Cresce a Bruxelles l’intolleranza contro i Cattolici

Intervista a Giorgio Salina, Vicepresidente dei Cristiani per l’Europa

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ROMA, venerdì, 15 ottobre 2004 (ZENIT.org).- Il “Wall Street Journal” (edizione europea) del 13 ottobre ha scritto un articolo in cui commenta negativamente il caso Buttiglione, il commissario designato per la Giustizia, libertà e sicurezza, la cui nomina è stata bocciata due volte dall’Europarlamento per presunta omofobia ed estremismo.

Secondo il giornale americano, basta leggere attentamente le trascrizioni dell’audizione davanti all’assemblea europea per capire l’estremismo laicista degli stessi accusatori del filosofo cattolico vicino al pontefice Giovanni Paolo II.

Ma veramente sta crescendo un clima di intolleranza nei confronti dei cattolici in Europa? ZENIT lo ha chiesto a Giorgio Salina, Vicepresidente dei Cristiani per l’Europa.

In Spagna riconoscono il matrimonio omosessuale e l’adozione dei bambini alle persone gay, in Francia un sacerdote è stato espulso da un liceo perché è andato a lezione vestendo la tonaca, a Bruxelles si discrimina il Commissario Rocco Buttiglione perché ha detto che la famiglia è composta da un uomo e una donna. Che sta succedendo in Europa, un ritorno di caccia alle streghe contro i cattolici?

G. Salina: Mi sembra un momento particolarmente serio perché quel che è successo è grave. Buttiglione non ha detto niente che poteva dar adito a reazioni così intolleranti. Si sta concretizzando ciò che era stato detto nella Commissione Cultura del Parlamento europeo (P.E.) presentando il piano quinquennale.

Non ho sottomano il testo ma il contenuto era pressappoco questo: La ricchezza dell’Europa è la diversità delle culture, che ha potuto fiorire dopo i Lumi perché prima l’egemonia cattolica la soffocava. Quindi libertà per tutti, persino per i cattolici, a patto che questi non pretendano di avere voce in capitolo in ambito socio – politico, perché di danni ne hanno già fatti troppi.

A parte l’arbitrarietà della ricostruzione storica, su queste posizioni antidemocratiche e preconcette si coagulano i laicisti europei (liberali, socialisti, e radicali, ecc.) alleati contro la cultura cattolica. E’ evidente che il rispetto delle diversità è applicabile solo quando e dove interessa.

La resistenza ad inserire le radici cristiane nella Costituzione europea quindi non era solo un fatto di laicità, ma di vera avversione alla cultura cattolica?

G. Salina: Non c’è dubbio, è esattamente così! Laicità delle Istituzioni vuol dire atteggiamento neutrale e sostegno a tutte le posizioni culturali rispettose dei diritti fondamentali dell’uomo. Questo invece è fondamentalismo laicista, pericoloso come tutti i fondamentalismi: ostracismo ad una cultura equivale a volerne imporre un’altra. I rischi per la libertà sono evidenti.

Qual è stata la reazione dei cattolici presenti nel Parlamento europeo?

G. Salina: Contrariamente a quanto avvenuto spesso in occasione di altri attacchi alla Chiesa e alla cultura cattolica, la questione è talmente grave, che la reazione c’è stata. Composta, corretta ma ferma sia da parte di deputati cattolici, sia da parte del Partito Popolare Europeo.

Cosa pensa di fare la vostra associazione di cristiani per l’Europa?

G. Salina: Oltre ad un immediato messaggio di solidarietà al Commissario Buttiglione e di totale disapprovazione al Presidente Borrel Fontelles per le Sue parole, stiamo lavorando per impostare una campagna per esplicitare che una parte consistente del popolo europeo è stato offeso, e per sensibilizzare questa parte della cittadinanza europea a dare voce al loro medio sentire.

Perché tanto astio contro la famiglia tradizionale all’interno del Parlamento europeo?

G. Salina: Come è avvenuto o sta avvenendo in altri Stati europei, ad esempio in Francia oltre che in Spagna, e nel Regno Unito alcune forze politiche hanno presentato nel Paese e al Parlamento il Patto Civile di solidarietà (PACS) per la identità giuridica, diritti fiscali, sanitari, di lavoro, previdenziali e successori per tutte le coppie che hanno scelto di stare insieme (gay, lesbo, etero).

Si tratta di concedere tutti i diritti tipici di una famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Non si può escludere che tra i sostenitori e gli aderenti ci sia qualcuno in buona fede convinto che ciò sia tolleranza e rispetto del diverso, senza però valutare le conseguenze di scelte così radicali per il futuro della società. Però non posso non pensare che il motivo consista perlomeno anche nel tentativo di accaparrarsi un numero consistente di voti.

Non pochi in Italia e non solo, a proposito della Guerra citano spesso frasi del Santo Padre, spiegando che si rifanno alla Sua altissima autorità morale.

Molti di questi sono gli stessi che al Parlamento europeo hanno più volte votato per deferire il Papa all’Alto Commissario dell’ONU per violazione dei diritti umani, e si giustificano dicendo che loro sanno discernere quando il Papa ha ragione e quando no.

Ma che alta autorità morale ha chi merita di essere deferito per violazione dei diritti umani? Anche qui si tratta credo inequivocabilmente di un espediente per pescare voti, soprattutto in campo cattolico.

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ZENIT Staff

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