Cristo è ieri e oggi

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 7,31-37

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Lettura

Tiro e Sidone sono le due più grandi città di quella regione, oltre i confini della Galilea romana, in cui abbiamo visto Gesù recarsi. Oggi lo vediamo “in pieno territorio della Decàpoli”: le dieci città – Gerasa, Scythopolis, Hippos, Gadara, Pella, Philadelphia (oggi Amman), Dion, Canatha, Raphana, Damasco (capitale della moderna Siria) – situate presso la frontiera orientale dell’Impero Romano, centri di cultura greca e romana che gli evangelisti presentano particolarmente come luogo del confronto tra Gesù e i pagani.   

Meditazione

Un sordomuto (un pagano o un ebreo?) è portato a Gesù che «in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua, emise un sospiro e disse: Effatà cioè Apriti!». «Si apriranno gli occhi dei ciechi, si schiuderanno gli orecchi dei sordi, griderà di gioia la lingua dei muti» aveva detto Isaìa (35,4-7) con la profezia relativa al ritorno del “resto d’Israele” dall’esilio, ma che avrebbe avuto la piena realizzazione nell’avvento del regno messianico. Ora questo regno è presente e tutto è iniziato. La piena sua realizzazione avverrà solo alla fine della storia, al compimento della redenzione. Nessun paradiso terrestre si avrà, dunque, quaggiù e tanto meno lo si potrà costruire (quanti si sono illusi!) mentre rimangono in gioco l’egoismo degli uomini, la loro superbia, l’orgoglio, la fragilità; mentre neppure il bene che si fa è caratterizzato da definitività poiché si può corrompere, e le stesse opere buone possono essere sopraffatte dalle cattive. Ma l’azione salvifica di Cristo è in atto. Egli tocca la nostra umanità e mediante i Sacramenti ci immette nella reale possibilità di cambiamento. La sua carne tocca la nostra carne malata – di cui sordità e mutezza, incapacità di ascolto e di parola, di relazione e di comunione, sono espressione – e la vita nuova attraverso i discepoli investe il mondo. Sordità e mutismo sono presenti nella vasta Decàpoli che è il nostro mondo, ma Cristo c’è, oggi come duemila anni fa. Nel rito del Battesimo la Chiesa compie sul battezzato lo stesso gesto di Cristo: “Effatà, cioè: Apriti” sono le parole che accompagnano il gesto; e nel Battesimo degli adulti esse continuano: «affinché tu possa professare la tua fede a lode e gloria di Dio».

Preghiera

Donaci, Signore, di offrirci al miracolo che in noi incessantemente accade, e ogni palpito della nostra vita senta il fremito dell’eternità che si fa presente e accende l’alba del giorno eterno nel fugace trascorrere delle ore e dei giorni. Che io viva tutta la mia vita nel rapporto d’Amore che unisce te al Padre nello Spirito Santo.

Agire

Ritorno sul Catechismo della Chiesa a riflettere sul sacramento del Battesimo (in particolare nn. 1213; 1234-1245; 1265-1270) e della Confessione (1450-1460).

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonament info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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