i Noely.

vietnamita:

Chúc mùng giáng sinh.

indonesiano:

Selamat Hari Natal.

filippino:

Malygayang pasko at manigong bagong taon.

maori:

Meri Kirihimete.

samoano:

Ia manuia le Kirisimasi.

esperanto:

Dibenitan Kristnaskon kaj prosperan novjaron.

guaraní:

Ko navidad árape che maitei ame’ê peême.

latino:

Christe! Veni ad salvandum nos!

[© Copyright 2011 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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