Pope Francis celebrating Mass at Casa Santa Marta

PHOTO.VA - L'Osservatore Romano

Cristani siano uniti! Non con la "colla", ma per "grazia di Dio"

A Santa Marta, il Papa invita i cristiani a “lottare” per tutelare quella “unità” che Cristo ha pagato con le sue piaghe, contro quello “spirito del mondo” che porta a guerre e divisioni

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Basta chiacchiere, basta invidie e gelosie, basta con tutte quelle “guerre” che danno adito ad uno “spirito di divisione” che mina all'”unità”. Quella unità, cioè, che Cristo stesso ha chiesto e raccomandato ai suoi discepoli riuniti nel Cenacolo, e che ha pagato con “le sue piaghe” durante la Passione.

Il Papa a Santa Marta rilancia questa esortazione del Signore ai cristiani ad essere “uno”, come Lui è uno con il Padre. “Dobbiamo fare spazio allo Spirito perché ci trasformi come il Padre è nel Figlio, una sola cosa”, afferma il Pontefice: questa è “la grande preghiera di Gesù”, come ricordano le letture della liturgia odierna. Questo è ciò che tiene in piedi oggi la Chiesa, dopo millenni. Non, però, come una “colla”, ma per “grazia di Dio”. 

Questa grazia i cristiani sono chiamati a difenderla lottando, perché a ostacolare continuamente il desiderio di unità c’è la “grande tentazione” di cedere all’altro “padre”, il padre della “menzogna” e della “divisione”, afferma Bergoglio. Gesù – rimarca – “sa che lo spirito del mondo” è “uno spirito di divisione, di guerra, di invidie, di gelosie, anche nelle famiglie, anche nelle famiglie religiose, anche nelle diocesi, anche nella Chiesa tutta: è la grande tentazione”. Per questo, ai discepoli dice di pregare non solo per loro ma anche per tutti quelli che crederanno in Lui “mediante la loro parola”.

Una frase ascoltata tante volte, ma forse – osserva il Santo Padre – “noi non siamo abbastanza attenti a queste parole: Gesù ha pregato per me! Questo è proprio fonte di fiducia: Lui prega per me, ha pregato per me… È così prega per noi, prega per me. E cosa vede il Padre? Le piaghe, il prezzo che ha pagato per noi. Gesù prega per me con le sue piaghe, col suo cuore piagato e continuerà a farlo”. Gesù – aggiunge – prega “per l’unità del suo popolo, per la Chiesa”.

Noi, allora, dobbiamo rispondere a questa preghiera lottando per “essere uno, una sola cosa” e per “non lasciare posto alla divisione fra noi, non lasciare che lo spirito di divisione, il padre della menzogna entri in noi”. Per i cristiani questa è una vera e propria “sfida”, ammette il Santo Padre.

Ribadisce quindi l’invito a “cercare sempre l’unità”: “ognuno è come è, ma cerca di vivere in unità”. In che modo? Ad esempio pensando che “Gesù ti ha perdonato”, allora “perdona tutti quanti”. La Chiesa “ha tanto bisogno di questa preghiera di unità”, insiste Francesco, anche perché non esiste una Chiesa tenuta insieme dalla “colla”.

“Un altro consiglio –  conclude il Papa – che Gesù ha dato in questi giorni di congedo è di rimanere in Lui: ‘Rimanete in me’. E chiede questa grazia, che tutti noi rimaniamo in Lui. E qui ci indica perché, lo dice chiaramente: ‘Padre, voglio che quelli che mi hai dato, anch’essi siano con me dove sono io’. Cioè, che questi rimangano là, con me. Il rimanere in Gesù, in questo mondo, finisce nel rimanere con Lui ‘perché contemplino la mia gloria’”.

 
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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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